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SULPIANO

SULPIANO

 

Dial. Salpiàn. Cerrus planus, 1379 [Settia 1991a, p. 218].

Abitanti: 380. Distanza da Casale Km 35 ‑ Altezza: m 175 s. m. Frazione di Verrua Savoia, provincia di Torino.

Parrocchia dei Ss. Sebastiano e Giacomo, costituita nel 1694 nella diocesi di Vercelli per distacco da Verrua [Ogliaro 1999, p. 349]. Le parrocchie di Sulpiano e di Cervoto (con Verrua e Collegna) passarono nel 1805 dalla diocesi di Vercelli alla diocesi di Torino e nel 1817 alla diocesi di Casale [Fassino 2013, p. 225].

Chiesa parrocchiale, S. Sebastiano: nella parte settentrionale dell’abitato. Una chiesa di Rioglio (villaggio scomparso nell'attuale comune di Verrua Savoia) è indicata senza titolo nel 1299, col titolo di S. Sebastiano nel 1348 [ARMO, pp. 41, 116]. Nella seconda metà del sec. XVII il cantone di Rioglio era già scomparso e il toponimo sopravviveva ad indicare soltanto una località prediale [Settia 1975, p. 283]. L'edificio attuale fu progettato tra il 1760 e il 1763, quando il parroco Carlo Seppegno propose di trasferire la parrocchiale di Rioglio, ormai cadente, mentre il borgo di Sulpiano era in fase di grande sviluppo. Il capomastro Giuseppe Derossi iniziò la costruzione delle mura perimetrali attorno al 1770; i lavori subirono lunghe soste per mancanza di fondi e solo nel 1817 la chiesa fu consacrata ed aperta al culto. Nel 1775 venne pagato il pittore Crescentino Nigretti per i dipinti della Via Crucis [Ogliaro 1999, p. 351]. Nel 1956 una frana provocò lesioni del sagrato. La cupola del campanile, danneggiata da una grandinata nel 1985, fu restaurata nel 1989 [Assone 1989]. L’interno della chiesa è stato risanato nel 1997.

Facciata rivolta a sud, a due ordini con timpano, tripartita da quattro lesene. Il portale è sormontato da una lunetta ad arco ribassato. Una lapide marmorea collocata nel 1920 ricorda i nomi dei caduti nella prima guerra mondiale [Ogliaro 1999, pp. 351-52]. Abside simile a quella della parrocchiale di Brusasco, anche se di dimensioni ridotte [Cremo 1987, p. 130]. Interno a navata unica, con quattro grandi cappelle laterali. L’aula è coperta da una volta ribassata ad arco policentrico; la copertura del presbiterio è segnata da tre archi policentrici, ribassati in corrispondenza delle lesene, mentre l’abside ellittica si conclude con una volta a semicatino; la cappelle laterali sono voltate a botte con arco a pieno centro. L’apparato decorativo comprende capitelli dorati: quelli dell’aula sono compositi, quelli della zona absidale sono ionici. Altar maggiore marmoreo, con due testine di cherubini agli estremi del gradino; sul tabernacolo è posto un tronetto dorato, sopra il quale si innalza un grande Crocifisso ligneo settecentesco. Al centro del coro ligneo c'è uno stallo scolpito con motivi floreali. Alle pareti dell'abside e del presbiterio sono collocate sette tele sei-settecentesche; la più grande, centrale, raffigura la Madonna della cintola col Bambino venerata dai Ss. Sebastiano e Carlo; le altre tele poste ai lati rappresentano da sinistra a destra: i Ss. Grato e Giuseppe, S. Francesco riceve le stimmate, S. Giovanni Nepomuceno, S. Luigi Gonzaga, la Madonna di Oropa venerata dai Ss. Vittore e Paolo, i Ss. Bernardo di Chiaravalle e Rocco. Balaustrata marmorea con cancelletto di ferro battuto datato 1896.

