M O N F E R R A T O A R T E

ASSOCIAZIONE CASALESE ARTE E STORIA PARCO NATURALE E AREA ATTREZZATA
DEL SACRO MONTE DI CREA
MUSEO CIVICO DI CASALE MONFERRATO
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OTTIGLIO

OTTIGLIO

 

Dial. Autìj. Teglum, 967 [BSSS 28, doc. 90, p. 177; Ferraris 1987b, p. 104].

Abitanti: 700. Distanza da Casale Km 19 ‑ Altezza: m 264 s. m. Provincia di Alessandria.

Parrocchia dei Ss. Eusebio e Germano. Già appartenente alla diocesi Vercelli, passò alla diocesi di Casale fin dal 1474 [De Bono 1986, p. 34]. Prima parrocchiale fu la chiesa di S. Maria di Casurcio (o Casutio), che si trovava a mezza costa sul colle di S. Germano, a oriente del concentrico, a circa mezzo miglio di distanza dallo stesso; si trovava nel sito oggi detto la 'Madonna', segnalato da un pilone dedicato alla Vergine, e dove fino al 1934 esisteva un vecchio cimitero. La chiesa di S. Maria è censita nel 1299 nella pieve di Rosignano; nel 1486 è ancora indicata come parrocchiale unica, mentre successivamente le verrà associata la chiesa di S. Germano di Cressano, posta in cima al colle omonimo sopra la frazione Prera, alla distanza di un miglio o poco meno dal paese; anch'essa fu censita nel 1299 nella pieve di Rosignano [ARMO, p. 37; Lusso 2010, p. 79]. Nel 1564 le due chiese, unite e di proprietà privata, sono ancora ufficialmente parrocchiali di Ottiglio, ma in abbandono, essendo scomode per la popolazione e in cattivo stato, e i sacramenti sono somministrati nella chiesa di S. Maria nuova, eretta nel sec. XV dalla comunità, probabilmente presso il castello, e consacrata nel 1510 dal vescovo Bernardino Tibaldeschi; S. Maria subentrerà come parrocchiale alle due chiese periferiche. Nello stesso 1564 è indicata come parrocchiale anche la chiesa di S. Eusebio, corrispondente all'antica fondazione presso il villaggio scomparso di Zotengo, pure essa in cattive condizioni. Nel 1577, e successivamente, S. Maria nuova era detta S. Maria delle Grazie; all'inizio del XVIII secolo alla chiesa di S. Maria era ancora affiancata come seconda parrocchiale dalla chiesa di S. Eusebio [Bo 1980, pp. 94-96; ASDC, Vis. past. d'Este, 455-455, ff. 60r, 83r; Vis. apost. Ragazzoni, 456-458, f. 75r; Saletta 1711, vol. I, parte III, f. 394r]. Nel 1769 venne consacrata la nuova parrocchiale di S. Germano, costruita ai piedi del castello in sostituzione della chiesa di S. Maria. Nel 1832, dopo lavori di ampliamento della chiesa di S. Giuseppe, situata nella parte bassa del paese, l'edificio sacro venne elevato a seconda parrocchiale di Ottiglio, assumendo il titolo di S. Eusebio.

Chiesa parrocchiale, S. Eusebio: nella parte bassa del paese. Il titolo originario dell'attuale edificio era S. Giuseppe, oratorio dei Pozzobonelli, citato per la prima volta nel 1619. Aveva pianta circolare con cupola (ancora presente). Nel 1830-32 la chiesa fu ampliata a croce greca; nel 1832 fu dichiarata parrocchiale col titolo di S. Eusebio (la creazione di una seconda parrocchia nel paese era stata contrastata negli anni precedenti dall'arcivescovo metropolita di Vercelli [Gallo 2010, p. 167]). Su disegno dell’ing. Crescentino Caselli fu ancora ingrandita in lunghezza e dotata di nuova facciata rivolta a sud-est, mentre l’antica facciata, opposta e più stretta, venne a costituire la parete di fondo dell’abside; i lavori iniziati nel 1892 furono presto sospesi, quindi ripresi nel 1899-1900, poi nel 1902, infine nel 1906. Il campanile fu completato solo nel 1924; l’orologio, collocato sul campanile nel 1963, fu donato da Angela Coppo (ricordata da una lapide in sacrestia) [Grignolio 1994, p. 80].

