CALLIANO
CALLIANO
Dial.
Caliàn. Calianum,
792 [BSSS 28, doc. 3, p. 4].
Nel 1935 passò dalla provincia di Alessandria alla nuova provincia di Asti [R.D.L. n. 297, 1/4/1935].
Abitanti: 1070. Distanza da Casale Km 24 ‑ Altezza: m 258 s. m. Provincia di
Asti.
Parrocchia SS. Nome di Maria. Non si conosce la data di erezione. Prima
parrocchiale fu verosimilmente la chiesa di S. Pietro, citata dall’anno 886 [BSSS
28, doc. 19, p. 27]. Una basilica di S. Maria risulta nel 999 [BSSS 28,
doc. 124, p. 239]. Vi erano in passato tre parrocchie: S. Pietro, S. Martino
(presto unita a S. Pietro) e S. Felice; il 5/4/1569 furono unite le parrocchie
di S. Pietro e di S. Felice [Milanese 1956,
p. 21; Cavallo 2004]. Nella prima
metà del sec. XVII divenne parrocchiale unica la chiesa di S. Maria, costruita nel secolo precedente e già utilizzata come parrocchiale, per comodità della popolazione, negli ultimi decenni del Cinquecento. Inizialmente nella diocesi di Asti, pieve di Grana, Calliano fu staccato con Montemagno nel 1474 per
far parte della nuova diocesi di Casale [ASDC, Vis. past. Aldegatti, 455-456, ff. 145r-148r; Settia
1991a, p. 374 n. 89]; nel 1805
passò ancora alla diocesi di Asti e nel 1817 rientrò definitivamente in quella di
Casale [Bosio 1894, pp. 134-41].
Chiesa parrocchiale, SS. Nome di Maria (Ss. Pietro Paolo e Felice): nella parte più
alta del paese. Una prima chiesa venne fatta costruire dalla popolazione nel
sec. XVI sui ruderi della cappella del castello (già Madonna delle Grazie) [AD
1969, p. 36]. L’edificio attuale fu iniziato sullo stesso sedime nel 1721
(capomastro Martino Donati), consacrato il giorno
1/11/1729 e terminato internamente nel 1731, ma con facciata incompiuta. Nuova
consacrazione nel 1743. Il completamento della chiesa si deve al parroco
Piergiorgio Scamuzzi. Nel 1766-67 fu demolito il
campanile del 1644 e venne costruito quello attuale, molto più alto (progetto di
Pietro Pozzi, capomastro Domenico Cragnola). La facciata fu terminata
nel 1767, sulla base dell’idea del Donati, previa consulenza del Magnocavalli (capomastro ancora
Cragnola). Nel 1786 vennero abbattuti due altari (di S. Giovanni Battista e di
S. Felice) [Cavallo 2004]. Nel 1804
furono acquistati dalla Nazione gradinata e balaustrata di marmo del soppresso
convento di S. Bernardino di Asti, opera dello scalpellino Secondo Casella su disegno dell’ing. Giovanni
Maria Molino (1772), e un altare dalla chiesa di S. Martino di Asti (che però nella
parrocchiale non risulta) [Castiglioni 2002,
pp. 83, 111-12 n. 206; Di Majo 2010,
p. 571]. Alla fine del sec. XIX risalgono la costruzione di due navate laterali
(1880) [Cavallo 1998b, p. 26] e
l’esecuzione degli affreschi sovrastanti il coro ligneo da parte di Andrea
Marchisio (1891). Gli altari laterali
furono trasformati: le tavolette dei Misteri del Rosario vennero inserite
nell’intradosso dell’arco a tutto sesto che accoglie la pala nel nuovo altare
marmoreo [Bava 2000a, p. 64]. I
restauri finirono nel 1913 con l’inaugurazione dell’organo rinnovato
[Cavallo 1998b, p. 30]. Dipinti di
Luigi Morgari del 1934
[Grignolio 1998a]. Nel 1956 vennero
rifuse due delle cinque campane (ditta Roberto Mazzola).
