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ASSOCIAZIONE CASALESE ARTE E STORIA PARCO NATURALE E AREA ATTREZZATA
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POZZENGO

POZZENGO

 

Dial. Pusèng. Pulcengum, 981 [BSSS 28, doc. 103, p. 201].

Abitanti: 380. Distanza da Casale Km 25 ‑ Altezza: m 290 s. m. Frazione di Mombello M.to, provincia di Alessandria.

Parrocchia di S. Bononio. Eretta dopo la formazione della diocesi di Casale.

Chiesa parrocchiale, S. Bononio: nella parte alta, al margine settentrionale del paese. Una chiesa di S. Maria di Palcengo o Plocengo fu censita negli estimi della diocesi di Vercelli, pieve di Gabiano, senza titolo nel 1299, col titolo nel 1348 [ARMO, pp. 39, 113]. Fu consacrata nel 1515, forse in seguito ad una ricostruzione. All'inizio dell'anno 1700 venne riedificata nello stesso luogo, utilizzando materiale di risulta della vecchia chiesa di S. Maria [Pozzengo 2003; Vescovi 2007, pp. 268-69]. Il nuovo edificio fu consacrato il 4/9/1724 da mons. Radicati [AD 1991, p. 179]. Nel 1725 la chiesa era dedicata a Maria Vergine e S. Bononio [Vescovi 2007, p. 268]; successivamente prevalse il titolo di S. Bononio (abate di S. Genuario di Lucedio tra X e XI secolo, morto e canonizzato nel 1026 [Tabacco 1970, pp. 358-360]). Il 17/5/1839 un fulmine fece cadere parte del campanile sulla casa parrocchiale, uccidendo il cappellano don Rondano e ferendo il parroco don G. B. Battaglia [Serrafero 1996, p. 40]. La campana maggiore fu rifusa dalla ditta Barigozzi [Calvo 2010, p. 154]. Negli anni 1924-26 furono effettuati restauri della facciata e dell’interno [AD 1991, p. 179]; nella controfacciata vennero inseriti il battistero e la scala di accesso all’organo [Pozzengo 2003]. Nuova tinteggiatura della facciata nel 1992.

Imponente campanile in stile ottocentesco (ma con i due primi piani più antichi), che raggiunge al cornicione della cupola l’altezza di m 30.3 [AD 1991, p. 179]. Facciata a due ordini, intonacata, con slanciate lesene e frontone triangolare, sorretto da una trabeazione sulla quale è riportata la dedicazione all’Immacolata. Nella parete esterna sinistra è murato un architrave di portale medievale in arenaria (cm 33 x 220), scolpito con un tema decorativo insolito in Piemonte: tre clipei con figure di difficile identificazione per il deterioramento della superficie lapidea (Traditio legis et clavium?), su fondo concavo, orlati da un nastro a triplo vimine che li collega mediante due tipiche circonferenze annodate con un disegno di fiore a quattro petali. La figura centrale, che tiene un libro con la mano sinistra, mentre la destra è sollevata in segno di benedizione, sembra rappresentare il Cristo. Le figure nei clipei laterali potrebbero corrispondere ai Ss. Pietro e Paolo. Una figurazione simile (ma senza l'intreccio vimineo) si trova nel portale del transetto settentrionale del S. Michele di Pavia, già ricordato per le affinità con un rilievo erratico murato nella chiesa di S. Sebastiano a Mombello. L'architrave di Pozzengo, sotto cui è stata posta la scritta «avanzo della chiesa antica», è attribuibile ad uno scultore lombardo di grande personalità dei primi decenni del sec. XII influenzato da modelli paleocristiani, ma non sono escludibili rapporti con la maestranza che opera in S. Fede di Cavagnolo e il S. Lorenzo di Montiglio [Peroni 1984, tav. XX, fig. 6; Caramellino 1987b, p. 63; Vescovi 2007, pp. 270-71; Vescovi 2012, p. 153]. Interno con ampia navata (m 25 x 14), su ciascun lato della quale si aprono due cappelle maggiori e una minore intercomunicanti, a costituire quasi due navatelle laterali. Grandi capitelli laminati in oro. Gli affreschi della volta, della grande lunetta sul coro (Crocifissione) e le stazioni della Via Crucis ad olio su tela sono di Luigi Morgari. Altar maggiore e balaustrata in marmi policromi; sull’altare si eleva una croce del sec. XVIII. Al di sopra del coro ligneo è posta una grande tela raffigurante la Madonna Immacolata venerata da S. Bononio, con una suggestiva rappresentazione del paese. Ai lati della balaustrata vi sono due piccoli altari con nicchia sormontata da angioletti in stucco; nella nicchia di destra è posta una statua della Madonna del Rosario; a sinistra una statua dell’Addolorata.

Le cappelle laterali hanno altari dotati di tele già presenti nel 1724, di uguali dimensioni, con cornici di stucco. Cappelle maggiori di destra: a) tela raffigurante i Ss. Sebastiano, Antonio da Padova e Nicola da Tolentino; b) Martirio di S. Orsola e delle sue vergini. A sinistra: a) la tela centrale raffigura la Madonna col Bambino e S. Giovannino venerati da S. Francesco, mentre sulla parete destra è posto un quadro raffigurante S. Gottardo, di Romano Bianco; b) Madonna del Rosario coi Ss. Domenico e Caterina da Siena. Nelle aperture laterali intermedie della navata sono sistemati due confessionali (quello di sinistra con intagli a tutto tondo di notevole pregio). Subito dopo l’ingresso, sulla sinistra, si apre un elegante battistero con vasca ramata e dorata e un piccolo rilievo di gesso raffigurante il Battesimo di Gesù. Sulla tribuna all’ingresso è situato un organo settecentesco di piccole dimensioni [Grignolio 1994, pp. 87-90], su cui si legge la data «1791» [1]; per tipologia è attribuibile alla bottega di Liborio Grisante. Originariamente appartenente a una chiesa di Casale, dopo le soppressioni napoleoniche fu rimodernato (1804) e trasferito a Pozzengo; ultimo laborioso restauro terminato nel 2010 (ditta Marzi) [Giunipero 2010].