Facciata a salienti; la parte centrale è in mattoni a vista; lateralmente la tessitura è in filari di mattoni alternati a conci di pietra da cantoni. Il portone d'ingresso e la bussola risalgono agli anni 1899-1900. L'ampio interno a tre navate prende luce da vetrate della ditta Macario-Scuvero (1899). Il presbiterio corrisponde all’antico oratorio dei Pozzobonelli a pianta centrale; venne sistemato nel 1966 dall’arch. don Angelo Verri, con bel pavimento di gres smaltato e semplice altare rivolto al popolo in marmo rosso arabescato orobico e mensa in botticino; il tabernacolo di sicurezza è della Scuola Beato Angelico di Milano. All’arco che separa il presbiterio dall’abside quadrata è appeso un Crocifisso ligneo attribuito a Carlo Plura (inizi sec. XVIII) [Grignolio 1994, pp. 80-81]. Sulla parete di fondo, dietro l’altar maggiore, è posta una tela centinata del sec. XVII raffigurante i Ss. Domenico e Antonio da Padova che venerano un quadro con la Sacra Famiglia e i Ss. Elisabetta, Gioacchino, Anna e Giovannino. In capo alla navata sinistra c’è un bell’altare marmoreo dedicato a S. Giuseppe, con due eleganti colonne racchiudenti la Sacra Famiglia, tela di Luigi Molineris (sec. XIX). Agli altari laterali sono collocate l'Addolorata e la Madonna del Carmine, statue lignee del sec. XVIII, e statue di gesso: S. Giuseppe, S. Antonio da Padova, S. Rita, Sacro Cuore. All’ingresso c’è un armonium di G. Mola (sec. XX) [Roggero 1993, pp. 30-35]. Sono moderni la cantoria con scala a chiocciola e il pulpito decorato con dorature [Grignolio 1994, p. 81].

S. Germano: nella parte alta del paese, ai piedi del castello, probabilmente nello stesso sito della precedente parrocchiale di S. Maria delle Grazie (inizialmente intitolata a S. Maria Nuova, subentrata dopo il 1564 come parrocchiale alle chiese di S. Maria di Casurcio e di S. Germano di Cressano) [Ferraris 1995, p. 237 n. 401]. Alla sua ricostruzione partecipò attivamente la popolazione che demolì parte del vecchio castello sovrastante per ricavarne materiali. Progetto dell'ingegner Giovanni Battista Baretti (1761), capomastri Domenico e Franco Lorenzetti, ai quali subentrò Lodovico Manfrino [Gallo 2008b, pp. 192-94]. Posa della prima pietra il 18 o 19/4/1761 (vedi lapide murata all’esterno dell’abside, ricopiata da Niccolini, che però non trascrisse la quarta riga: «In quo credens permanet» [Niccolini 1877, p. 259]). Lavori completati nel 1765. Consacrazione da parte di mons. Avogadro nel 1769. Il campanile venne sopraelevato nel 1778. La parrocchiale di S. Germano apparteneva al Comune (al contrario della chiesa di S. Eusebio, che era di pertinenza feudale); nel sec. XVIII per la ricchezza dei redditi poteva permettersi due parroci [Gallo 2008b, pp. 173, 192, 194]. Nel 1978 venne riparato il tetto pericolante e furono abbattute due fiaccole che ornavano la facciata. La parrocchia fu soppressa nel 1986 [Decreto vescovile 30/6/1986].
L'1/10/1969 vennero rubate dieci preziose appliques [AD 1974, p. 182]. Negli anni ottanta furono sottratti candelieri d’argento con specchietti, seggiole Luigi XV e una dozzina fra Misteri della cappella del Rosario e Storie di S. Antonio della cappella omonima (i rimanenti sono stati trasferiti nel Seminario di Casale) [Grignolio 1993, p. 78].