Facciata in mattoni a vista; sono ben riconoscibili le due fasi di costruzione per
il diverso colore dei mattoni. Prospetto a due ordini, percorso da due coppie di colonne
poggianti su un alto zoccolo; timpano spezzato; bel portone ligneo
settecentesco; soprastante finestra mistilinea. Due strette ali laterali limitate al primo ordine, sono contenute da un grosso
pilastro poligonale e raccordate al secondo ordine da volute. Il fregio del primo ordine reca un triglifo a gocce piramidali
fittamente ripetuto [Mighetto 2007, p. 61]. L’entrata è preceduta da una breve scalinata. Sul fianco destro,
vicino al tetto, è murata una lastra di arenaria proveniente dal distrutto
castello, con iscrizione mal leggibile, con difficoltà trascritta da Niccolini e da Minoglio
[Niccolini
1877, p. 241; Minoglio 1880, p. 86].
Il campanile si innalza al lato destro della chiesa. Interno a tre navate.
L’altar maggiore, in marmi policromi, progettato da Bernardo Antonio Vittone e
realizzato da Giacomo Pellagatta nel 1765 [Di Majo 2010, p. 489], regge un arcaicizzante Crocifisso
ligneo processionale del sec. XV, intagliato e dipinto, proveniente dalla chiesa
della confraternita di S. Michele [Cervini
2001b, p. 80; AD 2002, p. 105]. Coro ligneo iniziato nella prima metà del sec.
XVIII, terminato nel 1758 da Francesco Accatino
[Cavallo 2004]. I dipinti parietali
dell'abside sono opera di Andrea Marchisio (1891). Al di sopra si aprono nove nicchie
con statue di stucco raffiguranti Gesù Cristo e santi, realizzate nel 1753
da Baguti (forse Antonio Bagutti, attivo a Nizza M.to negli anni '60
[Rocco 2003, pp. 210-11]).
Al vertice è posta una tela ritraente la Madonna col Bambino venerati da due santi
(prima metà sec. XVII) [Palmieri 2012a,
p. 151]. Balaustra marmorea del 1772.
Altari laterali, a destra: a) del Corpus Domini: tela del Moncalvo raffigurante la
Crocifissione e Santi (1593) [Romano 1968, p. 76], restaurato nel 1980 (Nicola); b) del
Suffragio: altare marmoreo realizzato dai Pellagatta (1764-65) per
la compagnia del SS. Sacramento [Parola 1999,
pp. 48-49; Di Majo 2010, pp. 489-90];
tela tardo-seicentesca rappresentante la Madonna col Bambino, i Ss.
Pietro e Caterina d’Alessandria, e anime purganti. A sinistra: a) di
S. Antonio: tela raffigurante S. Antonio da Padova col Bambino, opera
tarda (1665) di Orsola Caccia
[Chiodo 2003, p. 77]; b) del
Rosario: tela del Moncalvo raffigurante la Madonna del Rosario con santi e devoti e
quindici tavolette lignee dei Misteri, restaurate nel 2000 (Anna Rosa Nicola)
[Bava 2000a, p. 64]. All’inizio
della navata è posto il battistero marmoreo realizzato nel 1772 da Francesco Bottinelli;
nello stesso anno Giovanni Andrea Allemano intagliò e indorò lo sportello ligneo [Cavallo 2004]; la cancellata in ferro battuto è del 1754.
Il pulpito intarsiato (sec. XVII) è anteriore alla chiesa; i tre confessionali
sono della stessa epoca. La Via Crucis risale al 1760 [AD 1991, p. 100]. Una statua
lignea ricorda il passaggio di don Giovanni Bosco durante la
passeggiate autunnali del 1862 [Deambrogio
1975, pp. 293-304]. Bussola e orchestra sono
opera di Francesco Accatino, gli intagli
dell’orchestra di Francesco Maria Bonzanigo (1753-54). L’organo antico era di Liborio Grisante (1753-54);
dopo un ampliamento del 1782 (Antonio Scopello)
[Cavallo 1998a, pp. 34-35, 37] e
vari restauri, nel 1913 fu inaugurato il nuovo organo di 992 canne ricostruito
da Giuseppe Gandini, che conservò la splendida cassa del
Bonzanigo (restaurata dalla ditta
Traffano e Stura); sulla cimasa si legge la data 1767 (probabilmente scritta in occasione del rifacimento della facciata)
[Cavallo 1998b, pp. 22-24, 26-29; Cavallo 2011, p. 95].
