CERRINA MONFERRATO
CERRINA MONFERRATO
Dial. la Srìn-a. Cerradina,
1095 [Durandi 1774, p. 321;
Massia 1923, p. 51].
Fino al 1530
Cerrina era frazione di Mombello; in quell'anno fu costituito in comune autonomo,
con la frazione di Montaldo [Samarotto 1909,
p. 11]. Nel 1928 a Cerrina Monferrato furono accorpati i comuni soppressi di Montalero e Rosingo
[Variazioni 1930, p. 3].
Abitanti: 1100. Distanza da Casale Km 20 ‑ Altezza: m 290 s. m. Provincia di
Alessandria.
Parrocchia dei Ss. Nazario e Celso.
Eretta ab immemorabili. Dalla diocesi di Vercelli passò alla diocesi di
Casale fin dal 1474 [De Bono 1986,
p. 34]. Nel sec. XIII il borgo era sprovvisto di un proprio centro religioso e
ci si serviva della chiesa di S. Nazario nel cantone di Miosengo, ora
Bolli (Musongum o Milsengum, 1299, pieve di Meda [ARMO, p. 38, p. 46 n. 217]), o
delle chiese di S. Paolo (già nel territorio di Valle Sturia, ora Blengi,
nella pieve di Castrum Turris (1299) [ARMO, p. 39]) e di S. Eusebio
(pure nel territorio di Valle Sturia, ignorata nelle rationes
vercellesi) [Settia 1983a, p. 188].
Dopo la dismissione della chiesa di S. Nazario (anteriore al 1724) funse per qualche
tempo da parrocchiale la chiesa di S. Paolo, che presto andò in rovina [Samarotto
1909, pp. 112-15]; subentrò la chiesa di S. Maria, a sua volta abbattuta
e sostituita nel 1866 dall'attuale parrocchiale [Ferraris
1995, p. 139 n. 112].
Chiesa parrocchiale, Ss. Nazario e Celso: nella parte più alta
del paese. L’antica parrocchiale di S. Nazario in frazione Bolli (Miosengo)
fu demolita nel 1754 e sostituita da un pilone. La chiesa attuale fu costruita
nella seconda metà del sec. XIX su disegno di Francesco Lavagno nel sito di una chiesa
precedente intitolata a S. Maria, risalente agli anni '70 del sec. XVI, già a sua
volta parrocchiale, di cui restò il campanile del 1821 (arch. Giovan Battista
Formiglia, capomastro Carlo Felli). I lavori iniziati il 17/4/1866, erano ormai ultimati a novembre, eccetto coro e presbiterio costruiti nel 1881. Nel 1877 era già installata la Via Crucis, opera di Paolo Maggi [Niccolini 1877, p. 457]. E’ del 1898
il concerto di tre campane (Mazzola) [Samarotto
1909, pp. 89-99; Ferraris 1995, p. 139 n. 112].
Al 1936 risalgono il pavimento in piastrelle di cemento
(Evasio Balzola), i vetri colorati dei 16
finestroni (Felice Rossi) e la bussola
(acquistata dall’ospedale di Casale, adattata da Adolfo Allemano)
[Ferrando 1993, p. 150]. Tra il
1955 e il 1961 si effettuarono importanti lavori, con rinnovo radicale della chiesa: tetto (1955); facciata (Marchisotti e Gino Cappa,
1957); rinforzo delle pareti e
battistero (direzione artistica di Gino Cappa, 1957); nuovo sagrato
(1960); eliminazione del pulpito, nuovo pavimento, stalli del coro e banchi (Adolfo e Carlo Allemano, su disegni
dell’arch. Nino Meloni), lampadari in ferro
battuto (Mario Graziano), affreschi e decorazioni
(Carlo Meloni, 1961). La chiesa fu
consacrata il 26/11/1961. Nel 1968 fu costruita sul fianco sinistro una grotta
di Lourdes. Il tetto fu rifatto nel 1980. Due nuove campane vennero sistemate
nel 1988 [Ferrando 1996, pp.
272-79; Ferrando 2001a, p. 328;
Ferrando 2003a, p. 304]. Altri
restauri furono inaugurati il 16/7/2000 [AD 2002, p. 312].
