COLCAVAGNO
COLCAVAGNO
Dial. Culcavàgn.
Corte Cavani, 1003 [BSSS 28, doc. 134, p. 258].
Già
comune autonomo, nel 1928 fu soppresso e accorpato a Scandeluzza;
venne poi ricostituito nel 1947 [Variazioni
1930, p. 7; Variazioni 1950, p. 12].
Dal giorno 1/9/1998 i comuni di Colcavagno,
Montiglio e Scandeluzza sono stati fusi nell'unico comune di Montiglio Monferrato [L.R. n. 65, 22/12/1997].
Abitanti: 148. Distanza da Casale Km 38 ‑ Altezza: m 225 s. m.
Provincia di Asti.
Parrocchia di S. Vittore. Eretta ab immemorabili. Nel 1299 era elencata nella
pieve di Montiglio, diocesi di Vercelli, ma in dipendenza della prevostura di Torcello;
subordinazione confermata nel 1348 [ARMO, pp. 40, 107]. Passò alla diocesi di Casale fin dal 1474
[De Bono 1986, p. 40], alla diocesi
di Asti nel 1805, ancora alla diocesi di Casale nel
1817 [Bolla papale 17/7/1817].
Chiesa parrocchiale, S. Vittore:
in regione Airali, presso il castello. Una prima chiesa
intitolata a S. Maria (e ai Ss. Giovanni Battista e Giacomo) fu eretta nel 1460
circa da Guglielmo Gallia di Cocconato.
Nel 1611 si decise di ampliare l’edificio, che subentrò come parrocchiale alla
più antica chiesa di S.
Vittore, anche se ancora per qualche anno si fecero sepolture presso entrambe le
chiese. Nel 1668 S. Maria era fatiscente e fu interdetta. Nel 1679-80 fu
ampliata a croce latina con volte a vela e riprese le funzioni di parrocchiale;
dopo alcuni anni assunse il titolo dei Ss. Vittore e Corona. Nel 1702 aveva tre
altari: il maggiore era intitolato alla Madonna del Rosario e a S. Giovanni
Battista. Nel 1833 furono realizzati da Domenico Tabacchi due altari laterali in
stucco, il battistero e il nuovo pulpito (non più presente). Del 1852-54 è un ampliamento del coro e la
dotazione di stalli in noce. Al 1890-91 risalgono restauri della facciata e
decorazioni interne ad opera del decoratore Giovanni Lamberti e del pittore
Arnieri (Vittorio Arneri?). Statua lignea della
Madonna del Rosario del 1904, statua del Sacro Cuore del 1906. Nel
1909 furono rifatti pavimento e balaustrata; quindi pulpito e banchi. Nuova
decorazione (Giovanni Lamberti) e affreschi della volta
(Carlo Morgari) vennero realizzati nel 1936. Nel 1945 fu
trasportato dalla chiesa di S. Carlo un Crocifisso ligneo del sec. XVII.
Nel 1962 si rifecero facciata e decorazioni (pittore Federico Panizza), contemporaneamente il titolo veniva
ripristinato in S. Vittore martire. Nel 1973 ebbero luogo lavori di
consolidamento dell’abside e della volta pericolanti [AD 1974, p. 82;
Ricaldone 1998, pp. 407-409]. Nel 1992 subì un furto di arredi sacri.
La chiesa è costruita su un terreno che presenta verso il fondo dell'edificio un notevole dislivello. Piccolo sagrato con spazio raccolto; la facciata, rivolta al castello, è preceduta da un basso portico; una statua di S. Vittore è collocata in una nicchia del timpano. Superficie esterna in mattoni a vista, esclusa la facciata che è intonacata. Sotto il piano dell'abside
si apre un passaggio stradale voltato. Sul campanile, che si innalza sopra la sacrestia sul fianco sinistro del presbiterio, c’è un
quadrante solare realizzato da Tebenghi nel 1990 su un quadrante precedente [Meridiane
1992, p. 48]. L'ingresso è preceduto da un piccolo protiro. Interno ad aula
unica con lungo presbiterio e abside semicircolare, illuminata da finestroni laterali. L'altar maggiore ottocentesco è stato realizzato in marmi bianchi
e rosati. Sull'altare si eleva il Crocifisso ligneo tardo seicentesco proveniente dalla chiesa di S. Carlo. I due altari laterali (1833), analoghi e simmetrici, sono stati da tempo privati della mensa; quello di sinistra è dedicato alla Madonna del Rosario; quello di destra è dedicato a S. Giovanni Battista: la pala d’altare raffigurante S. Giovanni
Battista, di Charles Dauphin (1672-78 ca), già attribuita alla scuola del Reni, nel 1997 è stata ritirata per motivi di sicurezza presso la curia di Casale
[Ricaldone
1998, pp. 407-409; Palmieri 2012e, p. 277; Marchesin 2017, p. 108]. Nella stessa cappella è posta una lapide di marmo che ricorda Emilia, figlia dei marchesi Balbiano, morta in tenera età nel 1841. Le stazioni della Via Crucis, di metà Ottocento, sono in stucco dipinto.
