PONZANO MONFERRATO
PONZANO MONFERRATO
Dial.
Punsàn. Ponzanum, 919
[BSSS 113,
doc. 1]. Il determinante
Monferrato fu aggiunto nel 1863.
Nel 1928 al comune
di Ponzano fu aggregato il comune soppresso di Salabue [R.D. n. 1160, 1/2/1863; R.D. n. 1528, 21/6/1928].
Abitanti: 240. Distanza da Casale Km 22 ‑ Altezza: m 380 s. m. Provincia di
Alessandria.
Parrocchia di S. Giovanni Battista. Eretta ab immemorabili. Passò dalla
diocesi di Vercelli alla diocesi di Casale già nel 1474
[De Bono 1986, p. 34]. Contitolare
della parrocchia è S. Vincenzo martire.
Chiesa parrocchiale, S. Giovanni Battista:
all’estremo nord-ovest del paese, presso il castello. La chiesa è citata nel 1272
[BSSS 89, doc. 174, p. 219]; elencata negli estimi della pieve di Meda senza titolo nel 1299, col titolo
nel 1348 [ARMO, pp. 38, 113].
Nel 1336 ricevette un cospicuo legato per la sua ricostruzione
[Patria 2008, p. 151]. Nel 1659, a ricordo della chiesa di S. Vincenzo martire distrutta entro l'area del castello, fu fondata la compagnia di S. Vincenzo, santo che per qualche tempo subentrò a Giovanni Battista come titolare della parrocchiale stessa. La chiesa venne
riedificata tra il 1660 circa e il 1670: lavori diretti da Sebastiano Guala,
capomastro Rocco Spaino, stuccatore Giovanni Battista Bianchi. Nel 1722 il vescovo Radicati acconsentì a un'ulteriore ricostruzione, che fu rapidamente iniziata nello stesso sito della chiesa precedente. Nel 1731 la chiesa era intitolata a entrambi i santi Giovanni Battista e Vincenzo. Dopo la cacciata
delle truppe franco-ispane nel 1746, si decise di erigere in ringraziamento un
nuovo altare di marmo [Saletta 1711, vol. I, parte III, cc. 447r, 453r; Cento 2009, pp. 17, 19; ASDC, Vis. past. Caravadossi, 473-488, f. 57v].
L’edificio è stato restaurato nel 1963 (data
ricordata da un mosaico sulla soglia). Il concerto di tre campane è stato
elettrificato dalla ditta Elettrobel nel 1974 [AD 1991, p. 176].
Facciata neoclassica a due ordini, culminante con un timpano nella cui nicchia è
posta una statuetta di S. Giovanni Battista. Pregevole la porta lignea
intagliata, di inizio Ottocento. Sulla parete meridionale si intravedono due quadranti solari senza stilo mal
conservati (uno è interrotto da una recente intonacatura).
Un graffito presente sulla stessa parete è stato interpretato come orologio solare
ad ora canonica, di epoca medievale
[Mesturini 2008, p. 32].
Il campanile ha una
parte inferiore più antica, con tessitura mista di mattoni e conci di pietra da
cantoni e cella campanaria barocca in mattoni.
Pianta a croce latina, navata unica con presbiterio e abside semicircolare. Le pareti
interne sono segnate da lesene con capitelli ionici. La volta a botte lunettata
è divisa da archi trasversali sorretti dalle lesene. Nel presbiterio e nel coro
sono presenti decorazioni ad affresco di Carlo Meloni (1963), allievo di
Baranzelli, raffiguranti la Nascita di
S. Giovanni Battista, le tre Marie, la Decollazione del Battista,
i quattro Evangelisti, le Virtù teologali. Dal settecentesco altar maggiore marmoreo è stata staccata la mensa; il tabernacolo è sormontato da un piccolo Crocifisso contenuto in un ciborio sorretto da quattro colonnine. Nell’abside è
posta una tela d’inizio sec. XIX raffigurante il Battesimo di Cristo.
Coro ligneo [Grignolio 1994, p. 86].
Ai lati dell'altar maggiore sono collocati il trono dorato del negus d'Etiopia
Hailé Selassié e un'aquila imperiale con le ali mozzate (prede di guerra del
generale Ugo Cavallero) [Angelino 2009b].
Il presbiterio è delimitato da una modesta balaustra. I due
altari laterali, dedicati a S. Francesco e alla Madonna del Rosario, hanno
paliotti in scagliola in cattive condizioni e tele raffiguranti rispettivamente i Ss. Vincenzo martire e
Antonio da Padova col Bambino, firmata in basso a sinistra «L[...] Guala» (si tratta di Lorenzo Guala, padre di Pier Francesco)
[Mazza 1983, p. 15;
Soffiantino 1999a, p. 76] e la
Madonna del Rosario col Bambino e i Ss. Domenico e Caterina da Siena, coi Misteri
disposti ad arco (verosimilmente dello stesso autore, seconda metà del '600). Un’altra tela raffigura i
Ss. Sebastiano e Rocco, con l’Addolorata e angeli reggenti la Sindone.