Una tela di Pier Francesco Guala del 1755 (Madonna
Addolorata con S. Francesco di Sales) preparata per la parrocchiale in
sostituzione del quadro di S. Antonio di Orsola Caccia, non fu mai
esposta [Cavallo 2004]. Non è più
presente una statua lignea della Madonna del Rosario scolpita nel 1795 da
Domenico Varallo e indorata da Simone Genova (= Ganora?) [Parola
1999, p. 47].
Ss. Pietro e Paolo:
in un piccolo prato nell’abitato, a fianco della provinciale per Grana; l’abside
è prossima al muro di recinzione di un’abitazione. Citata nell’anno 886 [BSSS
28, doc. 19, p. 27]; nel 1003 dipendeva dalla pieve di Grana [BSSS 28, doc. 130,
p. 250]. Antica parrocchiale. Nel 1568 aveva tre navate. Nel 1665 si celebrava
solo nel giorno di S. Pietro. Il pavimento originale doveva essere almeno un
metro più basso; il piano si è rialzato in seguito a frana alluvionale. Il tetto
fu rifatto nel 1760. Restauri nel 1985 (ricupero e strappo di un frammento di
affresco databile al terzo decennio del sec. XIV con angelo annunciante al lato destro dell’arco
trionfale sull’estradosso della volta, ora collocato nella canonica della
parrocchiale) [Bordone 1984a, pp.
59-62; Ragusa 1997, p. 40;
Cavallo 2004]. Si
celebra la messa nel giorno del santo.
Aula rettangolare (ca. m 7 x 5.5), corrispondente ad una parte dell’antica navata
centrale; sulle pareti laterali sono intuibili archi tamponati; abside
semicircolare. Facciata a capanna di fine XIX - inizio XX secolo, con file
orizzontali di blocchi squadrati di arenaria alternati a corsi di mattoni di uguale spessore.
L’architrave della porta è sormontato da un blocco di arenaria
semicircolare, su cui è incisa la titolazione ai Ss. Pietro e Paolo. Ai lati
della porta si aprono due strette finestre; sopra la porta c’è un rosone in
mattoni che circonda un cerchio di arenaria su cui cinque incisioni circolari
formano una croce. Coronamento ad archetti pensili rampanti. I due fianchi della
chiesa sono intonacati. L’abside è l’unico elemento antico (sec. XII); in
blocchi di pietra, tranne la parte basale in mattoni; è divisa in tre campiture
da due esili semicolonne; vi sono due monofore a doppia strombatura con riseghe
e arco a tutto sesto monolitico. A coronamento corre una fascia di archetti
pensili monolitici, poggianti su mensoline, di cui una porta scolpito un volto
umano. Sopra gli archetti vi è un sottile filare a denti di sega; in una parte
della cimasa un motivo a damier; la porzione più alta è costituita da
quattro filari di mattoni. Sul fianco destro è presente un orologio solare ad ora canonica privo di gnomone,
graffito su un concio di arenaria. All’interno sull’altare è collocata una grande tela a
olio mal conservata raffigurante la Madonna Assunta tra angeli coi Ss. Pietro
e Paolo (seconda metà del sec. XVIII) ) [Bordone
1984a, pp. 59-62; Mesturini 2008, p. 16].
