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ASSOCIAZIONE CASALESE ARTE E STORIA PARCO NATURALE E AREA ATTREZZATA
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FRASSINELLO MONFERRATO

FRASSINELLO MONFERRATO

 

Dial. Frasinè. Fraxenedellum, 1041 [BSSS 26, doc. 319, p. 218; MGH DD V, n. 70, p. 92]. Il determinante Monferrato fu aggiunto nel 1863 [R.D. n. 1425, 26/7/1863].
Nel 1928 al comune di Frassinello fu aggregato Olivola e il comune prese nome di Frassinello-Olivola [R.D. n. 976, 15/4/1928]. I due comuni furono riseparati nel 1950 [Legge n. 16, 5/1/1950].

Abitanti: 570. Distanza da Casale Km 15. Altezza: m 246 s. m. Provincia di Alessandria.

Parrocchia Assunzione di Maria Vergine. Eretta ab immemorabili. Già esistente nel sec. XV, retta dai canonici di S. Maria di Piazza di Casale [AD 1991, p. 131]. Dalla diocesi di Vercelli passò alla diocesi di Casale nel 1474 [De Bono 1986, p. 34]. Fino al 1812, anno di soppressione della collegiata di Casale, il parroco conservò il titolo di canonico rettore (in precedenza il titolo era di canonico vicario perpetuo).

Chiesa parrocchiale, Maria Vergine Assunta: al centro del paese, ai piedi del castello. Non si conosce la data di consacrazione. Negli elenchi delle decime della pieve di Rosignano da fine sec. XIII al 1440 sono censite due chiese di Frassinello, corrispondenti ai due primitivi nuclei abitati, rispettivamente dedicate a S. Giorgio, su una collinetta nell'area nord-occidentale dell'attuale abitato, e a S. Maria (S. Maria de Sala de Fraxenello) a est del concentrico, ricordata oggi dalla cascina parrocchiale di S. Maria [ARMO pp. 36, 110, 235; Cognasso 1929, p. 224; Bo 1980, pp. 105-06]. L'accentramento dell'abitato attorno al castello non dovrebbe essere avvenuto prima del sec. XIV. Nel sec. XV la chiesa de Sala, parrocchiale, aveva assunto il titolo cumulativo di S. Maria e S. Giorgio [Lusso 2010, p. 78], Il cardinale Teodoro Paleologo intervenne nel 1481 per unirla alla chiesa di S. Maria di Piazza di Casale [Grignolio 1994, p. 48]. Bolle papali del 1487 e 1489 confermano l'unione dei benefici di S. Maria de Sala e S. Giorgio alla collegiata di S. Maria di Piazza [1]. Nel 1577 della chiesa, ormai in rovina e indicata come parrocchiale vecchia, restava in piedi solo una cappella; la nuova parrocchiale, eretta presso il castello, poteva utilizzare al bisogno il materiale di risulta dell'edificio più antico [Bo 1980, p. 106]. Edificio rimodellato ad impianto centrale su progetto di Sebastiano Guala intorno al 1650-60 [AD 1991, p. 131]. Nel 1677 Carlo Antonio Rampone scolpì le statue lignee di S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista, oggi disperse [Ghigonetto 2003, p. 37]. Interventi ottocenteschi con rimozione di due altari e di vari sepolcreti; il nuovo altar maggiore (acquisito da altra sede ignota e databile alla metà del Settecento) venne benedetto nel 1819. Nel 1826 furono collocate tre campane, sostituite da un concerto di cinque campane fuse nel 1902 dalla ditta Roberto Mazzola. Nel 1903 il campanile fu sopraelevato a m 26 con nuova cella campanaria a forma di tempietto ottagonale con colonnine (arch. Francesco Rivalta, capomastro Vincenzo Mognino); restauro nel 1996 (azienda Platter) [Raiteri 1996; Caire 2003, p. 81; Di Majo 2010, p.453; Cravino 2023, f. 4]. Nel 1959 la chiesa fu temporaneamente chiusa perché pericolante. Recente rifacimento dell’intonaco della facciata; nel 2005 è stato realizzato da Renzo Rolando e Giovanna Defrancisci un affresco in facciata raffigurante S. Spiridione orante ai piedi della Madonna Assunta, ispirato a un dipinto originale più antico [Frassinello 2005, p. 6].

