MIRABELLO MONFERRATO
MIRABELLO MONFERRATO
Dial.
Mirabè. Mirabellum, 1069 [MGH DD VI/1,
n. 214, p. 273]. Nel 1863 fu aggiunto il determinante Monferrato [R.D. n. 1160, 1/2/1863]
Nel 1929 vi fu una permuta di zone di territorio tra i comuni di Lu e di Mirabello Monferrato [R.D. n. 3301, 24/12/1928].
Abitanti: 1395. Distanza da Casale Km 12 ‑ Altezza: m 124 s. m. Provincia di
Alessandria.
Parrocchia di S. Vincenzo. Eretta il 1562. Dalla diocesi di Vercelli passò sotto
la diocesi di Casale fin dal 1474 [De Bono
1986, p. 34].
Chiesa parrocchiale, S. Vincenzo martire:
al centro del paese. Nel 1192 è citato un terreno di S. Vincenzo, nel 1202 viene nominata esplicitamente la chiesa di S. Vincenzo, elencata poi nella pieve di Mediliano dal 1299 [BSSS 40, doc. 51, p. 71; doc. 62, p. 94; ARMO, p. 36]. La
chiesa fu riedificata attorno al 1580 [ASDC, Vis. ap. Montiglio, 456-459, f. 124r] per intervento della signora Marina Battezzati. Venne consacrata
il 24 agosto 1620 dal vescovo di Casale mons. Scipione Pascale [Castellaro
1936, p. 90]. Nel luglio 1642 la chiesa fu saccheggiata e il campanile venne
bruciato da truppe spagnole [Bremio
1911, pp. 220-21]. Nel 1671 Andrea Gavinelli [1] installò un organo di 350
canne [Deambrosis 2006]. Nel 1770
vennero realizzate l'orchestra e le bussole delle tre porte d'entrata (Giuseppe Boggino). Due delle sette campane
furono asportate nel 1796 dai Francesi per farne cannoni
[Castellaro 1936, pp. 96-97]. Restauro generale dal 1860 al
1863 (in tale periodo per le funzioni si utilizzava la chiesa di S. Sebastiano):
nel 1860-61 intervento di Edoardo Arborio Mella (pavimento a mosaico del presbiterio, atrio, bussola, cantoria,
cassa d’organo, cornice per l’ancona, confessionali) [Morgantini
1988, pp. 41, 103]; i lavori furono terminati nel 1863 dal capomastro Bartolomeo Negro; allo stesso anno risalgono gli affreschi realizzati da Eugenio Brunati [2] e le balaustre del presbiterio e delle cappelle laterali.
Il pavimento dell'aula fu rifatto nel 1908. Altri restauri interni nel 1924 (decorazioni
di Luigi Gambini, coadiuvato da Stornino) [Castellaro 1936, pp. 91, 93, 96, 98],
esterni nel 1947 e nel 1988 (ripresa degli
affreschi da parte di Carlo Decio). La cuspide del
campanile venne distrutta nel 1990 da un temporale [AD 1991, p. 146]; una nuova
cuspide è stata realizzata nel 1994.
Sagrato in pietra di Luserna rialzato di tre scalini rispetto al piano stradale. Facciata a due ordini, partita da lesene; in passato era intonacata, ma nel 1947
fu riportata in mattoni a vista (progetto dell’arch. don Verri). Il piano di coronamento
è raccordato da ampie volute (uno dei primi esempi monferrini della tradizione romana
[Mighetto 2007, p. 45 n. 7]) e reca un’ampia
falsa finestra serliana in cui è affrescato S. Vincenzo
[Grignolio 1993, p. 55]. Il portone centrale e le due porte laterali di noce intagliato sono opera di Giuseppe Boggino (1770). Il
campanile, situato sul fianco sinistro del coro, è una massiccia costruzione
quadrangolare alta 36 metri con cupoletta a bulbo in lastre di bronzo. L’interno
della chiesa ha superficie di 425 m², tre navate, separate da pilastri con
capitelli dorici e corinzi; la navata centrale (alta m 15) è rischiarata su
ciascun lato da quattro finestre rotonde, le navate laterali (alte m 9) prendono luce
ognuna da tre finestre semicircolari. Altare maggiore in marmi policromi,
consacrato in data 11/6/1764 da mons. Avogadro, vescovo di
Casale (lapide murata in una nicchia del presbiterio); balaustra coeva (altare e
balaustra sono attribuibili ai Pellagatta, ca. 1760). Bel coro con stalli di noce
intagliati e scolpiti; al di sopra, in una nicchia dorata, è sistemata una