La facciata neoclassica ha quattro colonne su alti piedistalli, capitelli corinzi,
timpano aggettante. Interno (m 30 x 17.5) a tre navate divise da quattro colonne
con capitelli ramati. Volta affrescata da Cesare Maggi (1905). Nel coro c’è
un affresco raffigurante il Martirio di Nazario e Celso, di Giovanni Capriolo
(1906) [Samarotto
1909, p. 94]; il presbiterio, limitato da una balaustrata di marmo, è decorato con affreschi di Carlo Meloni (1961):
Natività e Deposizione dalla croce. L'altare maggiore marmoreo risale al 1882 (donatore Stefano Mione); tabernacolo di sicurezza di acciaio dorato (Borri, 1950) [Ferrando 1993,
p. 239]; sul tempietto è posto il Bambino di Praga. La nuova mensa
rivolta al popolo era sorretta da due angeli portacandelabro di
legno dorato di fine Settecento, rubati nel 1996
[Ferrando 2004, p. 134].
Gli altari laterali del Sacro Cuore e della Madonna, di scagliola, hanno tele
seicentesche raffiguranti la Madonna del Rosario (scuola moncalvesca) e una mediocre
Madonna del suffragio coi Ss. Francesco, Defendente, Rocco e Luigi Gonzaga e le anime purganti, molto ritoccata. Vi sono varie statue:
Addolorata; S. Giuseppe (Casa Raff di Parigi), donata nel 1903; S.
Antonio; S. Luigi; S. Nazario (Giacomo Vincenzo Mussner),
donata nel 2000 e collocata al
posto del pulpito. Inoltre quadri di S. Giovanni Bosco, S. Rita e
S. Teresina; due bei confessionali
[Samarotto 1909, p. 94;
Grignolio 1993, pp. 31-33]. Il
battistero ottagonale è ornato di marmi e mosaici e illuminato da ampie vetrate.
L’organo a canne è del 1963 [Ferrando 2002,
p. 326].
S. Sebastiano:
nel capoluogo. Oratorio citato nel 1577, quando non era ancora chiuso anteriormente; al 1580 risale la confraternita
omonima. Fu demolito nel 1903 perché pericolante e ricostruito dal 1904 nelle
stesse forme e con gli stessi materiali, capomastro Giuseppe Odisio; i lavori
furono presto sospesi [ASDC, Vis. apost. Ragazzoni, 456-458, f. 103v; Samarotto 1909,
p. 108], per essere completati solo nel 1910-12 (muratori Domenico Tricerri e Maggiorino Minina;
decoratore Luigi Cattaneo)
[Ferrando 1993, pp. 115-16, 119].
Facciata segnata da quattro lesene che
reggono la trabeazione, sormontata da un cornicione sporgente e dal frontone con
profilo superiore sinuoso. Monofore ogivali si aprono in facciata e sui fianchi.
Aula rettangolare con abside semicircolare sormontata sul fianco sinistro da un
campaniletto [Valle Cerrina 2002;
Pollicelli 2005, p. 38]. Alle pareti sono poste otto
tele moderne di Maurizio Roasio ispirate a
S. Sebastiano (1984-99). Statua settecentesca di S. Sebastiano, in
passato portata in processione. Croce in legno policromo (m 2 x 0.96) di
Camillo Francia (2002).
Chiesa del Suffragio: nel cimitero. Piccola cappella costruita col cimitero sul finire del 1906 [Samarotto
1909, p. 117], restaurata nel 1936
[Ferrando 1993, p. 151].
Addolorata:
a Case Bolli (dial. Cà di Bul. Bolli, 1746 [Settia 1983a, p. 181]). Eretta verso il 1710 con fondi raccolti da elemosine nel luogo dove
in passato c’era una cappella di S. Giovanni [Samarotto
1909, p. 109], che ricordava la chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo di
Branchengo (Brankiquum, citata dal 992 al 1095) [Settia
1983a, p. 171]. Nel 1725 fu costruito un portichetto e venne acquistata
la statua lignea dell’Addolorata, restaurata nel 1898 [Samarotto
1909, p. 110; Settia 1983a,
p. 171], rubata nel 1962 e subito sostituita con altra moderna (P. Orcesi)
[Ferrando 1996, pp. 298-99];
l’attuale statua è stata infine realizzata in Val Gardena nel 1970
[Ferrando 2001b, p. 52] e ora è
custodita nella parrocchiale. Nel 1746 c’erano un cimitero e un piccolo
romitorio; il romita è citato fino al 1816 [Settia
1983a, p. 170; Samarotto 1909,
p. 110]. Nel 1796 fu realizzato un nuovo altare.