Panoramico sagrato delimitato da un muretto. Paramento in mattoni e conci di arenaria, alcuni di riutilizzo; vi sono numerosi graffiti, alcune scritte curiose [Aletto 2004, pp. 28-69]. Il bel portone centrale e due porte laterali di noce del sec. XVIII sono stati restaurati nel 1974 [Spantigati 1978, p. 143]. Interno ad aula rettangolare con presbiterio e abside semicircolare; quattro imponenti altari laterali settecenteschi di stucco marmorizzato con colonne. Decorazioni di Francesco Ponsetti e dipinti di Rodolfo Morgari (1904-05) (sul soffitto: Trionfo di S. Germano, Trionfo di Cristo Re; nelle vele in controfacciata ai lati dell’organo: Re David e S. Cecilia; ai lati dell’altare maggiore le tele: Elemosina di S. Germano a uno storpio e S. Germano che guarisce una cieca). L’altare maggiore in marmi policromi è datato 1769; Crocifisso ligneo del sec. XVIII. Il coro in noce con stalli scolpiti e intagliati fu commissionato nel 1741 per la chiesa di S. Croce di Casale e acquisito nei primissimi anni del sec. XIX; ne ricorda la provenienza il cartiglio dello scranno centrale, con mitra e pastorale appoggiati su un libro, accanto alla cintura e a un cuore [Negri 1895a, p. 7; Mazza 2003, pp. 70-71]. Sopra il coro, al centro dell’abside, è collocata una tela raffigurante l’Assunzione di Maria coi Ss. Germano e Eusebio, del Beaumont (sec. XVIII). Presso la porta che conduce alla sacrestia c’è un frammento di affresco con S. Paolo (?) (fine XV - inizio XVI secolo), che proviene dalla demolita chiesa del Gesù. Balaustrata marmorea.

Altari laterali, a sinistra: a) altare delle Anime del Purgatorio, con pala raffigurante la Madonna incoronata dalla SS. Trinità, con S. Vincenzo Ferreri e le anime del purgatorio di autore ignoto (già segnalata nel 1730); b) altare del Rosario, con statua lignea della Madonna del Rosario (sec. XVIII); a destra: a) altare di S. Giacinto, con tela raffigurante la Madonna col Bambino e i Ss. Giacinto, Domenico e Bovo, di autore ignoto (sec. XVIII); b) altare di S. Antonio, con statua lignea di S. Antonio da Padova. In due vani minori posti sui lati all'ingresso dell'aula sono collocati a sinistra il battistero e a destra una statua lignea settecentesca dell'Addolorata, collocata in una nicchia al di sopra di un piccolo altare di stucco marmorizzato. Le stazioni della Via Crucis sono del sec. XIX. Organo di Giovanni Battista Franzetti (1863) [Roggero 1993, pp. 46-53], restaurato nel 2023 (ditta Italo Marzi).

In sacrestia si conservano tele in parte provenienti dalla demolita chiesa del Gesù: Madonna del Rosario, di Ambrogio Oliva (firmata e datata 1591); Deposizione dalla croce coi due ladroni (alcuni angioletti piangenti raccolgono segni della passione), datato 1665; Cristo giacente [Aletto 2006, p. 180; Chiodo 2008, pp. 91-92].

Ss. Sebastiano e Rocco: in paese sulla strada per Sala. Venne consacrata nel 1510. Fu sede della compagnia del SS. Sacramento (confraternita di S. Sebastiano). Un restauro venne finanziato da mons. Luigi Lavagno.

Piccola aula a rettangolo irregolare. Un campanile a vela è collocato sullo spiovente di sinistra del tetto in corrispondenza della parete posteriore. Sono conservati una tela raffigurante l’Immacolata coi Ss. Sebastiano e Rocco, di Serafino Marchisa (Torino 1883) e un Crocifisso ligneo del sec. XVIII [Roggero 1993, pp. 36-39].