Altari laterali, a sinistra: a) S. Giuseppe, dipinto raffigurante S. Giuseppe, Maria e altro personaggio femminile, eseguito da Giuseppe Galimberti (1827); b) S. Sebastiano, statua del santo donata nel 1910 dalla famiglia Barbero [Ogliaro 1999, pp. 351-52]; paliotto di scagliola a fondo nero con al centro il martirio di S. Sebastiano, della bottega di Cristoforo Solari (1760) [Caramellino 1987a, p. 155].
A destra: a) S. Caterina, pala raffigurante il Matrimonio mistico di S. Caterina, di scuola moncalvesca, donata nel 1805 da Giovanni Paolo Aymonin, conte di Tricerro; b) Madonna della Santa Cintura, statua ottocentesca proveniente dalla chiesa di Rioglio [Ogliaro 1999, p. 352].

Il pulpito ligneo è attribuito all’intagliatore Cristoforo Germano Serra [Caramellino 1986, p. 14]. L’organo è opera di Amedeo Ramasco (1827), modificato in seguito alla riforma liturgica [Galazzo 1990, p. 248].

S. Giacomo: ex parrocchiale di Cervoto (dial. Sarvùi. Salvottum, 1304 [Ogliaro 1999, p. 332]), borgata di Verrua Savoia. La chiesa di Cervoto è ricordata col titolo di S. Cristoforo nel 1349; successivamente la dedicazione fu mutata in S. Giacomo. Fu eretta in parrocchia il 9/6/1766 per smembramento da Collegna [BSSS 73/II, doc. 63, p. 320; Ogliaro 1999, p. 353]; la parrocchia venne soppressa nel 1986 [Decreto vescovile 30/6/1986]. La chiesa fu ristrutturata nel 1822 [AD 1974, p. 79].

Piccolo edificio, sulla stretta strada che attraversa la frazione. Facciata intonacata, limitata da due lesene angolari che sorreggono la trabeazione e il timpano; sopra la porta si apre una finestra quadrilobata. Portone ligneo intagliato settecentesco. Sul lato sinistro, posteriormente, si eleva il campanile in mattoni a vista, con bella copertura a bulbo. Sulla parete posteriore un'iscrizione datata 1989 ricorda verosimilmente lavori di manutenzione. Impianto ad aula rettangolare, con presbiterio-coro pure rettangolare, più ristretto e separato da una balaustrata di marmo bianco. Dal lato sinistro dell'aula, attraverso un'arcata, si entra nella cappella della Madonna della Salute, a sua volta collegata alla sacrestia. Le pareti di aula e presbiterio sono rivestite da perline di legno. L'altar maggiore, qui eretto nel 1763, proviene da altra chiesa imprecisata; ha un paliotto in scagliola attribuito alla bottega dei Solari [Di Majo 2012a, p. 31]. Sulla parete di fondo del coro è collocata, entro una ricca cornice lignea scolpita e dorata, una mediocre tela di inizio Settecento raffigurante la Madonna col Bambino e i Ss. Bernardo di Mentone e Giacomo. Alla parete destra dell'aula è collocata in una nicchia la statua lignea di S. Giacomo. L'altare della cappella laterale ha un suggestivo tabernacolo e scalino d'altare di legno intagliati, con dorature su fondo colorato di blu (inizi sec. XVIII). Nella nicchia ricavata al di sopra dell'altare si conserva la statua processionale della Madonna della Salute, realizzata da Giuseppe Varale (Varallo) come ex voto nel 1855, anno successivo all'epidemia di colera [Tasso 1997]. La festa della Madonna della Salute viene tuttora celebrata la terza domenica di ottobre.

S. Giacomo: piccola chiesa posta su un rilievo sopra il cimitero, 400 metri a ovest del borgo di Cervoto. Facciata rivolta verso il paese; aula rettangolare. È abbandonata. In passato era meta di una processione annuale.