Nel 1817, per pericolo di crollo del coro,
la chiesa fu interdetta; nel 1819 il coro fu abbattuto, la chiesa venne
accorciata all’ingresso del presbiterio con una parete, a cui si appoggiò il
nuovo altare; la statua fu posta in una nicchia sopra l’altare. Al periodo
1890-99 risalgono restauri vari, con rinforzo delle pareti laterali con chiavi
di ferro [Samarotto
1909, pp. 109-110]. Nel 1936 fu aggiunto sul davanti un porticato, che
crollò nel 1975 [Ferrando 1993, p.
151; Ferrando 2003a, p. 23]. Nel
1990-95 fu costruito un nuovo ampio porticato sui lati della chiesa
[Ferrando 2004, p. 83]. In passato nella chiesa erano raccolti molti ex voto.
Edificio ben conservato. Torre
campanaria costituita da un traliccio metallico alto 12 metri (Franco Fabbrini), con tre
campane (ditta Trebino) inaugurate nel 1992
[Ferrando 2003a, p. 326].
Sull’altare poggia una alzata lignea barocca del 1716 colorata in azzurro con dorature e, tra gli strumenti della Passione, sono presenti dipinti su tavola raffiguranti i Sette dolori di Maria; nella nicchia è esposta la copia di gesso della statua dell’Addolorata sottratta nel 1962 [Valle Cerrina 2002].
S. Luigi Gonzaga:
a Case Bolli. Eretta nel 1760 come ex voto dal notaio Camillo Bollo. Dopo un
periodo di interdizione, nell’anno 1900 fu restaurata e riaperta [Samarotto
1909, pp. 111-12].
Cappella di piccole dimensioni, in mattoni a
vista dopo il distacco dell’intonaco. Facciata delimitata da due paraste
angolari, fastigio curvilineo, semplice porta d’ingresso, tre finestrelle
prive di serramenti. L’interno è ad aula unica sormontata da una calotta con tamburo. Pavimento
in tavelle di cotto. Un vano arretrato ospita l’altare, impreziosito da due
putti di gesso [Valle Cerrina 2002;
Pollicelli 2005, p. 35]. Nel 2003 la chiesa è stata
restaurata e arricchita di opere di Camillo Francia: altare ligneo
policromo con un angelo di terracotta, tela a olio raffigurante S. Luigi con
un angelo, due tavole raffiguranti le Virtù teologali e cardinali,
quattro formelle di terracotta con Cherubini e Serafini, una croce
di legno argentato con Cristo in terracotta, una colomba in
terracotta [Cerrina 2003].
S. Paolo:
a Blengi (dial. i Bleng. Ghibilengum?, 1226 [BSSS 89, doc. 59, p. 85]).
La chiesa di S. Paolo de Valle Sturia (ora Blengi) è
citata nel 1287 ed elencata nella pieve di Castrum Turris dal
1299 [Cotto 1987, doc. 307, p.
139; ARMO, p. 39]. Si trovava nella regione
S. Paolo; nel sec. XVIII fu parrocchiale per qualche tempo; in
rovina, venne chiusa al culto dal 1786 fino al restauro del 1806, ma nel 1830 fu
demolita. Venne ricostruita nel 1843-44 nel sito attuale e consacrata il
10/6/1844. Completo restauro nel 1903. Dal 1907 appartiene alla parrocchiale [Samarotto
1909, pp. 112-15]. Nuovi restauri nel 1928, nel 1985-89 e nel 2013. Le
famiglie del luogo celebrano il santo in processione a fine gennaio. È aperta al
culto.
Esterno intonacato, campanile a vela poggiante sull’estremo destro del frontone.
