M O N F E R R A T O A R T E

ASSOCIAZIONE CASALESE ARTE E STORIA PARCO NATURALE E AREA ATTREZZATA
DEL SACRO MONTE DI CREA
MUSEO CIVICO DI CASALE MONFERRATO
Home
Indice dei luoghi
Indice dei nomi
di persona
Indice dei titoli e
dei santi titolari
Bibliografia
 
Avvertenze
Segnalazione Contributi

 

Scheda precedente
Scheda successiva
 
POMARO MONFERRATO

POMARO MONFERRATO

 

Dial. Pumà. Pomarium, 1055 [MGH DD V/2, n. 35, pp. 461, 649]. Il determinante Monferrato fu aggiunto nel 1863 [R.D. n. 1160, 1/2/1863].

Abitanti: 406. Distanza da Casale Km 16 - Altezza: m 142 s. m. Provincia di Alessandria.

Parrocchia di S. Sabina. Appartenente in passato alla diocesi di Vercelli, passò alla nuova diocesi di Casale nel 1474 (bolla 1/8/1474) [De Bono 1986, p. 40].

Chiesa parrocchiale, S. Sabina: nella parte alta del paese, a sud-est del castello. La chiesa fu ultimata nel 1308 e consacrata il 19/7/1309 da mons. Teodoro Zibramonti (?), vescovo di S. Salvatore del monte Sinai, come risulta da una lapide collocata sul lato sinistro del presbiterio [De Conti, III, p. 45; AD 1969, p. 70]. È possibile che la chiesa sia sorta su un edificio sacro preesistente, dato che, secondo la tradizione, a un secolo prima risale la donazione della Santa Spina, che sarebbe pervenuta a Pomaro alla conclusione della IV Crociata [Grignolio 1993, p. 83]. La chiesa ebbe una facciata barocca eseguita da Giovanni Baretti (1771), demolita all’inizio del sec. XX per essere rifatta in stile neogotico [Barbero 1979a, p. 59]. Al 1774 risalgono le porte e la bussola [1]. Restauri furono effettuati nel 1862 (iscrizione pavimentale a mosaico sulla soglia della chiesa). Nel 1911 venne elencata tra gli edifici monumentali nazionali, con segnalazione del campanile [Alessandria 1911, p. 38].

L'imponente campanile, verosimilmente quattrocentesco, è a forma di torre quadrata (lato di m 5, altezza m 25) non esattamente in asse con la chiesa, divisa in quattro ordini, dei quali il secondo e il terzo recano su ogni lato coppie di monofore a tutto sesto, in parte tamponate, mentre la cella campanaria ha coppie di pregevoli bifore e racchiude un concerto di cinque campane, benedette nel 1929 [AD 1991, p. 173]; i piani sono ripartiti da fasce decorative in cotto con mattoni a denti di sega e a scaletta; al culmine si eleva una cupoletta contornata da quattro cuspidi. Il piano della chiesa è sollevato di cinque gradini dal livello dell’ampio sagrato alberato. Facciata a salienti, tripartita da lesene e paraste angolari, culminanti con pinnacoli. Vi sono tre porte sormontate da rosoni in cotto; i tre portoni in noce del Settecento sono in stile barocco piemontese; le lunette dipinte sopra i portali presentano il volto di S. Sabina, al centro, e voli di rondini tra arabeschi, del pittore Giulio Cesari, direttore dell’Istituto di Belle Arti di Urbino.