S. Francesco: a Moleto (dial. Mulèi. Moletum, 1199 [Sella 1887, vol. II, doc. 279, p. 341]). Costruita intorno al 1690, dai 'particolari' e soprattutto dalle famiglie Celoria e Barberis, forse in sostituzione di una chiesa precedente; fu ampliata con l'aggiunta delle navate laterali nei primi decenni del sec. XIX (sulla parete esterna dell’abside c’è un rilievo di arenaria con un angelo e la scritta «A F | 18  18»). Tre campane recavano la data 8/10/1822. Fu sede di parrocchia dal 17/8/1915 al 1986. [Roggero 1993, pp. 118-21; Decreto vescovile 30/6/1986]. Il 26/8/2006 il crollo del campanile ha semidistrutto la chiesa.

Modesta facciata; il campanile aveva un'elegante cuspide. Sulla soglia si legge la scritta: «Rosa Manzi ved. Celoria, donava 7.10.1923», che ricorda chi sovvenzionò il rifacimento del pavimento. All’interno vi erano grandi affreschi con scene della vita del santo, opera di Augusto Genta (prima metà sec. XX), scialbati negli anni '80 del Novecento; ogni scena portava l’indicazione dei donatori: la famiglia Raimondo di Torino, i reduci fratelli Francia, i fratelli Bargero, il dott. Ottavio Marchino [Grignolio 1980, p. 119]. Dietro l’altare era collocata una pala centinata raffigurante la Sacra Famiglia coi Ss. Giovannino e Germano (fine XVII – inizio XVIII secolo). Varie statue di gesso.

S. Michele a Moleto, al margine orientale dell’abitato. Chiesetta romanica trasferita nel 1968, previo smontaggio, su terreno donato da Camillo Barberis. In precedenza sorgeva in regione S. Michele tra Moleto e la Prera presso la cascina Cressano; l’area fu utilizzata per l’estrazione di marna cementifera. È stata ipotizzata una fondazione da parte dell’abbazia di S. Michele di Lucedio [Ricaldone 1999, p. 533]. Elencata nel 1299 come Ecclesia de Crexano nelle decime della diocesi di Vercelli, pieve di Rosignano, in unione con S. Germano [ARMO, p. 37]. La chiesa e parte del borghetto appartennero almeno dal sec. XV e fino al sec. XIX a monache di Trino, non residenti [Ricaldone 1999, p. 533].

La ricostruzione non ha rispettato l’orientamento originario: ora la facciata è rivolta a est. Edificio del XII secolo. Muratura in pietra da cantoni locale. Prospetto a capanna. Piccola aula rettangolare con abside semicircolare più bassa coperta da una semicupola in pietra, forata da una monofora a doppia strombatura e coronata esternamente da archetti pensili monolitici, poggianti su mensoline; analoga decorazione corre sui fianchi laterali della chiesa. Campaniletto a vela. Interno spoglio. Una lapide ricorda lo spostamento della chiesa dal sito originario. In passato aveva un quadro di scuola moncalvesca raffigurante S. Michele [Zarri 1983, p. 24]. Sia sulle pareti esterne che all’interno si trovano graffiti sulla pietra da cantoni di varia epoca (uno, datato 1559, fa riferimento alla pace di Cateau-Cambrésis) [Aletto 2004, pp. 28-73].

S. Germano: alla Prera (dial. la Plera). Costruita dall’Unicem nel 1964 (progetto del geom. Ottavio Rossi) in sostituzione dell’antica parrocchiale che sorgeva sul colle omonimo, censita dal 1299 nella pieve di Rosignano in unione con S. Michele di Cressano [ARMO, p. 37]. Con la chiesa di S. Maria di Casurcio, nel 1564 era ancora ufficialmente parrocchiale ma pericolante, tanto che i sacramenti venivano amministrati nella chiesa di S. Maria Nuova. La chiesa di S. Germano alla fine del sec. XVII non aveva più reddito [Bo 1980, pp. 95-96; Ferraris 1995, p. 237 n. 401]. Fu ricostruita nel 1761; nel 1877 era in pessimo stato, ma possedeva una tela mal conservata attribuita al Moncalvo [Niccolini 1877, pp. 262-64]. Venne venduta dalla diocesi e demolita il 25/8/1961 per l’estrazione di marna cementifera dal sottosuolo. Elementi lapidei scolpiti di epoca medievale provenienti dall’antica chiesa sono custoditi presso privati [Ricaldone 1992a, figg. 4-12, tra pp. 52 e 53].

