M O N F E R R A T O A R T E

ASSOCIAZIONE CASALESE ARTE E STORIA PARCO NATURALE E AREA ATTREZZATA
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MUSEO CIVICO DI CASALE MONFERRATO
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BROZOLO

BROZOLO

 

Dial. Bröžu. Brosule, 999 [MGH DD II/2, n. 323, p. 750; BSSS 145, doc. 35, p. 118].
Già comune autonomo, nel 1928 fu accorpato come frazione nel comune di Brusasco Cavagnolo, da cui si staccò nuovamente nel 1948 [Ferro 2006, p. 263].

Abitanti: 490. Distanza da Casale Km 42 ‑ Altezza: m 430 s. m. Provincia di Torino.

Parrocchia di S. Giorgio. Eretta prima del 1534 [AD 1991, p. 96]. Già appartenente alla diocesi di Vercelli, nel 1805 passò alla diocesi di Asti e nel 1817 alla diocesi di Casale
[Orsenigo 1909, p. 21; Bosio 1894, pp. 134-41; Bolla papale 17/7/1817].

Chiesa parrocchiale, S. Giorgio: nel nucleo di Grisoglio (dial. Grižö’. Grisolium, 1348 [ARMO, p. 116]), capoluogo. Elencata dal 1299 negli estimi diocesani a scopo di decime papali in dipendenza della pieve di Cortiglione [ARMO, pp. 41, 116; Cognasso 1929, p. 233]. Al contrario di molti altri paesi, la chiesa parrocchiale non fu mai ricostruita presso il castello del borgo. Venne ampliata e abbellita nel 1753 [AD 1969, p. 34], utilizzando i resti di una chiesa precedente, come si evince dalla presenza sul fianco sinistro di grossi conci di pietra, tra cui alcuni scolpiti. In un vecchio documento si legge che alla costruzione «concorse la comune pietà e sollecitudine del popolo». Non è nota la data della consacrazione. Importanti restauri furono effettuati nel 1820. Nel 1910 il parroco don Sorisio fece rifare la pavimentazione e decorare due vetrate con le figure di S. Biagio e S. Giorgio (ditta Albano-Macario). Nel 1946 il parroco don Gilardino fece aggiungere cinque vetrate dedicate a Maria Ausiliatrice e ai Ss. Giovanni Bosco, Maria Mazzarello, Antonio e Giuseppe; lo stesso parroco arricchì la chiesa dell’organo e di ex voto dei sopravvissuti alla guerra. Nel 1953 si realizzarono imponenti rinforzi delle fondamenta e si ricostruirono le murature esterne della facciata e del campanile; decorazioni di Gino Cappa (1955). Il 7/10/1984 fu consacrato il nuovo altare rivolto al popolo in scagliola, opera di Montanaro [AD 1991, pp. 96-97]. La chiesa ha subito vari furti, in particolare nel 1990 e nel 2004, quando vennero rubati i 14 quadretti della Via Crucis, 12 candelabri in legno dorato e un leggio ligneo.

Ampia facciata in mattoni a vista, scandita su due ordini e con porzione centrale avanzata, culminante con un fastigio curvilineo; volute laterali di raccordo tra il primo e il secondo ordine. Il campanile si eleva sul fianco sinistro del coro. All’esterno sono murati due frammenti di pietra scolpiti, riferibili al sec. XII: un finto archivolto capovolto alla base del campanile, e, sul fianco nord, un altro finto archivolto (o archetto pensile) capovolto con ghiera decorata a damier e parte interna recante un intreccio di nastri a triplo vimine [Caramellino 1987b, p. 64]. Al fianco destro della chiesa è addossata la ormai inutilizzata casa canonica.

Interno a navata unica con quattro cappelle laterali e presbiterio-coro rettangolare. I cinque altari, il pulpito e la balaustrata di scagliola sono opera di Cristoforo Solari e bottega (ca. 1760). I paliotti dei cinque altari sono monolitici e hanno fondo nero. Il paliotto dell'altare maggiore ha decorazione alla cinese e al centro, entro un elegante scudo mistilineo, come simbolo eucaristico tre grandi spighe di grano legate da un nastro rosso. Al coro si accede attraverso due mostre di porta laterali all'altar maggiore realizzate in scagliola e coeve all'altare stesso (ca. 1760); gli stalli lignei sono decorati a intaglio coi simboli della passione. Alle pareti laterali del coro sono appese due mediocri tele mal conservate: a sinistra S. Francesco di Sales (sec. XIX), a destra il Sacro cuore coi Ss. Giorgio e Biagio (sec. XVII), rispettivamente titolare della parrocchia e patrono della comunità.