Interno a tre navate in stile gotico illuminato da vetrate policrome; volte a crociera. Le pitture della volta con scene bibliche in grandi medaglioni sono di Maggi [AD 1991, p. 173; Grignolio 1993, p. 85]; Niccolini segnalava anche ornati di Vincenzo Zanini (<1877) [Niccolini 1877, p. 79]. Sulla parete di controfacciata, presso la porta di destra, è visibile un frammento di affresco di inizio '500 raffigurante un santo guerriero (S. Giorgio?). L’altare maggiore in marmi policromi è databile su base stilistica attorno al 1720, mentre il ciborio a colonnette venne donato dalla marchesa Francesca Dalla Valle Guidi di Bagno nel 1881 (data incisa sul retro). Elegante balaustrata marmorea (metà sec. XVIII) [Di Majo 2010, pp. 357-59]. In capo alla navata laterale sinistra è posto l'altare del Rosario, con statua lignea dorata della Madonna del Rosario (sec. XVIII), contornata da 15 tondi coi Misteri. In capo alla navata destra c'è un altare simile al precedente, dedicato al Sacro Cuore. Sulla parete laterale destra della chiesa si aprono due cappelle: la prima è la cappella della Santa Spina, chiusa da una inferriata in ferro battuto; il reliquiario della Santa Spina, comprendente frammenti della corona di spine e della veste di Cristo, è conservato in altro luogo. Nella seconda è affissa una pala lignea, con bella cornice dorata, raffigurante la Natività, attribuita a Giuseppe Giovenone (sec. XVI), fino al 1973 conservata nella chiesa di S. Rocco; nel 1977 fu al centro di un'intricata vicenda giudiziaria. Nella stessa cappella è situato un grosso concio di arenaria (rinvenuto presso la chiesa in occasione di restauri) sulle cui due facce principali sono incise scritte che alludono ad opere eseguite nel 1303 e nel 1489. Pulpito ligneo settecentesco. I primi due banchi della navata centrale sono dono dei marchesi Dalla Valle. L’acquasantiera di marmo, situata all'ingresso della chiesa sul lato sinistro, in origine era un fonte battesimale [AD 1991, p. 173]. L’organo meccanico è opera di Carlo Pera (1911) [2]. Sotto la cantoria, alla sinistra della porta d'ingresso centrale, è posto il fonte battesimale. Una lapide ricorda la benefattrice M. Annunziata Debandi, che contribuì alle spese per le campane [Grignolio 1993, 85].

In sacrestia è posta una pala rappresentante la Madonna del Rosario, di bottega di Giuseppe Giovenone il Giovane (<1584, ripetizione con poche varianti della tavola di Lu), in passato collocata all'altare del Rosario [Romano 1971b, p. 54; Galante 1982, pp. 238-39]. Sono conservate in altra sede una tela raffigurante S. Pietro (cm 76 x 61), di imitatore di Pier Francesco Guala [Soffiantino 1999a, p. 57] e copie della Madonna della Seggiola e della Madonna del Gran Duca, di Raffaello.

Non è più presente un quadro segnalato in sacrestia nel 1949 (col S. Pietro, di cui aveva le stesse dimensioni), raffigurante S. Paolo, in passato attribuito a Pier Francesco Guala [Carità 1949, p. 106]. Manca inoltre un quadro di pregio raffigurante S. Carlo, attorniato da 18 quadretti, segnalato nelle visite pastorali del '700 e ancora nel 1877 [Niccolini 1877, p. 79].

Confraternita di S. Rocco: in via XXIV Maggio. Citata a inizio Settecento come chiesa dei Disciplinanti [Saletta 1711, vol. I, parte III, c. 423r]. Viene usata due volte all’anno: la domenica delle Palme e il 16 agosto, festa di S. Rocco.

Edificio ad aula rettangolare; la facciata, rivolta a nord e preceduta da un semplice protiro, ha un coronamento curvilineo. L'elaborato altare ligneo, databile alla fine del sec. XVII, presenta un'alzata riccamente decorata con sculture, tra cui alcune cariatidi che contornano la nicchia centrale, nella quale è collocata la statua della Madonna col Bambino, mentre il fastigio è sormontato dalla figura di Dio Padre entro un cartiglio; nel 1969 subì il furto di quattro statuette [ICCD 0100012364]. Una pala raffigurante la Natività attribuita a Giuseppe Giovenone, fu incautamente rimossa dal parroco nel 1973; venne ritrovata quattro anni dopo ed è ora conservata nella parrocchiale.

Madonna della Neve: situata presso le omonime cascine, a nord del paese. Fu fabbricata a spese della comunità attorno al 1660; in passato veniva detta anche “della Pittura”: nel 1731 presentava dipinti murali con immagini della Madonna e santi vari dietro l'altare e ai due lati dell'entrata [ASDC, Vis. past. Caravadossi, 473-488, f. 17]. Importante restauro nel 1972 [AD 1974, p. 115]. Si celebra la messa il 5 agosto.

Aula rettangolare con facciata a capanna rivolta a sud, divisa in tre settori da quattro lesene; in un tondo posto sopra la porta d'ingresso è collocata una piccola terracotta invetriata raffigurante la Madonna col Bambino. Sul fianco destro si eleva un campanile a vela.


1 Notizia di Bruno Ferrero (2011) [Archivio storico del Comune di Casale M.to, Archivio Dalla Valle, cart. 325-4].
2 Notizia di don Walter Badengo (2008).