Porta metallica affiancata da lesene con capitello dorico.
Impianto ad aula rettangolare absidata. Altare
di stucchi policromi, recentemente restaurato; il tabernacolo ha un’anta ornata
a rilievo, in oro su fondo argento [Valle
Cerrina 2002; Pollicelli 2005,
pp. 30-31]. Nel coro c’è un quadro
raffigurante la Madonna col Bambino e i Ss. Pietro e Paolo, firmato «Didacus M [...]» di Trino (1738). Le stazioni
della Via Crucis furono donate nel 1853 [Samarotto
1909, pp. 114]. Ci sono inoltre una statua di S. Paolo
[Ferrando 1995, p. 271] e una
rustica acquasantiera retta da una colonnina.
S. Giovanni Battista:
a Valle (dial. ant la Và). Costruita nel 1977-82 (ing. Luigi Bo), benedetta nel
1978 da mons. Cavalla, ampliata ancora nel 2004, spostando il campanile. È di proprietà della
parrocchia.
Campanile in tralicci metallici (ditta Fabbrini, 1982, campana della ditta
Trebino). Sull’ingresso
è posta una croce di ferro battuto (Erminio Amarotto, 1979). Il pavimento
è di marmo (1978). Vi sono un altare in onice (1983)
[Ferrando 2003a, p. 163], una
statua di S. Giovanni (1979), un grande Crocifisso ligneo (1980),
14 oli su tela della Via Crucis del pittore Francesco Marini (1977), donati da
Adriano Villata
[Ferrando 2001c, pp. 102-05, 145,
190], una Madonna nera di Czestochowa, di Gino Mazzoli (1965), donata
da Paolo Desana [Ferrando
2001a, p. 162].
Ss. Carlo e Giacomo:
a Perosio (dial. an Prus. Perosum?, 1203 [BSSS 42, I, doc. 26, p.
29]). Eretta forse nel 1645 dalla famiglia de Petrinis; alla fine del
sec. XVIII era fatiscente e senza tetto. Totalmente ristrutturata nel 1812 a
spese delle famiglie de Petrinis; nuova icona raffigurante i Ss. Giacomo e
Carlo del pittore Capello da Calliano. Fu
consacrata il 4/11/1812. Nel 1899 fu costruito un ampio porticato anteriore [Samarotto
1909, pp. 115-17]. Gli abitanti donarono nel 1952 una statua di S.
Carlo [Ferrando 1993, p. 352].
Restauri nel 1959, nel 1986 e nel 2008 [Ferrando 1996, p. 155;
Ferrando 2003a, p. 200].
Campaniletto a vela sporgente al culmine del timpano. Il quadro centrale
raffigurante i Ss. Giacomo e Carlo fu realizzato da Andrea Conti nel
1986, in sostituzione del precedente rubato nello stesso anno
[Ferrando 2003a,
pp. 185, 208].
S. Giorgio martire:
a Rosingo (dial. Rusing. Ruxingum, 1125 [BSSS 42, I, doc. 32, p.
37]), sul colle Crosia (dial. an Cröża) a sud-est del paese. Fu sede di parrocchia almeno dal sec. XVI; la parrocchia venne
soppressa nel 1986 [Decreto vescovile 30/6/1986]. La chiesa di Rosingo è
elencata senza titolo nel 1299 nella pieve di Gabiano, col titolo di S.
Giorgio nel 1348 [ARMO, pp. 39, 113]. Una parrocchiale dedicata a S. Giulio d’Orta
sorgeva anticamente sul bric S. Giulio a ovest del paese; divenuta inagibile,
nel sec. XIV fu traslata sul colle Crosia nella cappella gentilizia con sepolcreto
dei Carretto, intitolata a S. Giorgio, che nell’occasione fu
ingrandita. Le prime notizie di un parroco (rettore) risalgono al 1597; dal 1662 il
parroco ebbe titolo di pievano e dal 1827 di arciprete [Pelizzone
1907, pp. 7-10, 17-18]. Nel 1700 crollò il coro. Nel 1712 venne riedificata nello stesso sito. Una ristrutturazione fu effettuata nel 1818
(arch. Giovan Battista Formiglia). Nel 1828 e 1831 fu aggiunta
una cappella su ciascun lato presso l’ingresso. Del 1903 è la gradinata
d’accesso (fratelli Buzzi) [ASDC, Vis. past. Caravadossi, 473-488, f. 190v; Pelizzone
1907, pp. 10-13]. Restauri nel 1967 e 1992; il portone è stato restaurato
nel 1999. Lesionata dal terremoto dell'agosto 2000, è stata riparata e riaperta
al culto nel 2003 [Ferrando 2005,
pp. 162-65].