Piccola costruzione moderna. Il campaniletto in cemento riprende la forma dei piloni delle teleferiche per il trasporto del calcare.

S. Eusebio: in strada Grazzano all’inizio della salita della Madonna dei Monti, dove sorgeva lo scomparso abitato di Zotengo. La chiesa primitiva si trovava poco sopra l’attuale cappella, 50 metri a est rispetto al serbatoio dell’acquedotto, dove sono affiorati resti del cimitero [Bo 1980, p. 89]. Fu censita negli estimi della pieve di S. Cassiano senza titolo nel 1299, col titolo nel 1348 [ARMO, pp. 37, 111]. Nel 1495 è segnalata la chiesa di S. Eusebio di Tilio (il cui rettorato passa da Bernardino Gambera al nipote dodicenne Innocenzo) [Curato 2002, pp. 30-31]. Nel 1725 era stata da poco restaurata e veniva ricordata come parrocchia vecchia. Fu ricostruita nel 1875 nell’attuale sede a causa di uno smottamento [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 23, f. 767r; Bo 1980, p. 89]. Ancora nel 1978 vi erano esposti un grande Crocifisso e un grande quadro di buona mano, raffigurante la Madonna del Rosario con S. Domenico e altri Santi [Grignolio 1980, p. 116]. Ha subito ripetuti furti.

È costruita in conci di pietra da cantoni con qualche inserimento in cotto. Campaniletto slanciato; pianta rettangolare. L’interno è spoglio [Roggero 1993, pp. 94-97].

S. Gottardo: in aperta campagna, non lontano dalla cascina Prosio. Cappella costruita nel 1885. Restaurata nel 1992. Aula rettangolare con abside; l’intonaco scrostato ha messo in evidenza la muratura prevalentemente in pietra da cantoni. Si conserva una statua di S. Gottardo.

SS. Nome di Gesù (confraternita del Gesù): si trovava presso la chiesa parrocchiale di S. Germano; diroccata da anni, venne abbattuta nel 1982. Da questo oratorio provengono la tela rappresentante la Circoncisione, di Giorgio Alberini (1620; modello caravaggesco, forse suggerito da Nicolò Musso) [Romano 1971a, p. 53], ora nel Seminario di Casale; la Deposizione dalla croce di autore ignoto del sec. XVII, ora nella sacrestia della ex parrocchiale di S. Germano; un affresco staccato riproducente un apostolo (forse S. Paolo, fine XV - inizio XVI sec.), a sua volta custodito nella ex parrocchiale di S. Germano [Roggero 1993, pp. 42-45].

Altre chiese scomparse: S. Orsola, eretta dalla famiglia Guerneri non lontano dal sito dell'antica parrocchiale di S. Maria di Casurcio [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 23, f. 765r]; S. Chiara; S. Rocco; S. Vittore (a Spinosa Alta, censita nel 1299 nella pieve di S. Cassiano, come «Ecclesia sancti vitorini de valle spinossa» [ARMO, p. 37]); S. Nicola (censita nella pieve di S. Cassiano dal 1299 al 1359 [ARMO, pp. 37, 112; Cognasso 1929, p. 227]); S. Vincenzo (censita nella pieve di S. Cassiano solo nel 1299 [ARMO, p. 37]) nell'abitato scomparso di Mango o Mongo, il cui nome potrebbe essere stato trasmesso alla cascina Monco, situata ca. Km 2 a sud di Ottiglio.