Sagrato in ciottoli di tipo composito [Novo 1996, p. 72], rifatto nel 2003. Il campanile (forse torre comunale di impianto trecentesco), appartenente alla chiesa precedente e in parte incorporato nella nuova, mostra successione di stili diversi. La facciata neoclassica con quattro lesene, timpano, due lunette, è diversa dal progetto originale. Ingresso sopraelevato di otto gradini. Interno a tre navate con planimetria riecheggiante la chiesa di S. Paolo di Casale [Caire 2003, p. 3], pur con un inconsueto impianto a croce latina capovolta; la crociera, prossima all'ingresso, è conclusa da un tiburio ottagonale che riveste la cupola ribassata. La volta è ornata di stucchi e affreschi di Carlo Martini (1861) (Assunta venerata da S. Spiridione nel catino; nell’abside l’Assunta e il Re Davide con la cetra, in una lunetta), restaurati nel 1974 da Enrico Baffoni. Altare maggiore di marmo policromo; vi è collocato un busto-reliquiario in legno argentato e dorato di S. Spiridione, compatrono del paese (2° metà sec. XVIII; culto introdotto per voto pubblico a metà del sec. XVIII [Cravino 1999, pp. 6-8]). La balaustrata marmorea è stata rimaneggiata per lasciare spazio all'altare rivolto al popolo.

Ai lati dell'altar maggiore si aprono due cappelle con belle cupolette. In quella di destra, ricca di stucchi, si trova la statua della Madonna del Rosario; nell’archivolto e sulla volta sono incastonate 12 tele seicentesche coi Misteri. All'altare era collocato un paliotto di scagliola attribuito a Pietro Solari, ora depositato in casa parrocchiale a causa del precario stato di conservazione [Caterino 2012a, pp. 74-75]. Sulla parete a destra dell’altare c’è una tela raffigurante la Battaglia di Lepanto (sec. XVII). La cappella di sinistra è dedicata al Sacro Cuore; nel vacuo sottostante alla mensa d’altare è posta la statua lignea di Cristo nel sepolcro (ultimo quarto del sec. XVII), esposta il Venerdì Santo nella processione dell’Entierro; accanto sono collocati gli strumenti della passione, anch'essi utilizzati nella rievocazione dell'Entierro (cerimonia documentata a Frassinello almeno dal 1692) [Cravino 2023, f. 4].

Due altari sono situati agli estremi del transetto: a destra altare di S. Antonio da Padova con tela raffigurante la Madonna col Bambino e i Ss. Antonio da Padova e Francesco, di Giovanni Battista Zucca (1675) [Cravino 2023, f. 2]; a sinistra altare del Suffragio con tela raffigurante la Madonna col Bambino, i Ss. Gregorio Magno, Giovanni Evangelista, Bovo e Francesco Saverio e larcangelo Michele che libera le anime purganti (inizio sec. XVIII). Presso l'ingresso, ai lati della concava tribuna dell'organo vi sono due cappelle: in quella di destra è posta una tela ovale settecentesca ritraente l'Assunta (in passato collocata nell'abside); a sinistra il fonte battesimale a fusto con vasca ottagonale in pietra locale lucidata e coprifonte ligneo (sec. XVIII). Il pulpito di noce ha tre pannelli scolpiti nel 1930 da Luigi Vacca in sostituzione dei precedenti; il quarto pannello è originale, rivestito di stucco veneziano con figure geometriche a colori [Cravino 2023, f. 4]. Sotto il pulpito una lapide sepolcrale ricorda il conte Giacomo Nemours. Quadretti della Via Crucis di gesso dipinto. Organo a 12 registri dei fratelli Luigi Lingiardi e Giacomo Lingiardi (1864, n. 142) [ICCD 0100127472], restaurato nel 1975 e nel 2012 (Fabio Stocco).