Facciata rivolta a occidente, a due ordini con frontone e due coppie di lesene; portale con timpano
spezzato. Il campanile si eleva sul fianco sinistro del presbiterio, mentre sul lato opposto si trova la sacrestia. Interno a croce greca; cupoletta dipinta al centro con lo Spirito
Santo e vele coi quattro Evangelisti
[Grignolio 1994, p. 92]. Sull’altar
maggiore di scagliola dipinta a finto marmo [Pelizzone
1907, p. 14] sono appoggiati 12 candelabri in rame argentato a base
trilobata con figure di santi e alcune cartegloria. Alla parete di fondo è
collocato un grande quadro raffigurante S. Giorgio e il drago, donato a
metà sec. XVIII dal chirurgo Evasio Andrea Verna [Pelizzone
1907, p. 27]. Le cappelle laterali hanno altari lignei simmetrici dipinti a
finto marmo, opera di Carlo Salvatore Tilone (1716); a destra c’è
la cappella del Rosario, con due grandi tele centinate settecentesche
raffiguranti i Ss. Rocco e Antonio da Padova adoranti il Bambino, donata da Alberto Verna nel 1716 e la
Madonna del Rosario coi Ss. Domenico, Filippo Neri e santo sacerdote, e, in una nicchia, la
statua lignea dorata e argentata della Madonna del Rosario col Bambino (1717); a sinistra la cappella di S.
Antonio da Padova, con statua di S. Antonio (1717). Una statua di S.
Giorgio venne inaugurata nel 1938
[Ferrando 2003a, p. 187]. Il trono
su cui si portavano in processione le due statue era stato scolpito da Giuseppe
Varallo e indorato da Simone Ganora nel 1825.
Via Crucis con 14 tele litografate in cornice dorata del 1882 [Pelizzone
1907, pp. 10, 14-16; Grignolio 1994,
p. 92]. Del pulpito, opera di Giuseppe Calvo (ca. 1820), in passato sospeso alla parete destra del presbiterio, resta il solo parapetto, riportato a terra e utilizzato come ambone.
Nella modesta sacrestia c’è un bel mobile di noce realizzato da Giovan Battista Vittore e una tela raffigurante
S. Andrea [Pelizzone 1907, p.
27; Grignolio 1994, p. 92].
Il 16/9/1998 vennero rubati vari paramenti, due candelabri, due angioletti di legno, un
calice d’argento.
S. Giuseppe: a Rosingo, nel centro del paese, addossata a
fabbricati civili.
Eretta nel 1650 dai conti Perucca di Livorno (Ferraris);
fu acquistata dal comune nel 1827. Lampadario
centrale del 1906 [Pelizzone 1907, pp. 23-24].
Fabbricato in discrete condizioni. Facciata
neoclassica con timpano retto da alte paraste angolari; il portale, recentemente
restaurato, è affiancato da due finestrelle ovali. Dietro l'altare, alla parete di fondo, è appesa una pregevole tela raffigurante la Madonna col Bambino e S. Giuseppe venerati da S. Nicola da Tolentino (sec. XVIII).
S. Rocco:
a Rosingo, sulla strada per Cerrina. Terreno donato nel 1760 dal chirurgo Bernardo Verna;
la chiesetta fu terminata nel 1763 e benedetta nel 1784 [Pelizzone
1907, pp. 22-23]. Nel 1882 vi fu trasferita una Via Crucis del
1824 dalla chiesa di S. Giorgio.
Sopra l’altare
entro una nicchia incorniciata è sistemata la statua di S. Rocco,
comprata nel 1820; ai suoi lati sono appesi vari ex voto
[Ferrando 2003a, p. 139].
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