grande statua di S. Vincenzo, opera del prof. Antonini (1876)
[Castellaro 1936, pp. 90-94;
Di Majo 2010, p. 415]. Le
pareti del presbiterio sono decorate con due ampi dipinti murali di Eugenio Brunati (1863)
raffiguranti Vincenzo e Valerio davanti al giudice Daciano e Vincenzo
in prigione confortato dagli angeli [Grignolio
1993, pp. 55-56]. Ai lati del coro si aprono le porte d’accesso alle due
sacrestie. In capo alle navate laterali sono poste due cappelle con altari marmorei (ca. 1760): a sinistra la
cappella di S. Vincenzo martire (già di S. Bovo), con statua lignea dipinta del santo, opera di
Ferraro (1914); a destra la
cappella della Madonna di Pompei, nella quale una oleografia di fine Ottocento raffigurante la Madonna del Rosario ha sostituito una precedente statua lignea; nella cornice marmorea sono inseriti i Misteri dipinti a olio su rame (sec. XVIII)
[AD 1991, p. 146, ICCD 0100012320]. Il presbiterio e le due cappelle laterali sono sopraelevati
di sette gradini e chiusi da balaustre di marmi policromi, attribuibili ai Pellagatta (ca. 1760)
[Castellaro 1936, pp. 91-93;
Di Majo 2010, pp. 415-19].
Cappelle delle navate laterali, a sinistra: a) battistero, chiuso da un bel
cancello di ferro battuto, con fonte battesimale marmoreo, un quadro
raffigurante il Battesimo di Cristo (Eugenio Brunati, 1863?), e un angelo
di marmo donato da Rosetta Loy (proveniente dalla tomba di famiglia)
[Angelino 2004a]; b) Madonna di
Lourdes, altare marmoreo progettato dall’arch. don Angelo Verri, eretto dopo il
1937 [Grignolio 1993, p. 55]; c) Madonna Ausiliatrice, altare di
marmo di Carrara eretto nel 1872 a spese di Giuseppe Rogna, cui si deve anche l'altare corrispondente del Sacro Cuore sul lato destro (lapide).
All’inizio della navata destra è collocato un Crocifisso settecentesco,
presso cui si apre una nicchia contenente una statua di S. Antonio da Padova
col Bambino e un mendicante; segue la cappella del Sacro Cuore, con statua
di Cristo e due nicchie laterali con statue di S. Giuseppe (opera
di Antonini, 1876) e dell’Addolorata (Alberto Tribaudini, 1873). Presso la
gradinata delle cappelle di S. Vincenzo e della Madonna di Pompei sono situati
due confessionali di noce intagliati da Ignazio Raschio (1877); altri
due confessionali, opera di Martini di Murisengo
(ca. 1870-80), sono collocati all’inizio nelle navate laterali. Notevoli due acquasantiere marmoree con basi scolpite a motivi vegetali e zampe leonine (sec. XVI). La Via Crucis
è opera dei fratelli Ivaldi (1844)
[Castellaro 1936, pp. 92-97].
L’organo di 1620 canne fu realizzato nel 1865 dai fratelli Luigi Lingiardi e Giacomo Lingiardi in sostituzione del
precedente di Giuseppe e Carlo Ragozzi (1771); venne restaurato nel 1915 (Giuseppe Gandini) e nel 1931 (fratelli Krengli) [Castellaro 1936,
p. 97; Deambrosis 2006].
Nel 1856 vennero sottratti un ostensorio e una pisside
[Civiltà Cattolica 1856, p. 237]; nel
1984 furono rubati una preziosa statua lignea e un turibolo ottocentesco
[Grignolio 1993, p. 56].
S. Sebastiano:
al centro del paese. Edificio costruito dal 1502 come ex voto dalla comunità, divenendo oratorio della confraternita dei Battuti. Nel 1531 la confraternita commissionò al pittore milanese (residente a Casale) Francesco Pessina dipinti murali con sette Storie della Passione di Cristo; il ciclo pittorico, che ricopriva gran parte delle pareti interne, è citato nella visita pastorale del 1584 [ASDC, Vis. past. Aldegatti, 455-456, f. 107r; Vesme, IV, p. 1552]. Durante i restauri
della parrocchiale nel 1860-63, la chiesa di S. Sebastiano subentrò temporaneamente per le funzioni
parrocchiali. Nel 1866 fu decorata e dotata di coro. In passato era officiata
dai Salesiani [AD 1974, p. 98].