S. Andrea: in località Casetto (dial. Cažèt. Cassetum, 1379 [Ogliaro 1999, p. 329]), di fianco al cimitero. La chiesa di S. Andrea, associata a S. Sebastiano di Rioglio, è citata col titolo negli estimi della pieve di Verrua del 1348 e 1359 [ARMO, p. 116; Cognasso 1929, p. 233]; forse era già conteggiata alla fine del sec. XIII come Ecclesia de Bareto (la località Bareto risulta solo negli estimi del 1299 e del 1440 [ARMO, pp. 41, 238]; il toponimo, non altrimenti identificabile, potrebbe essere il risultato di una corruzione di Laureto). Nelle visite pastorali vercellesi del 1606-1609 viene indicata come S. Andrea de Laureto, antica parrocchiale di Rioglio [Settia 1975, p. 283]; il toponimo Laureto sopravvive nella cascina Loreto (dial. Loréi. Loretum, 1304 [Ogliaro 1999, p. 330]), situata sulla collina circa 700 metri a sud-est della chiesa. Loreto era sede di un cimitero, prima della realizzazione del cimitero del Casetto [Ogliaro 1999, pp. 330-31].

Facciata intonacata, scandita da quattro lesene che sorreggono la trabeazione e un timpano curvilineo. Ai lati della porta si aprono due finestrelle quadrilobate. Sopra la porta è murata una testina di pietra scolpita in rilievo di epoca romana, di grandezza naturale (è alta cm 24), di eccellente fattura e ben conservata (ha solo una scheggiatura sull’estremità del naso), la cui provenienza non è nota: si tratta di un volto di giovane dallo sguardo intenso, con labbra sottili e folta capigliatura a larghe ciocche riportate verso la fronte [Aletto 2006, pp. 260-61]. Interno ad aula rettangolare che si prolunga nel presbiterio-coro pure rettangolare, separati da un'esile balaustrata metallica. Le pareti, molto umide, sono in gran parte ricoperte da un rivestimento ligneo perlinato. L'altare in muratura stuccata e dipinta a finto marmo è sovrastato da un ciborio a tempietto su colonnine. In due nicchie al fondo dell'aula sono collocate sul lato sinistro la statua lignea di S. Gottardo e alla destra S. Andrea.

S. Lucia: in località Fravagnano (dial. Fravagnàn). Eretta nel 1796. Piccola chiesa ad aula rettangolare, sul cui fianco sinistro è addossata una costruzione più recente. Campanile a vela; facciata divisa da quattro lesene sorreggenti il timpano. Ai lati del bel portone ligneo scolpito (sec. XVIII) si aprono due finestrelle rettangolari. Altare settecentesco di stucco dipinto a finto marmo. Sulla parete di fondo è collocata una tela centinata raffigurante le Ss. Lucia e Agata (sec. XVIII). Un'altra modesta tela coeva presenta l'Immacolata venerata dalle Ss. Lucia e Agata. Alle pareti sono appesi vari ex voto (primi decenni del sec. XX).

S. Antonio (Madonna del S. Rosario): in località Case Bazzoli (dial. Cà di Bàžu. in cantono Bazolis, 1549 [Ogliaro 1999, p. 327]). La chiesa fu eretta da Giovanni Paolo Aymonin, conte di Tricerro, su un terreno di sua proprietà.
Piccolo e suggestivo edificio fiancheggiato da abitazioni civili in cima ad una breve scalinata. Paramento in mattoni. La facciata, rivolta a ovest, è limitata da due paraste angolari che sorreggono la trabeazione e il timpano triangolare; il portale ha un archivolto in mattoni un po’ irregolare; il portone ligneo intagliato risale al sec. XVIII. In facciata sono posti una campanella e un tubo di grondaia. Una lapide murata all'interno ricorda il conte Aymonin [Ogliaro 2016, p. 16].

S. Rocco (S. Gioachino): in località Camorano (dial. Camuràn. Camoranum, 1318 [Ogliaro 1999, p. 313]), al margine settentrionale della borgata. Alla sua ricostruzione contribuirono i nobili Galimberti [Ogliaro 1999, pp. 313-14]. Lavori di restauro nel 2005.