Nel 2021 è stata collocata nel coro una teletta con l'Allegoria francescana, di Giorgio Alberini [Romano 1971a, p. 59], già in sacrestia e prima ancora pala dell'altare di S. Antonio da Padova.

S. Anna: sorse nel sec. XVI presso la porta detta di Casaleggio, col titolo di S. Maria dei Disciplinanti. Fu demolita prima del 1660 e ricostruita attorno al 1670 con nuova intitolazione a S. Giorgio e S. Anna. È improbabile un’attribuzione a Sebastiano Guala. Fu sede della confraternita dei Disciplinanti.

Facciata a capanna, con timpano sorretto da quattro alte lesene. Piccolo campanile a sezione triangolare. All'interno affreschi del sec. XIX di Maggi. Vi è un solo altare. Si custodisce una bella statua lignea settecentesca dell’Addolorata con baldacchino, che viene portata in processione il Venerdì Santo; in passato era sistemata in una nicchia della parete di fondo, contornata dai Misteri tuttora presenti. Ai lati sono collocate due grandi tele del sec. XVIII, mal conservate, con S. Giuseppe e un S. Francesco di Sales. Statue lignee di S. Anna e S. Gioacchino sono poste in due nicchie alla pareti laterali. Una stele funeraria con epigrafe in lingua francese ricorda il principe Luigi Osvaldo Ottone di Salm-Salm (morto il 22/2/1822 e qui sepolto); il testo fu dettato dalla moglie Maria Felicita Morano [Cravino 1998]. Sopra la porta d’ingresso c’è la cantoria ottocentesca, decorata con strumenti musicali e priva di organo.

Santuario Madonna delle Grazie: appena fuori paese, in direzione nord-ovest. Cappella votiva edificata nel sec. XVI e ricostruita all’inizio del XVII. Presso la chiesa risiedeva un eremita. Nel 1833 era ancora priva di campanile [Caire 2003, p. 84]. Fu ristrutturata nel 1894, in seguito ad altro voto per la fine dell’epidemia di colera del 1867. Nel 1955 fu benedetta una nuova statua di S. Rita, collocata in sostituzione di un vecchio quadro; nel 1956 vennero inaugurati 14 banchi di larice d'America. Restauri nel 1977.

Sagrato demarcato da una cancellata; vi è posto il monumento ai Caduti, di Guido Capra (1923). La facciata a due ordini culminanti con un timpano è decorata nelle tre specchiature del secondo ordine con affreschi. Aula a navata unica, con presbiterio delimitato da una balaustrata marmorea settecentesca; sulla volta dell’aula e del presbiterio vi sono due affreschi di Ferdinando Bialetti (1894). Grandioso altare barocco del sec. XVIII in stucco dorato, privo della mensa originale, decorato con angioletti; nella nicchia dell'alzata è posta una statua lignea seicentesca policroma della Madonna delle Grazie in trono col Bambino [AD 2002, p. 132]. Alla parete destra del presbiterio è posta una tela incorniciata e incassata nel muro rappresentante la Madonna col Bambino venerata da S. Liberata (sec. XVIII). Alle pareti laterali e nell’abside vi sono numerosi ex voto e varie lapidi funerarie e commemorative.