Il campanile alto m 20, con sommità a forma di cono, è collocato sul fianco destro del presbiterio. La facciata ha una porzione
centrale più alta a due ordini con frontone triangolare, divisa da quattro
lesene, e due ali laterali più basse a profilo superiore orizzontale, ciascuna
con una porta sovrastata da un oculo, mentre una finestra rettangolare si apre nella campitura centrale, al di sotto del timpano. L'interno prende luce da finestre rettangolari con vetri colorati. Impianto a croce latina con profondo presbiterio e abside
semicircolare, la cui calotta a semicatino è sorretta da quattro colonne che incorniciano l'altar maggiore; tre navate divise da tre pilastri quadrangolari per lato; superficie di 225 m².
Presbiterio sopraelevato di tre gradini, balaustrata marmorea settecentesca, come il notevole altare maggiore in marmi policromi. Il coro ligneo è
sovrastato da dipinti murali nel semicatino absidale; quello centrale raffigura il titolare S. Sebastiano. In capo alla navatella di sinistra vi è un altare ligneo con statua del Sacro Cuore di Gesù entro una nicchia; la navatella destra termina con un altro altare ligneo nella cui nicchia è collocata una statua dell'Immacolata. Sono presenti quadri con santi salesiani. Sulla cantoria è posto un piccolo organo non utilizzato da alcuni decenni
[Castellaro 1936, pp. 106-107;
Deambrosis 2006].
Santuario della Madonna della Neve:
chiesa campestre, situata in luogo appartato, circa Km 1 a ovest del paese.
Edificio eretto nel 1659 [AD 1974, p. 98], ampliato nel 1683 con le due cappelle laterali e nel
1686 con la costruzione
della piccola sacrestia sul lato sinistro del coro. Era custodita da un romito. Nel 1823 il
parroco don Francesco Barbanotti cedette alla chiesa un terreno adiacente appartenente al
beneficio parrocchiale. Nel 1825 don Desiderio Garavello fece edificare sul
predetto terreno unito ad un podere
di sua proprietà un convento donato nello stesso anno ai
padri cappuccini, ai quali contemporaneamente il comune di Mirabello lasciò
anche la chiesa con un piccolo fabbricato e un orto
[Castellaro 1936, pp. 107-108;
Crescenzio 1964, p. 189]. Nel
1833 nel convento risiedevano cinque sacerdoti, due laici, un terziario e il
romita [Deambrogio 1975, p. 258].
Nel 1872, dopo la soppressione del convento decretata nel 1866, chiesa, orto ed ex
convento passarono in parte al comune e in parte agli eredi del fondatore don
Garavello. La chiesa è ora di
proprietà del comune, che nel 2002 ha alienato la parte dell’ex convento che
ancora possedeva.
Prospetto a capanna; facciata intonacata, divisa da due alte lesene che giungono fino alla
base di un piccolo timpano. La semplice porta d’ingresso è sovrastata da un piccolo
dipinto raffigurante la Madonna col Bambino (Ricaldone e Decio, 1987) e da una finestra
con arco a tutto sesto; ai lati si aprono due finestrelle non simmetriche. In una
nicchia del timpano è posta una statua della Madonna. Una lapide ricorda
una visita di don Giovanni Bosco avvenuta nel 1861. Il campanile a sezione
rettangolare addossato al fianco sinistro della chiesa aveva una campana del 1680.
Interno ad aula rettangolare, superficie
di m² 96; il presbiterio è elevato di un gradino e limitato da una balaustrata
di legno. Elaborato altare della seconda metà del Seicento con statue, putti e decorazioni di
stucco; vi è compreso un frammento di dipinto anticheggiante con Madonna
(detta della Neve) e Bambino incoronati. Coro ligneo rettangolare
del 1828. Le due cappelle laterali hanno altari del 1683 e balaustre di legno.
Dalla cappella di sinistra, dedicata a S. Antonio, si accede ad un piccolo ambiente
in cui è conservata una statua dell'Addolorata. Sulle pareti dell'aula sono affissi molti
ex voto [Castellaro 1936,
pp. 107-109]. In sacrestia è custodita in un cassettone la pianeta giallo-oro
indossata da don Bosco in occasione dell'ultima messa celebrata a Mirabello nel
1870 [Rota 2009, p. 49].
S. Michele:
costruita su un torrione a base scarpata del muro di cinta del ricetto, su un
piano rialzato di m 10 rispetto all’appoggio del torrione stesso, che fa da muro
absidale; mentre il piano inferiore fu sede di attività commerciali (alla fine degli
anni trenta del sec. XX vi era la fucina di un fabbro, in seguito un negozio di
chincaglierie). La costruzione iniziò forse nel 1520 per volere della compagnia di S.
