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ASSOCIAZIONE CASALESE ARTE E STORIA PARCO NATURALE E AREA ATTREZZATA
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MUSEO CIVICO DI CASALE MONFERRATO
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MORANSENGO

MORANSENGO

 

Dial. Muransèng. Moricencum, 1164 [MGH DD X/2, n. 467, p. 378; BSSS 198, p. 237].
Nel 1928 furono aggregati al comune di Cocconato i territori dei soppressi comuni di Moransengo e di Tonengo. Il comune di Moransengo fu ricostituito per separazione da Cocconato nel 1947 [R.D. n. 2417, 4/10/1928; D.L.P. n. 478, 27/3/1947].

Abitanti: 214. Distanza da Casale Km 45,5 ‑ Altezza: m 400 s. m. Provincia di Asti.

Parrocchia dei Ss. Agata e Vitale. Prima parrocchiale fu la chiesa di S. Vitale (scomparsa), appartenente alla pieve di Industria, ed elencata senza titolo nel 1299 e col titolo dal 1348 [ARMO, pp. 40. 115].
Dalla diocesi di Vercelli passò alla nuova diocesi di Casale già nel 1474 [De Bono 1986, p. 40].

Chiesa parrocchiale, S. Agata: all’ingresso nord-occidentale del paese. Fu costruita nel 1577 ed ampliata nel 1855 [AD 1974, p. 107]. Divenne parrocchiale nel 1633 [Asti 2005, p. 169]. Il diritto di nomina del parroco apparteneva alla famiglia de Bersanis che aveva fondato nel sec. XVI il beneficio dei Ss. Vitale e Agata [Calvo 2010, p. 96]. Il 7/5/1991 vennero sottratti un crocifisso ligneo dalla sacrestia, il coprifonte battesimale ligneo e il paliotto in scagliola monolitico dell'altar maggiore, di Giacomo Solari e fratelli (1737), decorato al centro con un ostensorio argenteo affiancato da teste di cherubini, e ai lati con due piccole immagini di S. Vitale e S. Agata [Caramellino 1987a, p. 147; Asti 2005, p. 169]. Nel 2011 fu affissa in facciata una lapide a ricordo del parroco don Martino Michelone, «giusto tra le Nazioni» per aver nascosto dal 1943 al 1945 una famiglia ebrea.

Facciata settecentesca in cotto limitata da lesene angolari su due ordini, culminante con un timpano triangolare aggettante. Sul lato destro la chiesa è unita ad abitazioni. Un grande campanile più recente, in mattoni, si eleva sul fianco sinistro dell'aula. Interno a navata unica che si prolunga nel presbiterio-coro rettangolare, più stretto e meno elevato dell'aula e delimitato da una balaustrata settecentesca di stucco marmorizzato. Sul soffitto dell'aula è presente un dipinto murale raffigurante i Ss. Vitale e Agata, di Pier Luigi Borla (1937); sul soffitto del presbiterio sono effigiati i quattro Evangelisti (sec. XIX). Dell'altar maggiore, privo di mensa, resta il dossale in stucco lucido, con due volute laterali, di epoca posteriore rispetto al paliotto rubato nel 1991 [Caramellino 1987a, p. 147]. Gli altari laterali sono in stucco: all'altare della cappella dell'Immacolata è posta una tela settecentesca raffigurante l'Immacolata coi Ss. Sebastiano, Francesco e Antonio abate, mentre alla parete destra è murata una lapide che ricorda il benefattore Giuseppe Lanfranco. Nella cappella del Rosario è collocata entro una nicchia la statua lignea della Madonna del rosario col Bambino (primi decenni sec. XVIII, già presente nel 1724), mentre una tela settecentesca raffigurante la Madonna del rosario col Bambino e i Ss. Domenico e Caterina da Siena è collocata sulla parete di controfacciata a lato della bussola. Nella cappella dedicata a S. Carlo si trova una mediocre tela settecentesca che rappresenta la Madonna col Bambino venerata dai Ss. Carlo Borromeo, Michele arcangelo e Domenico. Pregevoli sono la balconata del coro interamente intagliata e il pulpito ligneo con stemma dei Mazzetti (che acquisirono il comitato di Moransengo nel 1775). Il fonte battesimale, privato del coprifonte, risale al sec. XVIII. È presente un armonium di inizio '900 della ditta Peiretti Boca di Torino [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 13, f. 444v; Cavallo 2011, p. 248].

S. Grato: in frazione Castello (dial. al Castél), presso il castello, col quale condivide forse l’epoca di fondazione (tardo sec. XIV). Fu parrocchiale fino al 1633, anche se già verso la fine del ‘500 la maggior parte delle funzioni erano celebrate nella più centrale chiesa di S. Agata. Negli ultimi anni è stata utilizzata per esposizioni di arte contemporanea.

Aula rettangolare con abside semicircolare più bassa; pareti in laterizio a vista. Facciata rivolta a nord-ovest, delimitata da due lesene angolari che sorreggono la trabeazione e un frontone triangolare. Il portale è sormontato da un timpano arcuato; due oculi si aprono al di sopra e al lato destro del portale. L’abside, divisa da lesene, è conclusa da una fascia costituita da più file di mattoni a diversa disposizione, tra cui un filare a denti di sega. Volta a botte, pavimento in mattonelle di cotto. Sotto l’intonaco steso dopo il 1732 sono stati recentemente riportati alla luce affreschi, che, per affinità coi dipinti della calotta absidale di S. Secondo di Cortazzone, sono databili alla prima metà del sec. XV [Asti 2005, p. 169].

S. Simone: in frazione Vallenervi (dial. Val di Nerv). Chiesetta ad aula rettangolare con abside semicircolare; facciata e campaniletto in mattoni a vista, restanti pareti in parte intonacate, costituite da pietre irregolari con sottili filari orizzontali di mattoni.

S. Carlo: in frazione Gerbole (dial. Zèrbuli). Eretta nel 1830 [Casalis, vol. XI, 1843, p. 371]. In buone condizioni e di uso saltuario.
Piccolo edificio ad aula rettangolare con abside semicircolare; pareti esterne intonacate; un campaniletto a vela in mattoni a vista interrompe in facciata il profilo del frontone.