S. Bernardo di Chiaravalle: suggestiva cappella campestre, situata circa 500 metri a nord del concentrico. Una cappella meritevole di restauro era già segnalata nel 1584 (visita apostolica Montiglio) [Caire 2003, p. 141]. L’attuale piccolo edificio, risalente alla metà del sec. XVII, è attribuito a Sebastiano Guala. Nel 1723 era in cattive condizioni, col tetto disfatto, privo di arredi sacri, escluso un quadro con la Beata Vergine e S. Bernardo [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 7, f. 213r]. Veniva officiato solo in occasione della festa di S. Bernardo o su richiesta delle madri prive di latte (v. la modesta pittura murale incorniciata nella parete di fondo sovrastante l’altare, raffigurante Il miracolo del latte con S. Bernardo orante). Un restauro degli anni novanta del sec. XX ha dotato il sito immediatamente circostante di un piccolo teatro di sedili in mattoni posti a semicerchio (arch. Giovanna Alfonsi).

Piccolo edificio a pianta esagonale con lati disuguali. Esterno in mattoni a vista, con rientranze che producono giochi di luce e d’ombra. Modanature e mensole in cotto sono simili a quelle presenti nella parrocchiale.

S. Giuseppe: all’angolo tra la strada che porta al cimitero e l’antica via per Lignano. Fondata a metà del sec. XVII dal medico Antonio Maria Guala; ricostruita nel 1735. È di proprietà privata [Cravino 1998].

Piccolo edificio a pianta rettangolare con abside semipoligonale. Facciata a vento in mattoni a vista, limitata da due lesene angolari che reggono la trabeazione e il timpano triangolare; due finestrelle con grate metalliche si aprono ai lati della porta, sopra la quale è collocata una finestra semicircolare. Le pareti laterali e l'abside sono costituite da conci di pietra da cantoni su una base in laterizio. Nelle pareti laterali si aprono due finestre a semicerchio con cornice in mattoni.

Immacolata Concezione: cappella del castello di Frassinello, eretta dopo la morte del conte Teodoro Nemours (avvenuta il 29/12/1716) dai figli Pietro Paolo e Cesare Ludovico, per espressa volontà del padre. Fu stuccata e dipinta dai casalesi Pietro Ferraris e Domenico Silvino. Consacrata dal vescovo Radicati nel 1723.

È una cappella a pianta ottagonale, ancora ricca di affreschi originali, restaurati nel 2004. La pala d’altare (in restauro) ritraente l’Immacolata è di Ferdinando Pozzo (le notizie sulla committenza e sugli artisti derivano da un foglio manoscritto del conte Pietro Paolo, datato 15/10/1726, applicato al retro della tela) [Angelino 2003, pp. 83-84].

S. Pietro Apostolo: cappella situata nell’ala ovest del primo cortile del castello di Lignano (dial. Lignàn. Legnanum, 1299 [ARMO, p. 36]). Fu elencata negli estimi vercellesi, pieve di Rosignano, senza titolo nel 1299, col titolo negli anni 1348 e 1359 (quando comparve anche nella pieve di Mediliano) [ARMO, pp. 36, 109-10; Cognasso 1929, pp. 222, 224]. Entro il 1440 dovette diventare cappella gentilizia del castello, anche se nel 1577 era indicata come parrocchiale [Bo 1980, pp. 107-08]. Due iscrizioni presenti nella cappella ricordano un rifacimento iniziato il 26/3/1366 e la traslazione del tempietto nell’attuale sede nel 1624.

Ex chiesa degli Angeli: nel nucleo antico di Frassinello. Venne costruita attorno al 1670, con intitolazione ai Santi Tre Re Magi. Di patronato della comunità, era retta dalla confraternita del SS. Sacramento. Conosciuta come chiesa degli Angeli per lo stendardo innalzato durante le cerimonie e il dipinto murale in facciata (un Angelo sorreggente l’ostensorio). Una litografia ottocentesca raffigurava la bella facciata ed il campanile barocco a sezione triangolare [Gonin 1965], demolito nell’ultimo anteguerra. Sconsacrata negli anni ’60 del Novecento, fu acquistata dal comune nel 1987 e adibita a salone comunale, dopo lavori di ricupero architettonico.


1 Notizia di Bruno Ferrero (2011) [Inventario Pergamene Archivio Capitolare di Casale M.to, p. 109; R Marchesi 2A, sez. Santa Maria di Piazza].