M O N F E R R A T O A R T E

ASSOCIAZIONE CASALESE ARTE E STORIA PARCO NATURALE E AREA ATTREZZATA
DEL SACRO MONTE DI CREA
MUSEO CIVICO DI CASALE MONFERRATO
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MONTALERO

MONTALERO

 

Dial. Muntalè. Monte Tiler, 1420 [Settia 2015, p. 41].
Già comune autonomo, nel 1928 fu soppresso e aggregato a Cerrina Monferrato [Variazioni 1930, p. 3].

Abitanti: 230. Distanza da Casale Km 25 ‑ Altezza: m 280 s. m. Frazione di Cerrina, provincia di Alessandria.

Parrocchia Natività di M. V. Dalla diocesi di Vercelli passò alla diocesi di Casale già nel 1474 [De Bono 1986, p. 34].

Chiesa parrocchiale, Natività di Maria Vergine: appena a sud del castello. Fu eretta verso il 1600 dai Montalero come proprio sepolcreto (una tomba è datata 1609). Fu chiesa gentilizia col titolo di Maria Assunta fino al 1648, quando venne donata ai parrocchiani in sostituzione dell’antica e scomoda parrocchiale di S. Maria; il decreto di trasferimento di mons. Scipione Agnelli fu rogato nel castello dal notaio Gio. Batta Cerruti, testimoni i canonici Torquato Mola e Lorenzo Corzino (11/5/1648). Forse lo stesso vescovo provvide alla consacrazione nel 1649. In un elenco lacunoso sono ricordati 30 rettori, parroci ed economi spirituali. Negli anni 1836-51 la chiesa fu ampliata in lunghezza e in larghezza con la costruzione di cappelle laterali, mantenendo lo stile architettonico e in parte anche quello decorativo. Nel 1859 venne rifatto a mosaico il pavimento del presbiterio e fu rimaneggiato l'altare maggiore con l'aggiunta della mensa su colonnine e, verosimilmente, anche del tabernacolo. Negli ultimi 80 anni vennero inoltre sostituiti il battistero e l’altare della Madonna del Carmine. La facciata fu rimessa a nuovo nel 1956. Furono necessari anche costosi lavori per assicurare la stabilità dell’edificio [AD 1991, p. 154; Camagna 2002, pp. 37-39; Beba 2014].

Il campanile, non in asse con la chiesa, sorge a cavallo della cinta del castello, e, eccezion fatta per la cella campanaria barocca, è di origine medievale, con una fascia decorativa a dentelli scalari in laterizi; se la data di costruzione della chiesa è corretta, si potrebbe pensare che il campanile fosse una delle torri perimetrali del castello [Angelino 1986d, p. 562]. Facciata a salienti; al secondo ordine, entro una falsa bifora, è compreso un bel finestrone colorato, che ha un corrispettivo nella parete di fondo della chiesa. L'entrata è preceduta da una scalinata. Sulla soglia d'ingresso è segnata a mosaico la data «1861», mentre sullo scalino del presbiterio è riportata la data «1859». Nell’interno la chiesa ha mantenuto le pitture della volta con sottolineature in oro; il cornicione riporta l’aquila a due teste, stemma dei Montalero. Il pavimento a mosaico è piuttosto consumato. Altare maggiore settecentesco in scagliola intarsiata, con paliotto monolitico attribuito a Francesco Solari; rilevabile l'utilizzo dello stesso cartone con ostensorio raggiato usato nel 1739 per l'altar maggiore della chiesa di S. Antonio di Moncalvo [Caterino 2012b, p. 217; Beba 2014]. Il paliotto è parzialmente coperto da quattro colonnine che sorreggono la mensa, probabilmente aggiunte nel 1859 al momento del rifacimento a mosaico del pavimento del presbiterio. Nel presbiterio sono poste tele raffiguranti S. Rocco, S. Emidio, l'Immacolata col Bambino e i Ss. Francesco da Paola e Antonio da Padova (sulla parete di fondo, dietro l'altare), S. Gregorio Magno (primo patrono del paese) con le anime purganti, S. Bovo [AD 1991, pp. 154-55]. La balaustrata settecentesca è di legno dipinto a finto marmo. Sul lato destro dell'aula, prima del presbiterio, si apre una cappella ellittica, sopraelevata rispetto alla navata, delimitata da un arco sorretto da due coppie di colonne; l'altare ha una mensa sostenuta da due angioletti; nella cappella è collocata una statua seicentesca della Madonna del Carmelo col Bambino. Dell'attuale patrono del paese, S. Francesco da Paola, si conserva anche una statua in una nicchia. L'altare dell'Immacolata fu fatto erigere da Carlo Demaria nel 1944. Bello e inusuale il piccolo pulpito ligneo seicentesco, contornato da statue di angioletti; nel pannello centrale è dipinta la Trasfigurazione sul monte Tabor (copia da Raffaello). Nel pavimento della navata è collocata una lastra lapidea quadrata, scolpita con aquila a due teste (1609), che funge da chiusino del sepolcro sotterraneo di Giovanni Pietro Montalero e della sua famiglia [Monferrato 2000, p. 87]. La tribuna della cantoria (sec. XIX), priva di organo, è situata sopra la bussola d’ingresso.

In sacrestia c’è un pregevole armadio settecentesco a tutta parete con antina e cassetti e due porte laterali a superficie lavorata [AD 1991, p. 155].