S. Michele Arcangelo:
situata a poca distanza dalla parrocchiale. Già esistente nel 1597, fu
restaurata e rimaneggiata più volte dalla confraternita omonima. Forse da questa
chiesa proveniva un organo Grisante del 1754,
trasferito nel sec. XIX alla parrocchiale di Penango; nel 1833 era descritto un
organo a cilindri [Cavallo 1998b,
p. 22; Cavallo 2002a, p. 20]. Una lapide murata nel portichetto collocato sul fianco destro della chiesa ricorda un restauro concluso nel 1936. Si
celebra nel giorno del santo.
Al piccolo sagrato si giunge con una breve scalinata in pietra, interrotta da una
cancellata di ferro lavorato. Facciata scandita da due lesene che sostengono
trabeazione e frontone. Conserva un bel portone ligneo a due battenti scompartiti da pannelli finemente intagliati, descritto come nuovo nel 1725 [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 22, f. 701r], sopra cui si apre una finestra arcuata. Sul lato orientale si
affianca un piccolo porticato in muratura. Esile campanile a base quadrata eretto in un angolo della sacrestia, alla destra dell'abside. All’interno si trova un modesto altare in muratura
intonacato e dipinto, dalle forme alquanto stilizzate e geometriche
[Bravo 2002, pp. 189-91], e un
interessante Crocifisso ligneo quattrocentesco, che, liberato dalle
ridipinture, potrebbe forse ricuperare forme e cromie originali [Ragusa
2002, p. 83].
Annunziata:
ex chiesa (oggi Salone Polivalente Don Luigi Venesia), al centro del paese, all'interno di quella che era un tempo la porta meridionale del borgo. Risale al sec. XV, con ampliamenti nei secoli successivi. Nel 1568 era l'oratorio della società dei Disciplinanti [ASDC, Vis. past. Aldegatti, 455-456, f. 150r].
Nel sec. XVIII in sacrestia vi era un altare in muratura sormontato da una ricca
cornice di stucco contenente un quadro datato 1731
[Caramellino 1999, p. 224]. Da metà
sec. XIX la chiesa era dotata di un piccolo organo. Nel 1907 l’edificio era
deteriorato e vi si celebrava messa solo in occasione della festa titolare
[Cavallo 1998b, p. 27]. Da tempo
sconsacrata, venne acquistata dal comune nel 2001. Un
importante restauro è stato completato nel 2005; l'edificio è ora utilizzato come salone comunale per attività culturali e ricreative.
Bella costruzione ad aula unica comprendente tre vani in successione: il grande vano
chiesa (sec. XV: vedi i contrafforti sul fianco destro e le finestre ogivali
tamponate), il coro e la sacrestia (ambienti aggiunti nel secondo decennio del
sec. XVIII). Facciata monumentale a doppio ordine di lesene con nicchie al piano
superiore. Un mattone nel secondo contrafforte del fianco destro ha una scritta
graffita: «1726 si e a guera». Copertura con volte a crociera nelle prime due
campate corrispondenti alla struttura quattrocentesca, volta a botte con sesto
ribassato per la rimanente parte. La sacrestia è coperta da volta a crociera con
medaglione centrale in stucco entro cui è affrescata una colomba
[Caramellino 1999, p. 224]. Sono in
attesa di essere ricollocati due dipinti seicenteschi: Madonna col Bambino e
i Ss. Giovannino e Francesco e Annunciazione (ritirati nel 1954,
perché a rischio, dalla soprintendente Noemi Gabrielli). Due statue
lignee di intagliatore piemontese della prima metà del sec. XVI, raffiguranti
S. Pietro e S. Paolo sono state collocate dal 1966 nel museo di
Casale [Spantigati 1995, p. 155;
Ragusa 2002, p. 83].
S. Rocco,
all’estremo sud del paese. Già esistente nel 1556. Nel 1770 minacciava di
crollare e fu restaurata [Cavallo 2004].
Da tempo in stato di semiabbandono, di recente è stata nuovamente
restaurata [1].
S. Felice martire:
poco fuori dell’abitato sulla strada per Grana, in posizione panoramica al
culmine di una collinetta. La
festa del 14 gennaio depone per S. Felice da Nola, confessore e martire del
III-IV secolo. La chiesa venne citata nel 1296
[Cotto 1986, doc. 281, p. 454]. Fu
a lungo la seconda parrocchia di Calliano, fino al 1564, quando venne unita a S.