Ss. Vittore e Corona:
al cimitero, sulla strada per Murisengo. Elencata nelle decime del 1299 nella pieve di Montiglio, ma in dipendenza
della prevostura di Torcello; il titolo di S. Vittore compare nel 1348 [ARMO, pp. 40, 107];
fu antica parrocchiale. Venne ricostruita con le
offerte dei fedeli nel 1689 (iscrizione sull’arco d’ingresso) utilizzando
blocchi di arenaria ben squadrati ed elementi lapidei scolpiti dell’originaria
costruzione romanica [Macera 1984a,
p. 27]. Con la traslazione della parrocchia nella chiesa di S. Maria fu
abbandonata. Nel 1826 fu interdetta fino al restauro del 1827. Altri restauri furono promossi
negli anni 1851-55 dal medico Giovanni Anselmo Busto in ricordo
della figlia Matilde [Ricaldone 1998,
p. 409].
Nel 1911 la chiesa venne elencata tra gli edifici monumentali
nazionali [Alessandria 1911, p. 24].
Aula rettangolare (ca. m 13 x 6), di notevole altezza, con abside quadrangolare. È
priva di campanile. Muratura in mattoni con l'inserto di numerosi conci di
arenaria di varie dimensioni.
Slanciata facciata a capanna. Porta d’ingresso con arco a tutto sesto; ai lati
vi sono due finestrelle anch’esse arcuate. Sotto il timpano si apre una
finestra semicircolare. I frammenti con sculture medievali all’esterno sono 16,
inseriti prevalentemente sulla parete settentrionale: un archivolto decorato con
intrecci a doppio vimine, cornici a billettes, decorazioni a
palmette, archetti pensili con figure zoomorfe, una testina antropomorfa,
ecc. [Caramellino 1987b, pp.
65-66]. La presenza di un quadrupede tra nastri intrecciati, che ricorda un analogo
nella ghiera più esterna del portale di S. Fede di Cavagnolo, ha fatto ipotizzare
l'attività delle stesse maestranze e una datazione del primitivo edificio al
primo-secondo decennio del sec. XII. All’interno si conservano alcuni dipinti murali
tra cui una Crocifissione
coi Ss. Vittore e Corona; alcune tele ad olio nell’abside. Alle pareti nord
e sud sono murati altri frammenti lapidei con simboli sacri, cronologicamente più tardi
rispetto alle altre sculture [Vescovi 2007,
pp. 237-38]: un Agnello
mistico, un calice con pane benedetto, un pesce con la croce. Una
stele funeraria marmorea riproduce in rilievo il profilo della giovane Matilde Busto
[Ricaldone
1998, p. 409].
Ulteriori frammenti lapidei scolpiti (cornici a billettes, un capitello incompleto) sono murati nella torretta cilindrica di un pregevole edificio (datato 1783) che si trova nei pressi della parrocchiale.
S. Carlo:
costruzione anteriore al 1689 (data che si legge in un paliotto); fu interdetta
nel 1826; riparata e benedetta nel 1827 insieme con l’icona di S. Carlo,
ancora oggi sistemata sull’altare. Nel 1836 crollò il soffitto, che fu riparato
solo nel 1851. Nel 1855 furono donati alcuni quadri, tra cui una Sacra
Famiglia di scuola del Moncalvo ed un ovale con
la Madonna, di ottima fattura. Restauri nel 1883, 1926 (facciata), 1944
(tetto), 1953 (facciata). Un Crocifisso ligneo di fine sec. XVII fu
trasferito nel 1945 alla parrocchiale [Ricaldone
1998, pp. 409-12].
Ss. Sebastiano e Rocco:
cappella situata all’entrata del paese, all’incrocio tra via Asti e via Reale;
eretta per la salvaguardia della peste del 1630. Nel 1794 fu rifatto l’intonaco
all’interno. Nel 1826 l’edificio fu riparato e affrescato; altri restauri furono
effettuati a inizio ‘900 (facciata) e nel 1950-53. Si conserva
un dipinto con la Madonna del Carmelo e i Ss. Sebastiano e Rocco del sec. XVII [Ricaldone
1998, pp. 412-13].
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