S. Maria: in località S. Maria delle Ginestre, presso il vecchio cimitero (chiuso dal 1955), nella zona dove esisteva il villaggio scomparso di Malvengo (Maluentum, 1164 [M.G.H. DD X/2, n. 467, p. 378]): la chiesa di Malvengo è indicata senza titolo nel 1299, col titolo di S. Maria dal 1348 [ARMO, pp. 39, 113; Settia 2015, p. 41]. Il determinante de la Zenestra compare nel 1486 [Lusso 2010, p. 89]. Fu parrocchiale fino al 1648, «mai soggetta a feudalesimo, libera di concorso»; venne abbattuta verso il 1820. Col materiale di risulta si costruì l’attuale piccola chiesa [AD 1991, p. 154; Camagna 2002, pp. 25-27], che negli ultimi decenni versava in pessime condizioni, con copertura crollata. Nel 2022 è iniziato un intervento di recupero integrale della struttura.
Facciata rivolta a sud; sul margine destro della stessa si eleva un esile campanile. Interno ad aula all'incirca quadrata, con breve presbiterio e abside semicircolare; il tetto è stato ricostruito. Per oltre tre secoli, fino agli anni '80 del Novecento, la chiesa precedente e l'attuale furono meta di una processione che si svolgeva annualmente in una domenica di maggio.

Addolorata: chiesetta del cimitero nuovo (costruito nel 1948-49) [Camagna 2002, p. 116], su suolo privato, isolata e immersa nel verde presso la borgata che gli antichi registri definivano capoluogo, essendovi la sede del municipio. Non si conosce la data di costruzione. Era cappella privata, donata solo da pochi anni alla parrocchiale. Non più utilizzata; è guastata dall’umidità che filtra dal tetto.

Aula rettangolare con abside semicircolare; in facciata ampie cadute d’intonaco rendono visibile la muratura in mattoni. Il prospetto è alterato da un corto protiro il cui timpano culmina sulla finestra ellittica della facciata, suggerendo un intervento successivo. La facciata è su due ordini, scanditi da paraste; un frontone fortemente arcuato ospita al centro una piccola campana. Sui fianchi si aprono due monofore con arco a tutto sesto e cornici rilevate in cotto, protette da inferriate. All’interno lesene culminanti con capitelli reggono una bordura a rilievo su cui si imposta la volta. Una statua della Madonna, una pregevole anta lignea del tabernacolo ed altri arredi sono in stato di abbandono e rischiano un irrecuperabile deterioramento [Valle Cerrina 2002; Pollicelli 2005, pp. 78-80].

S. Antonio Abate: a Piancerreto (dial. An Srèi. Planum Cerreti, 1474 [De Bono 1734, p. 34]), poco prima dell’entrata occidentale del paese. Potrebbe forse corrispondere alla chiesa di S. Antonio elencata nella pieve di Castrum Turris nel 1299 e nel 1440 tra le chiese di Godio e Guazzolo [ARMO, pp. 39, 237; Bo 1980, pp. 199-201]. Già sede di parrocchia, dalla diocesi di Vercelli entrò nella nuova diocesi di Casale fin dal 1474; la parrocchia, unita «aeque principaliter» con Montalero nel 1961, venne soppressa nel 1986 [De Bono 1986, p. 34; AD 1974, p. 114; Decreto vescovile 30/6/1986]. Al 1955 risale il tabernacolo di sicurezza (ditta Borri di Vercelli). L'edificio fu rinnovato nel 1980 e nel 2007 con completa ridecorazione delle pareti interne, mantenendo il pregevole pulpito ligneo settecentesco. Nel corso dei restauri del 2007 (Ivonne Canova), sotto la cantoria e nell'abside sono ricomparsi affreschi di fine Cinquecento [Angelino 2007a]. Manutenzione della facciata e rifacimento del sagrato nel 2015 (studio Petitti).

Ampio sagrato a lato della strada. Facciata intonacata, segnata da quattro lesene binate collegate da una voluta a due pinnacoli laterali e conclusa dal frontone triangolare; le restanti pareti hanno muratura in mattoni e pietre a vista. Il campanile si eleva posteriormente sul fianco destro. Interno ad aula unica che si prolunga nel presbiterio-coro più ristretto e sopraelevato di due scalini. L'altar maggiore è in muratura stuccata e trattata a finto marmo; il tabernacolo è sormontato da un ciborio sorretto da colonnine e culminante con un crocifisso. Alla parete destra del presbiterio è appesa una tela settecentesca con S. Antonio Abate. L’altare laterale destro ha una bella pala raffigurante la Madonna coi Ss. Antonio da Padova, Carlo Borromeo e Pietro Apostolo [Monferrato 2000, p. 87], restaurata nel 1998 (Anna Rosa Nicola). Via Crucis in terracotta del 1969.

S. Rocco: a Piancerreto: nel centro del paese. Eretta alla fine del sec. XVII. Nel 1872 vi era un altare con predella, croce e candelieri e, in una nicchia, la statua in scagliola dell’Immacolata; appeso alla parete del coro si trovava un quadro ad olio raffigurante l’Addolorata coi Ss. Marco e Carlo; il presbiterio era chiuso da una balaustra di legno, senza cancello. Non aveva cappellano né redditi; si celebrava nel venerdì di Passione, il 16 agosto, festa di S. Rocco, e il 4 novembre, festa di S. Carlo [Valle Cerrina 2002; Pollicelli 2005, pp. 74-75]. Restauri nel 1998 e, per fissurazioni dell'abside e lesioni alla base del campanile provocate da cedimento del terreno retrostante alla chiesa, nel 2019. Viene aperta al culto il 16 agosto.

Armoniosa facciata stuccata, con modanature e fregi dipinti di giallo; per il resto muratura in mattoni e pietre. Il campanile a sezione quadrata alto circa m 14, non in asse, è di edificazione più tarda. L'edificio ad aula rettangolare con breve presbiterio e abside semicircolare misura circa m 9 x 6. Alla parete di fondo è appesa una tela centinata coi Ss. Rocco e Carlo in adorazione di Maria Vergine. Si conserva inoltre una statua di S. Rocco.