La chiesa sorge su un terreno collinare digradante. La facciata, intonacata e rivolta a sud, è limitata ai lati da due coppie di lesene, divisa in due ordini da una modanatura aggettante e culmina con un timpano triangolare, sul cui estremo di sinistra si innalza un campaniletto a vela; al secondo livello si apre una finestra quadrilobata. Le restanti pareti esterne sono in mattoni a vista. Interno ad aula unica rettangolare con volta a botte divisa in quattro campate e abside semicircolare. Nell'abside è collocato un piccolo coro ligneo di undici stalli, con stallo centrale di maggiori dimissioni. Al di sopra, sulla parete di fondo, è appesa una moderna tela ovale che raffigura la Sacra Famiglia, col Bambino che tiene tra le mani un grappolo d'uva (E. Fischer, 1962). In una nicchia della parete sinistra è esposta una statua lignea di S. Rocco.

Madonna di Oropa (già Madonna di Loreto): in località Campasso (dial. Campàs. Campacium, 1304 [Ogliaro 1999, p. 329]), non lontano dall'abitato scomparso di Laureto (la cascina Loreto si trova circa m 800 a sud-ovest).

Piccolo edificio situato all’ingresso dell’abitato, a pianta rettangolare con abside semicircolare, privo di campanile. Facciata rivolta a nord-ovest, delimitata da due lesene angolari e culminante con trabeazione e frontone triangolare. Ai lati del portale si aprono due finestrelle di devozione, ellittiche, con inginocchiatoio; al di sopra del portale c'è una finestra semicircolare. Sulla superficie esterna dell'abside, in posizione piuttosto elevata, è murata una rudimentale testina umana, apparentemente realizzata in malta di calce e sabbia. Al margine destro anteriore della chiesa è collocata una campanella sostenuta da una struttura metallica a forma di croce. L'altare in marmo è privo di mensa. Alla parete di fondo è appesa una tela centinata che raffigura con stile ingenuo la Madonna d'Oropa col Bambino venerati dai Ss. Giuseppe e Caterina d'Alessandria. Alle pareti laterali dell'aula vi sono due pitture murali con finte cornici lignee effigianti S. Giovanni Battista e S. Agata, siglate e datate: «S. Vercelli, 1908». Sono inoltre presenti una statua lignea policroma rappresentante la Madonna d'Oropa col Bambino (sec. XIX) e vari quadretti ex voto.

S. Sebastiano di Rioglio: alla sommità della frazione Rivalta (dial. RivàltaRivalta, 1379 [Ogliaro 1999, p. 320]), nella località detta Rioglio (dial. an Riö’. Reolium, 1299 [ARMO, p. 41]). In passato serviva la comunità circostante e quella di Sulpiano. Alla fine del sec. XIII era presente nella pieve di Verrua una Ecclesia de Reolio; a metà del sec. XIV le chiese di Rioglio erano due: S. Andrea e S. Sebastiano [ARMO, pp. 41, 116; Cognasso 1929, p. 233]. Nel 1606-1609 venivano ancora indicate la chiesa di S. Sebastiano, parrocchiale di Rioglio, e la chiesa di S. Andrea de Laureto, detta antica parrocchiale. Entro la fine del sec. XVII il villaggio di Rioglio scomparve (sopravvisse solo la regione prediale); la popolazione confluì probabilmente nella borgata di Rivalta [Settia 1975, pp. 283-84]. Per quanto già indicata come parrocchiale nelle visite pastorali di inizio sec. XVII, il decreto di erezione in parrocchia della chiesa di S. Sebastiano data al 4/6/1694. Nella seconda metà del sec. XVIII risultava in cattive condizioni. Conservava la statua della Madonna della Santa Cintura, ora custodita nella chiesa di S. Sebastiano di Sulpiano. Sono ancora visibili alcuni ruderi del campanile. Nel 1941 fu edificata una piccola edicola campestre a ricordo dell’antica chiesa [Ogliaro 1999, pp. 349-50, 352].