Pietro [Milanese 1956, p. 21]. Nel
1759 fu ripreso il tetto; riparazioni varie nel 1771
[Cavallo 2004]. È diroccata, senza tetto, priva di campanile; pareti in mattoni
con intonaci in gran parte staccati.
S. Defendente:
a circa 600 metri dal centro del paese, in direzione nord-est. Citata nel 1556
come dipendente dalla chiesa di S. Pietro. È un’edicola in grave stato di
deterioramento.
Natività di Maria Vergine: è isolata in aperta campagna, 1 Km a sud del paese. Sconsacrata, ridotta a uso profano. Corrisponde verosimilmente alla chiesa che nel 1725 era dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, nella quale si celebrava messa l'8 settembre, festa della Natività di Maria [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 23, f. 759r]. Recentemente è stato rifatto il tetto a spese
della parrocchia [1]. Edificio a pianta rettangolare con abside semicircolare; le pareti laterali sono rinforzate da speroni. Di epoca di costruzione più recente è il portico neogotico anteriore.
Beata Vergine della Neve:
a nord del concentrico, presso la strada per Moncalvo. Nel 1556 dipendeva dalla
chiesa di S. Pietro. Nel 1595 fu rifatto il tetto. Nel 1702 venne acquistata una
nuova pala d’altare, descritta nel 1725 come assai bella, con l'immagine di Maria Vergine e i Ss. Luigi Gonzaga e Filippo Neri [Cavallo 2004; ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 23, f. 757r]. In attesa di interventi di recupero, è in cattive condizioni di conservazione, col tetto in gran parte crollato, intonaco quasi completamente scrostato dalle pareti esterne e mattoni a vista.
Ha un piccolo portico antistante, non presente nel 1725.
Madonna di Caravaggio:
in aperta campagna, in località Montarsone, ca. 1,5 Km a sud del paese. All'inizio del sec. XVIII presso la cascina Montarsone fu fatta costruire dal can. Giovanni Battista Beretta una chiesa intitolata alla Beata Vergine Assunta. L'attuale chiesa fu eretta col nuovo titolo nel secondo decennio del Novecento e consacrata nel 1917 da mons. Maggiorino Maggiora. Restauro nel 2005 [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 23, f. 755r].
Semplice edificio a pianta rettangolare, affiancato sul lato destro dalla sacrestia, al fondo della quale s'innalza il campanile; l'esterno è completamente in mattoni a vista. L'altare maggiore, in marmo grigio e bianco, è datato 1913 (donatore Antonio Accomazzo). Si celebra all'inizio e alla fine di maggio, nel giorno della festa e in poche altre occasioni; attorno al 26 maggio è meta di una processione notturna con fiaccolata.
S. Anna: in
località Perrona (dial. Prùn-a. Perona, 1232 [BSSS 37, doc. 367,
p. 322]). Risale al sec. XVI. Nel 1725 era segnalato il quadro dell'altar maggiore raffigurante Maria Vergine, Ss. Anna, Carlo e Defendente, mentre all'altare laterale era posto un quadro con S. Giuseppe [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 23, ff. 755v-756r]. Nel 2009 si sono completati restauri che hanno
riguardato le pitture delle pareti interne, il sagrato e la facciata, per la quale
si è provvisto al rifacimento dell'intonaco, alla posa di uno zoccolo di pietra
di Luserna e alla tinteggiatura. Si celebra ogni domenica.
Facciata intonacata, rivolta a sud-est, confinante sul lato sinistro con un’abitazione; fianco
destro e campanile in mattoni a vista. Impianto a croce greca, che si prolunga nel presbiterio-abside, separato dall'aula da una balaustrata lignea. Nella cappella laterale destra è presente una bella tela seicentesca raffigurante l’Adorazione
dei Magi, recentemente restaurata [Ragusa
2002, p. 83].
1 Comunicazione di Francesco Dona (2009).
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