L'altare di S. Giuseppe (prima cappella laterale a sinistra) presenta entro una cornice di stucco marmorizzato una tela centinata settecentesca, piuttosto ritoccata, con S. Giuseppe, Gesù bambino e S. Giovannino; il paliotto, raffigurante S. Giuseppe nello scudo centrale, è l'unico a essere firmato e datato («Christophorus Solarius fecit 1760»). L'altare di S. Antonio Abate, simmetrico al precedente sul lato destro, ha una tela tardo seicentesca con l'immagine di S. Antonio Abate, ripresa nel medaglione centrale del paliotto. L'altare del Rosario (secondo a sinistra) ha una struttura più elaborata: il paliotto presenta al centro la Madonna del Rosario sotto un prezioso conopeo o lambrequin; la mostra d'altare è costituita da una alzata in stucco marmorizzato su cui è appoggiato un ricco e più antico altare ligneo dorato con colonne tortili; la pala d'altare raffigura la Madonna del Rosario (databile a fine '500 o inizio '600), in cui la Vergine, circondata dai Misteri incorniciati da una pianta di rose, posa i piedi su uno spicchio di luna, simbolo dell'Immacolata Concezione [Natale 1985, p. 419]; pregevole è la statua lignea della Madonna del Rosario, datata 1770 [AD 1991, p. 96]. L'altare del Suffragio, di fronte al precedente, ha una tela settecentesca con l'immagine della Madonna col Bambino, S. Michele arcangelo e le anime purganti; al centro del paliotto c'è la raffigurazione delle Anime purganti salvate dall'angelo [Caramellino 1987a, pp. 154-55; Di Majo 2012, p. 104]. L'acquasantiera è composita: ha fusto lapideo e vasca di gesso (sec. XIX), e come base un antico capitello, probabilmente rilavorato nell'echino, che mostra il motivo di un frutice ad andatura sinuosa con larghe foglie palmate tondeggianti e perline sulle quattro facce dell'abaco (sec. X-XI?) [Caramellino 1987b, p. 64]. L'organo, collocato nel 1946 sulla cantoria che sovrasta l'ingresso, proviene da altra chiesa.
Non sono più presenti nella chiesa varie tele ancora segnalate pochi decenni fa, tra cui un quadro rappresentante S. Francesco Saverio (in passato attribuito al Sassoferrato) e l'Ecce Homo (sec. XVII), forse proveniente da Vezzolano e già esposto sulla parete sinistra del coro [AD 1991, p. 96].

S. Stefano: in frazione Piai (dial. Piai. Pearium, 1299 [ARMO, p. 41]). Prima attestazione come Ecclesia de Peario nel 1299, pieve di Cortiglione [ARMO, p. 41]; titolo di S. Stefano de Pedaria citato nel 1348 [ARMO, p. 115]. È una chiesa funeraria con cimitero proprio, di proprietà del comune.

Costruzione attuale del sec. XVII [Vigliano 1969, scheda “Brozolo”]. Paramento prevalentemente in pietre di vario tipo, con lesene e cornici in mattoni, che accentuano l'effetto coloristico. La facciata, restaurata nel 1973 [AD 1974, p. 64], è limitata da due lesene angolari che sorreggono un elegante frontone curvilineo al cui centro c'è una piccola nicchia vuota. Sul lato sinistro si alza il campanile a più ripiani, con cella campanaria coperta da un originale cupolino. Struttura ad aula rettangolare con presbiterio di ridotta larghezza e abside semicircolare.

S. Biagio: in frazione Pirenta (dial. Pirènta). Si trova su una collinetta a poca distanza dalla fontana della Pirenta, in una piccola radura del bosco. Edificio del XVII-XVIII secolo. Era in stato di abbandono, finché nel 1998 un intervento di restauro ha interessato tetto, banchi e nuovo altare [Rovetto 1999].

Facciata intonacata, rivolta a nord; le altre pareti esterne sono in laterizi a vista con irregolari inserti lapidei. Impianto ad aula rettangolare che si prolunga in un presbiterio-coro anch'esso rettangolare, di minore larghezza e altezza. Un campaniletto a vela si eleva sul bordo destro della parete posteriore. Nella parete esterna destra del presbiterio è murato un frammento lapideo lievemente arcuato (circa cm 30 x 8) scolpito a billettes, verosimile residuo di una cornice di arco di una chiesa precedente (manufatto riferibile al sec. XII).
All'interno sono custoditi un grande Crocifisso, statue di S. Biagio e della Madonna [Rovetto 1999].

S. Bernardino da Siena: in zona Braia (dial. Bràia). Corrisponde forse alla chiesa di S. Marziano (o S. Martino) de Boxilio o Brosolo elencata dal 1299 negli estimi della diocesi di Vercelli, pieve di Cortiglione [ARMO, pp. 41, 115, 238; Cognasso 1929, p. 233; Settia 2012, p. 51], che quindi dopo il sec. XV dovette cambiare dedicazione (v. però S. Marcelliano nella parrocchia di Cortiglione). È stata restaurata nel 1988.

Aula rettangolare con facciata rivolta a nord-nord-ovest e abside semicircolare; una seconda absidiola semicircolare di minori dimensioni sporge dalla porzione distale della parete laterale di sinistra. Sono riconoscibili diverse fasi edilizie: la fase più antica (sec. XV?) [Silicani 1996, p. 131] corrisponde alla zona absidale, interamente in laterizi. In ciascuna abside si apre una monofora strombata con arco a sesto ribassato. Il coronamento dell'abside centrale è costituito da un doppio filare di mattoni aggettanti sorretti da mensoline di cotto, mentre l'abside laterale presenta una modesta decorazione con mattoni disposti a dentelli scalari. Anche la facciata, tardo barocca, è in mattoni a vista: al semplice portale è sovrapposta una finestra “reniforme”, mentre due lesene laterali sorreggono la trabeazione e un sinuoso frontone curvilineo. La muratura delle porzioni di pareti laterali prossime alla facciata è invece costituita da una irregolare commistione di pietre di varie dimensioni e di mattoni legati da abbondante malta.

S. Rocco: in zona Casaretto (dial. Cažaréi). Piccola aula rettangolare con abside semicircolare. In facciata si aprono tre oculi ai lati e al di sopra della porta d'ingresso, che a sua volta è contornata superiormente da una linea curva a duplice arcatella. È in condizioni precarie.

Cappella dell’ Immacolata: sita nel castello. È di proprietà del conte Radicati. Una chiesa del castello di Brozolo dedicata alla Madonna è elencata tra le chiese della pieve di Cortiglione a partire dal 1348 [ARMO, pp. 116, 238; Cognasso 1929, p. 233]. Edificio ad aula rettangolare con abside semicircolare, in mattoni a vista.