TERRUGGIA
TERRUGGIA
Dial. Trüggia.
Turricula,
1148 [Puricelli 1645, p. 699].
Abitanti: 871. Distanza da Casale Km 6.5 ‑ Altezza: m 199 s. m. Provincia di
Alessandria.
Parrocchia di S. Martino. Passò dalla diocesi di Vercelli alla nuova diocesi di Casale fin dal 1474
[De Bono 1986, p. 34].
Chiesa parrocchiale, S. Martino:
nella parte più alta del paese. Prima attestazione della
chiesa di S. Martino di Turricula nel 1148 [Puricelli
1645, p. 699; Fois 2006, p. 64]. Tra il 1148 e il 1237 la chiesa risultava fra i possedimenti del monastero di S. Ambrogio di Milano [Fois 2006, pp. 64, 74, 168]. Dal 1299 venne elencata nella pieve di
Rosignano [ARMO, p. 37]. Nel 1476 i fratelli Santa Maria, consignori di Terruggia,
rifondarono la chiesa parrocchiale con un'importante donazione. Nel 1575 mons. Benedetto Erba
trovava l'edificio in rovina e ne ordinava la ricostruzione.
La nuova chiesa venne eretta in un luogo diverso dalla precedente, utilizzando anche materiali di
demolizione delle chiese di S. Quirico e di S. Sebastiano; nel 1584 era quasi completata
[Bo 1980, p. 116;
Meni 2008b, pp. 176-79]; venne
consacrata il 24/6/1601 da mons. Tullio del Carretto, come indicato da una lapide murata sulla parete destra presso l'ingresso. La
pavimentazione fu realizzata nel 1758. Lavori su facciata e
campanile vennero diretti dall’arch. Giuseppe Degiovanni nel 1782. Nel 1822 il
falegname Vaudino (Vandino?) costruì la porta grande. Al 1841 risale la rifusione del concerto di tre campane. Nel
1874 Giuseppe Antonio Calvo realizzò il coro di noce [Barbato 1999,
pp. 200-203]. Nel 1897 la chiesa fu ampliata allargando bilateralmente la zona
presbiteriale e aprendo arcate cieche per alloggiarvi gli altari (progetto
dell’ing. Crescentino Caselli) [Rollino 1985,
vol. 2°, p. 10]. Un progetto di restauro del campanile di Giuseppe Alzona nel 1906 fu eseguito solo in parte (fondazione); venne invece
realizzato nel 1908 il progetto del Caselli (suddivisione del fusto in campiture con archetti, costruzione
della terrazzina e della guglia) [Rollino
1985, vol. 2°, p. 13; AD 1991, p. 213]. Agli anni 1925‑35 risalgono
l’abbassamento del pavimento, le decorazioni del quadraturista Ponsetti, gli affreschi di Luigi e Carlo Morgari [AD 1991, p. 212]. La facciata fu restaurata negli anni 1937-41:
si posero al di sopra del portale altorilievi lapidei effigianti la Madonna in trono col Bambino,
S. Martino che dona parte del mantello al povero, e ai lati statue raffiguranti la Giustizia e la Carità (dubbia attribuzione a Guido Capra)
[Grignolio 1993, p. 105;
Barbato 1999, p. 349]. Nuovo
restauro della facciata nel 1985 [AD 1991, p. 212].
L'edificio è rivolto a sud. Il campanile, alla sinistra della
facciata, è alto m 34; ha un concerto di cinque campane, orologio e balconata
sopra la cella campanaria [Terruggia 1994,
p. 11]. L'interno della chiesa è ad aula rettangolare voltata a botte, con presbiterio e abside
semicircolare. Due ambienti rettangolari si affacciano bilateralmente sul
presbiterio attraverso arcatelle rette da colonne. Sulle volte vi sono affreschi
dei Morgari: nell’aula l’Assunta (Carlo Morgari, 1935), nel presbiterio
Cristo Re coi simboli degli evangelisti (Luigi Morgari),
nell’abside l’Incoronazione di Maria; inoltre medaglioni con santi.