Michele (fondata nel 1519 ed eretta in confraternita l’1/5/1539). Nel 1568 era detto oratorio degli Angeli. L’edificio fu
ristrutturato nel 1679 (decorazione della volta dell’abside), agli inizi del
sec. XIX (costruzione del campanile e di una cappella dedicata a S. Vincenzo sulla destra) e nel 1898
(balaustrata di marmo bianco). Il campanile fu gravemente lesionato da fulmini
nel 1854 e nel 1934 [ASDC, Vis. past. Aldegatti, 455-456, f. 107v; Niccolini 1877,
p. 93; Castellaro 1936, pp.
103-105]; venne restaurato nel 1981. La chiesa è stata sconsacrata nel 1985 e ceduta nel 1990
al comune [AD 1991, p. 146], che ne ha curato il restauro.
Aula unica con cappella di S. Vincenzo sulla destra. Pregevole l’altare barocco
marmoreo decorato a stucco; sulla parete di fondo è posta una grande tela tardo
seicentesca raffigurante S. Michele, entro una ricca cornice di stucco con frontone spezzato, retto da due angeli telamoni. Il coro ligneo di noce, intagliato e scolpito, fu realizzato nel 1686 da Paolo Lorenzo Caresana [ICCD 0100012293]. Il semicatino dell'abside è diviso in sette spicchi, cui corrispondono nella parte alta dell'abside stessa lunette affrescate nel 1679 da un pittore bergamasco (nome non noto) con
sette Storie della Vergine [Castellaro
1936, p. 104], probabilmente ridipinte nel sec. XIX e restaurate nel 2004 da Rava [Angelino
2004a].
Maria Ausiliatrice:
cappella rionale al margine del paese sulla strada per Lu. Fu costruita nel
1870. È di proprietà privata [AD 2002, p. 146].
Sacra Famiglia:
cappella rionale situata al margine del paese dopo il ponte della via Madonna.
Fu costruita nel 1874, curata dalle persone del rione; di proprietà privata [AD
2002, p. 146].
Chiesetta del cimitero:
eretta su disegno dell’ing. Vincenzo Rogna; fu collaudata nel 1896
[Castellaro 1936, pp. 125, 177],
restaurata nel 1998. Ha una cupola e sottostante ossario.
S. Caterina d’Alessandria:
cappella situata presso il castello di Baldesco (dial. Baudèsc.
Baldescum, 1305 [Sangiorgio 1780,
p. 87]), di proprietà privata. Nel 1584 era intitolata alla Madonna e si progettava, senza risultato, di elevarla a chiesa parrocchiale; nel 1593 aveva già assunto il titolo di S. Caterina [ASDC, 456-459, Vis. apost. Montiglio, f.106v; Vis. past. Borsieri, 457-462, f. 41r]. Fu incendiata col castello e distrutta dagli Spagnoli il
2/7/1642 [Bremio 1911, p. 220]; venne
ricostruita più grande nel 1675 grazie al conte Vincenzo Natta (v. lapide
posta sopra l’entrata) [Castellaro
1936, p. 57; Guasco 1938, Natta tav. VI; Ieni 1980b, pp. 101,
108]. La copertura fu restaurata nel 1985; nel 1992 pulitura dei dipinti murali
e restauro dell’altare effettuati da Renzo Rolando [Barbato
1992]. Si celebra in occasione della festa di S. Caterina.
Facciata rivolta a levante; campanile addossato alla porzione posteriore della
parete destra. Interno ad aula rettangolare con abside. Vi sono dipinti murali
eseguiti nel 1865 da autore ignoto, con sette scene della vita di S. Caterina
[Castellaro 1936, p. 60]:
Caterina e il confessore, Visione della Madonna col Bambino,
Caterina al cospetto dell’imperatore Massenzio, Flagellazione alla
colonna, Caterina imprigionata alimentata da una colomba, Il
supplizio della ruota e La Santa trasportata sul monte Sinai. Altare
in stucco originale, con pala di Renzo Rolando (1986) raffigurante S.
Caterina [Barbato 1992], in
sostituzione di una precedente opera perduta del 1895 di Salvatore Perice [Castellaro
1936, p. 60]. Accanto al quadro vi sono numerosi ex voto.
1 Il nome corretto è stato indicato da Paolo Cavallo (2012).
2 Il nome corretto del pittore è stato indicato da Paola Gioglio
(2014) [Mirabello, Archivio parrocchiale, scatola Amministrazione Reggenza].
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