Madonna del Carmine: al centro del paese. Edificata attorno al 1660; subì varie trasformazioni. Nel 1687 anteriormente alla facciata fu costruito il coro, sostenuto da un portico. Negli anni ’50 del Novecento fu abbattuto il campanile situato posteriormente sul lato sinistro, incombente sulla strada e pericolante; si eliminò il portico molto basso e stretto che sovrastava il nodo stradale, per ampliare lo spazio per il passaggio dei veicoli. Il progressivo deterioramento del manto di copertura e dell’ordito ligneo portò fra il 1979 e il 1989 alla lesione delle strutture murarie; nel settembre 1989 crollò la facciata e parte della chiesa (il tetto era già sfondato in precedenza). Lavori di ripristino iniziarono dal 1995, su progetto dell’arch. Foglizzo, con parziale demolizione (per cui rimane solo presbiterio, abside e il basso campanile sul lato destro), rifacimento del tetto e chiusura anteriore con una grande vetrata. La chiesa, divenuta così di ridotte dimensioni, è stata riaperta al culto il 20/7/1997. Nella nicchia è stata collocata una gigantografia della statua della Madonna a grandezza naturale, mentre la statua lignea seicentesca è custodita nella parrocchiale [Pozzengo 1997; Scagliotti 2001; Valle Cerrina 2002; Pollicelli 2005, pp. 20-21].

Santuario di S. Gottardo: sulla strada Pozzengo‑Gaminella. Centro di devozione di un’ampia area del Monferrato. S. Gottardo è venerato a Pozzengo dal 1600 (quando il santo comparve per salvare un bambino minacciato da una coppia di buoi imbizzarriti). La prima costruzione, su un’antica edicola votiva, risale all’inizio del sec. XVII. Vi era un quadro di S. Gottardo datato 1620 [Valle Cerrina 2002; Pollicelli 2005, p. 25]. Fu ampliata negli anni 1855-57 [AD 1991, p. 179] assumendo forma a una navata in stile neogotico con l’aggiunta dell’attuale protiro a quattro colonne. Nuovo ampliamento nel 1930-31 su progetto del geometra Ottavio Bruno: fu arretrata l’abside ed eretto il transetto, per consentire l’innalzamento di una cupola con lanterna, che fu inaugurata il 6/4/1931 [Scagliotti 2001]. Nel 1955 venne restaurato l’interno, rinnovando pavimento, altare e tinteggiatura [AD 1991, p. 179] (decorazioni di Gino Cappa). Nel 1974, in seguito al furto di una pala ovale raffigurante S. Gottardo, furono apposte grate di sicurezza [Grignolio 1994, p. 90].
Nel 1996 si sostituì il manto di copertura dei tetti, originariamente in coppi, con lastre di rame sagomate di dubbio impatto estetico, e si realizzarono nuove vetrate a soggetto geometrico [Valle Cerrina 2002; Pollicelli 2005, p. 24]. La cupola invece è ancora ricoperta di lastre di eternit.

Pianta a croce latina con abside ed estremità del transetto semicircolari. Il protiro è completato da trabeazione e timpano. L’interno prende luce da varie monofore con arco a tutto sesto. Si conserva una statua di legno policroma di S. Gottardo, datata 1886, che viene portata in processione fino alla chiesa parrocchiale ai primi di maggio e riportata dopo una settimana. Sono presenti numerosi ex voto [Grignolio 1994, p. 90].

S. Bernardo da Mentone: sull’altura omonima in frazione Osta (dial. Osta). Una chiesa precedente, ben più ampia e con romitorio, già segnalata nel 1685, rovinò nel sec. XIX. La costruzione dell'attuale edificio fu iniziata nel 1855 e portata a termine solo nel 1908 [AD 1991, p. 179].

Pianta esagonale. Facciata in mattoni a vista con curiose decorazioni; gli altri lati sono intonacati. Si conserva un quadro con S. Bernardo e il diavolo in catene, di Maria Capello (1910).

S. Rocco: piccola chiesa in frazione Crosia (dial. Crös. Crosum (?), 1274 [BSSS 89, doc. 184, p. 230]). Esisteva già nel 1619 (visita pastorale di monsignor Scipione Pascale). Recente rifacimento del tetto; sono stati effettuati inoltre interventi conservativi sugli intonaci interni e sul pavimento in cotto.

Edificio a pianta quadrata. Facciata culminante con un timpano triangolare; due finestrelle rettangolari di devozione si aprono ai lati della porta centrale, che è sopraelevata di cinque gradini rispetto al piano stradale; il portone ligneo intagliato presenta due ostensori nei riquadri centrali. Entro una nicchia sopra l'altare si conserva una statua in gesso della Madonna col Bambino, ai lati due affreschi recentemente restaurati, che rappresentano S. Pancrazio e S. Giuseppe [Magrassi, Ronco 2018, p. 76]. Sulla parete destra c’è una tela di recente fattura raffigurante S. Rocco.


1 Comunicazione di don Domenico Casa (2005).