L'altare maggiore in marmi policromi, realizzato ad inizio Ottocento,
è analogo all'altar maggiore della chiesa dell'Addolorata di Casale
[Di Majo 2010, p. 405]; alla sua sinistra è posto un
Crocifisso. Sulla parete dell’abside, sopra gli scranni del coro, c’è una
pregevole tela centinata raffigurante la Madonna col
Bambino, S. Martino che resuscita un bambino, e (sullo sfondo)
l’elemosina di S. Martino; un volto isolato sulla destra potrebbe essere il ritratto
dell'ignoto pittore o del committente Guglielmo Bonfiglio, che donò l'opera
nel 1740 [Meni 2008b, p. 101;
Palmieri 2008b, p. 201]. Ai lati
due quadretti del sec. XVII rappresentano la
Morte e l’Assunzione di Maria; le due tele erano già sistemate in questa sede nel 1877;
la seconda potrebbe corrispondere ad un quadro presente nel 1656 nell'oratorio di S. Grato
[Palmieri 2008b, p. 202]. Balaustrata marmorea. Le cappelle
laterali comprendono sulla sinistra il battistero, il cui fonte battesimale risale al 1847, con
un olio su tavola raffigurante il Battesimo di Cristo, di Giovanni Bonardi (1990); la cappella del
Rosario, ricca di stucchi, con statua della Madonna del Rosario col Bambino
entro una nicchia (Giovanni Minoja, 1896), e una serie di undici residue tavolette ovali dipinte coi
Misteri (prima metà sec. XVIII); la
cappella della Madonna di Lourdes, di recente esecuzione. A destra vi sono la
cappella del Sacro Cuore e, nell’ampliamento laterale, l’altare di S. Giuseppe,
sotto il quale è posta una statuetta di Maria Bambina. Le quattordici stazioni della
Via Crucis dipinte su tela furono rinnovate nel 1840
[Grignolio 1993, p. 106; Palmieri 2008b, p. 203]. Di pregio
sono il pulpito, i confessionali del sec. XVIII, e i mobili della sacrestia [AD
1991, p. 213]. La bussola d’ingresso è sormontata dalla tribuna neoclassica
dell’organo Serassi (1831) [Niccolini 1877, p. 111], restaurato
nel 1902‑03 da Giuseppe Gandini e nel 1977 da Giuseppe Marzi [AD 1991, p. 213].
S. Grato:
al centro del paese. Già esistente nel sec. XVI, venne ricostruita in seguito ad
una donazione del 1664 del conte Fabrizio di Gattinara alla
confraternita degli Apostoli e terminata nel
1672 [Barbato 1999, p. 355;
Spantigati 1999, p. 150]. Risalgono
al 1605 i registri della confraternita, al 1672 una lapide all’ingresso, al 1724
l’inaugurazione [AD 1991, p. 213]. Fu
ceduta alla Comunità di Terruggia nel 1802. Nel 1937 venne rimossa una cancellata metallica sul davanti
della chiesa [Barbato 1999, pp.
311, 355]. Un completo restauro fu effettuato tra il 1978 e il 1982 (ing. Cesare Demartini e arch. Moro);
altro restauro nel 2002.
Pianta ottagonale, cupola con diametro di circa m 8, impostata su quattro archi.
Campanile di m 17.5, privo di campane (sono custodite nella casa della signora
Albertina Musso [Terruggia 1994, p.
11]). È stata recentemente riportata in chiesa una tela raffigurante l’Assunta
coi Ss. Giovanni Battista e Grato, di Carlo Preda (1688),
restaurata nel 1978 [Spantigati 1978,
p. 144; Spantigati 1999, p. 150].
Sulle pareti laterali entro due nicchie sono poste statue di stucco di S. Giovanni Evangelista e di S. Giuseppe col Bambino. Una lapide ricorda il beato fra’ Leopoldo Musso [AD 1991, p. 213].
S. Gerolamo Emiliani:
proprietà della Casa di Riposo, del sec. XIX. La Via Crucis fu eretta nel
1906 [Barbato 1999, p. 351]. Nel
1935 vi lavorò il pittore Rodolfo Gambino.
Forma neoclassica con fronte ionico tetrastilo. In buone condizioni, è usata per la
messa feriale. La pala d'altare raffigurante S. Girolamo Emiliani è firmata
dal pittore Vianelli (1831). Una lapide ricorda la consacrazione della chiesa
avvenuta nel 1828 ad opera del vescovo Francesco Alciati
[Angelino 2012].
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