CIOCCARO
CIOCCARO
Dial.
Ciucà.
Giocaro,
sec. XVII [Settia 1996, p. 116].
Abitanti: 220. Distanza da Casale Km 24 ‑ Altezza: m 296 s. m. Frazione di
Penango, provincia di Asti.
Parrocchia di S. Vittore, costituita nel 1789 [Villata
1991, p. 102].
Chiesa parrocchiale, S. Vittore:
su una collinetta a est della strada provinciale per Asti. S.
Vittore di Suiningo, probabilmente coincidente con Cioccaro
[Bo 1980, pp. 144-45], è citata nel
1153 [BSSS 40, doc. 19, p. 29], quando rappresenta uno dei primi tentativi di
smembramento dalla pieve e di elevazione a parrocchia
[Ferraris 1995, p. 122]. Fu censita
nella pieve di S. Cassiano senza titolo nel 1299, col titolo nel 1348 [ARMO,
pp. 38, 112]. Mancano descrizioni fino al 1577. Venne parzialmente demolita e
riedificata negli anni 1760-62, forse su progetto del Magnocavalli, a spese dell’Officio dell’Inquisizione di Casale, da cui dipendeva in veste di chiericato: fu realizzata un’aula a croce greca, inglobando sul lato
occidentale i resti della facciata romanica (sec. XII-XIII). Benedetta il
2/10/1762 dal vicario inquisitore Giovanni Crisostomo Chiesa O.P.; divenne
parrocchia autonoma (vicaria) il 19/12/1789 [Villata
1991, pp. 100-102]. Nel 1809 il lapicida Domenico Buzzi installò una
balaustrata proveniente da una chiesa di Sartirana.
Il campanile, pericolante, fu abbattuto e riedificato in diversa sede nel 1845. Due campane vennero fuse
nel 1848 (ditta Barigozzi) [Allemano 2004, p. 141, 305, 313].
Al 1897 risalgono due nuovi ambienti ai lati del coro e migliorie alla casa
parrocchiale e alla sacrestia. Restauri nel 1928 [Villata 1991, pp. 100-102] e nel 1943-44 (pavimento;
decorazioni di Zaverio Biginelli). Tabernacolo
di sicurezza del 1945 (ditta Prinotti)
[Allemano 2004, pp. 141-42].
Paramento in mattoni e conci di arenaria. Il prospetto rivolto a sud è segnato da
lesene, paraste angolari e timpano. Nella lunetta sopra il portale c’è
un’immagine di S. Vittore ridipinta negli anni ’70 del Novecento da
Cesare Villata [Allemano
2004, p. 141]. Sulla sinistra in facciata è visibile un piccolo orologio
solare a ora canonica graffito sull'arenaria, privo di gnomone
[Mesturini 2008, pp. 30-31].
Il campanile, affiancato alla facciata sul lato destro, è
composto di quattro ordini terminanti con una cornice mistilinea su cui si eleva
la cella campanaria. Sul fianco sinistro ci sono resti di un portale romanico
tamponato, sormontato da un arco a tutto sesto di arenaria con lunetta e ghiera
finemente scolpita; a fianco si vedono resti di decorazione a damier e
altri elementi di reimpiego, tra cui un blocco di arenaria con archetti
intrecciati. Pianta a croce greca con abside semicircolare; cupola ribassata su
pennacchi sferici all’incrocio dei bracci; botte unghiata su ciascun braccio,
volta a ombrello sull’abside. Pavimenti in graniglia
[Mighetto
1998, p. LXXXIV]. Le superfici sono decorate con lesene e capitelli corinzi,
colonne tortili, cornici sagomate aggettanti al piano d’imposta delle volte. La
volta è affrescata con Angioletti attorno al simbolo IHS, gli
Evangelisti, tre angeli [Villata
1991, 100]. Altare maggiore in stucco dipinto a finto marmo. Alla parete di fondo dell'abside, al di sopra dell'unico stallo del piccolo antico
coro, è appeso un Crocifisso ligneo (fine XVII - inizio XVIII secolo). Nel coro c’è una tela raffigurante S.
Caterina. Ai
lati del presbiterio, in nicchie, sono poste una statua lignea argentata e
dorata di S. Vittore con l’elmetto alato (inizio sec. XIX), periodicamente portato in
processione, e una statua di S. Giuseppe. Balaustrata settecentesca di marmo
rosso con intarsi. Bel battistero con fonte di stucco dipinto a finto marmo
[Grignolio 1992b]. Nelle cappelle laterali si conservano
due tele del Moncalvo (restaurate nel 1975-76 da
Guido Nicola, dopo i danni subiti per un
furto): Madonna col Bambino e i Ss. Vittore e Francesco (1602), Madonna del Rosario col Bambino tra il beato Carlo Borromeo e i Ss. Domenico, Caterina da Siena e Francesco (1602) [Romano
1968, p. 79]; una terza tela del Moncalvo, di minori dimensioni, già in
sacrestia e attualmente in deposito presso il Seminario di Casale, raffigura
Innocenzo III che conferma la regola di S. Francesco (opera tarda, influssi
caravaggeschi) [Romano 1997, p.
120]. Una statua della Madonna del Rosario del sec. XIX è stata ridorata nel 1957 da
Amedeo Sala [Allemano
2004, p. 145].
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