In nicchie o edicole pensili sono collocate varie statue: S. Rita,
Immacolata, S. Domenico Savio, S. Giuseppe, Madonna
incoronata policroma, reliquia di S. Giovanni Bosco; in una piccola
nicchia vetrata è accolto un Gesù Bambino dormiente sulla croce, grazioso
ex voto in marmo bianco. Il battistero è delimitato da una cancellata;
presenta il Battesimo di Cristo in stucco patinato simil oro. La
cappelletta sul lato opposto ha un dipinto murale raffigurante l’Angelo
custode che accompagna due ragazzi. Il pulpito ligneo ottocentesco è
decorato in oro. Dai due confessionali (di cui uno, con colonnine tortili, datato 1750) sono state rubate le porticine
intagliate. La bussola fa corpo unico con la cantoria; al di sopra si apre una
finestra vetrata con l’immagine di S. Giovanni Battista. Le porte della
sacrestia hanno belle decorazioni pseudo-araldiche in stucco. La sacrestia è
stata realizzata in epoca successiva alla chiesa; conserva un bel mobile del
sec. XVII, cui son stati sottratti gli sportelli laterali
[Grignolio 1994, pp. 84-86]. Nel
1967 furono rubati un aspersorio d’oro, un calice ed una patena e nel 1968
mobili di sacrestia [Grignolio
1993b].
S. Bernardo (S. Bartolomeo):
chiesetta in regione Sottoripa (dial. Sut-riva), di proprietà privata
[AD 1974, p. 117]. Venne fatta fabbricare per voto della comunità. Citata a inizio sec. XVIII [Saletta
1711, vol. I, parte III, c. 447r; ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 18, f. 602v]. Fu consacrata nel 1783. Un recente restauro ha riportato
l'edificio in buone condizioni [Cento
2009, p. 72].
Aula rettangolare senza campanile; esterno in mattoni a vista con qualche inserto lapideo. Facciata a capanna; ai lati del portone d'ingresso si aprono due finestrelle con vetri colorati, protette da grate di ferro; in una rientranza superiore è
murato un tondo di terracotta invetriata policroma raffigurante la Madonna col Bambino. All'interno
si conserva una statua moderna della Madonna.
S. Defendente:
al cimitero, di proprietà comunale. Chiesa citata nel 1631 [ASDC, Vis. past. Caravadossi, 473-488, f. 58v]. Nel sec. XVIII aveva un portico davanti. Aula rettangolare rivolta a ovest verso la strada, abside semicircolare. È del tutto spoglia.
S. Sebastiano: presso il castello, proprietà dei conti Cavallero. Citata
a inizio sec. XVIII [Saletta
1711, vol. I, parte III, c. 447r]. Nel 1725 non
vi si celebrava più perché «tutta rovinosa». Fino al 1847 fu sede della
confraternita di S. Sebastiano fondata nel 1659 e ricostituita recentemente allo scopo
di restaurare l’edificio [ASDC, Vis. past. Caravadossi, 473-488, f. 59v].
Facciata divisa da quattro paraste; l’ingresso è preceduto da 12 ripidi gradini.
Sopra la porta è affissa una lapide marmorea con l’elenco dei caduti della
guerra 1915-18 (scritta: «Flores salvete martyres»), sormontata da
un’aquila in cemento e stucco con stemma dei Savoia. Il campanile
ha sezione triangolare. Interno modesto; piccola aula absidata (m 14 x 5) con
decorazioni pittoriche del 1940. L'altare di stucco marmorizzato è privo della mensa. Al soffitto è appeso un baldacchino
pensile col cielo popolato da angioletti. Vi è anche un coretto
con piccoli scranni mal conservati e una balaustrata di legno. Alla parete di fondo dell'abside è posta una tela
centinata settecentesca rappresentante i Ss. Sebastiano e Rocco in
venerazione della Sindone e della Vergine, trafitta da un dardo. La Via
Crucis è realizzata in quadrelli di ceramica. In due nicchie vetrate sono
custoditi un Crocifisso e una Madonna del Rosario di stucco. Vi
sono poi alcuni quadretti con litografie raffiguranti S. Antonio da Padova,
S. Chiara, S. Cecilia, S. Giovanni Bosco; la Madonna di
Oropa reggente in mano un cuore fiorito
[Grignolio 1992a].
Cappella privata
nella Villa Fossati: altare ligneo barocco [Ricaldone
1999, p. 691].
S. Vincenzo martire: contitolare della parrocchia. Una chiesa di S. Vincenzo di Ponzano è
citata nel 1193 e nel 1253; non compare negli estimi della diocesi di Vercelli
dal 1299 al 1440. Nel 1591 e nel 1602 la chiesa di S. Vincenzo, che si trovava
all'interno dell'area del castello, era ormai diroccata [BSSS 37, doc. 126, p. 115;
Settia 2015, p. 38;
Angelino 1986e, pp. 583, 590 n. 43].
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