CERESETO
CERESETO
Dial. Ciaržìn. Cerescedum, sec. X
[BSSS 77/I, doc. 9], Cirisidum, 999 [MGH DD II/2, n. 323, p. 750; BSSS
145, doc. 35, p. 119].
Abitanti: 470. Distanza da Casale Km 16,5 ‑ Altezza: m 284 s. m. Provincia di
Alessandria.
Parrocchia di S. Pietro Apostolo. Già
nella diocesi di Vercelli, entrò a far parte della diocesi di Casale dal
1474 [De Bono 1986, p. 34]. Fino al sec. XVII contava due parrocchie, ciascuna con un parroco [Notizie 1800].
Chiesa parrocchiale, S. Pietro Apostolo:
nella parte alta del paese, presso il castello.
L’abitato in origine doveva trovarsi più a nord presso la chiesa di S. Pietro,
elencata nella pieve di S. Cassiano dal 1299 al 1440 [ARMO, pp. 38, 112, 236;
Cognasso 1929, p. 227]. Nel 1392 il paese si era già spostato sul colle e sia la pieve di S. Cassiano che la chiesa di S. Pietro erano divenute periferiche e impoverite per la guerra: si decise pertanto di unire i rispettivi benefici. Nel secolo successivo la chiesa di S. Cassiano fu sostituita come parrocchiale dalla chiesa di S. Pietro (indicata nel 1486 con tale funzione) [Gozzano 2018, p. 139; Lusso 2010, p. 82]. Nel 1577 la nuova parrocchiale era intitolata a S. Maria; nel 1619 ancora a S. Pietro [ASDC, Vis. apost. Ragazzoni, 456-458, f. 88r; Vis. past. Pascale, 458-464, f. 180r]. La chiesa attuale fu costruita dal 1719 al 1723,
inaugurata il 19/7/1721 e consacrata il 24/6/1724 da mons. Radicati. Un tondo in arenaria murato sulla
parete esterna del campanile reca la data di inizio lavori «1719» [AD 1969, pp. 43; Aletto
2004, p. 74]. Nel primo decennio del sec. XIX il parroco acquistò la bussola
della chiesa di S. Maria di Piazza di
Casale [Tosi 2009, p. 56 n. 9].
Il campanile fu sopraelevato all’altezza di m 34 nel 1911
(epoca di costruzione del castello); dal 1955 ha cinque campane con note do,
re, mi, fa e sol (ditta Francesco Picasso e figlio),
e un nuovo orologio (ditta Williams di Uscio). Restauri nel 1821 e 1843 (pitture interne), 1890,
1960-66 (altari, pitture esterne e interne di Mario Micheletti). Il 22/9/1985 la chiesa subì il furto di un calice e di una pisside con ostie consacrate [AD 1991, p. 286].
Facciata rivolta a ovest, limitata da due coppie di lesene
in due ordini, sorreggenti il timpano; presenta dipinti murali di Mario Micheletti
raffiguranti S. Petronilla e Cristo redentore fra angeli; in due
nicchie sono collocate statue in pietra di S. Pietro e S. Rocco, donate dal capitano Emanuele Rota (1890). Interno molto luminoso per le alte finestre a vetri colorati. Pianta a navata unica con tre cappelle per
lato; l'aula si prolunga nel presbiterio-abside rettangolare. La volta
della navata è decorata con un dipinto in cui S. Matteo tiene un foglio
con l’iscrizione «ferrarius pinxit Cereseti 1754». Nella cupola,
tra decorazioni a stucco, risaltano gli Evangelisti del Micheletti [Carzino 2003, pp.
99-100]. Pregevoli
l’altare maggiore marmoreo settecentesco con bel tabernacolo sormontato da un Crocifisso
e la balaustrata marmorea. Sul fondo, sopra il piccolo coro,
vi è un grande dipinto murale con l'Assunta in un tripudio di angeli
entro una cornice architettonica, opera del Micheletti, cui si devono
anche la pala del terzo altare di destra con l'Apparizione di Cristo a S. Pietro e
gli ovali della Via Crucis dipinti su metallo, con cornice di stucco
[Grignolio 1993, pp. 28-29].
Nella prima cappella laterale di sinistra è collocato il battistero; nelle due cappelle successive vi sono altari con tele del sec. XVII: la Trinità e santi con le anime purganti (ex voto del conte Orazio Corrario, datato 1678) e la Madonna del Rosario, per la quale in passato sembrava potersi leggere il nome dell'autore: Cesare (?) Gandolfi [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 13, f. 467r]. Nella prima cappella di destra (di fronte al battistero) è sistemata dentro un sarcofago vetrato una statua di Gesù Cristo morto, utilizzata nella funzione dell'Entierro; alla parete è appesa una pala seicentesca rappresentante la Madonna con la giovane Petronilla e santi. Nella seconda cappella di destra c'è un'altra pala seicentesca che raffigura la Madonna col Bambino venerati dai Ss. Carlo e Antonio Abate. Nella terza cappella c'è l'altare del Sacro Cuore di Gesù, che ha come pala la tela di Micheletti con Cristo e S. Pietro. Un piccolo ovale con Gesù nel sepolcro, di Carlo Sapelli (prima metà sec. XIX) era esposto in passato nel presbiterio.
L’organo, a due tastiere, fu costruito nel 1937 da Giacomo Zenoni Scolari (iscrizione sullo strumento) per il Liceo Musicale di Torino, e da tale scuola venne successivamente acquistato per la parrocchiale di Cereseto [AD 1991, p. 119].
In sacrestia sono presenti splendidi arredi in unico corpo di noce, della metà del
sec. XVIII, realizzati in provincia di Varese
[AD 1991, p. 119; Carzino 2003, p. 100];
si conservano gli strumenti della passione, che vengono portati in processione
nella rievocazione dell’Entierro (evento documentato dal 1724).
C’è un reliquiario di S. Petronilla, al cui culto è legata una processione votiva
contro la grandine che si effettua il 31 maggio.
Una lapide ricorda i marchesi Ricci, ultimi feudatari; su una panca lignea è scolpito il loro blasone
[Carzino 2003, p. 41].
Ss. Filippo e Giacomo:
nella parte bassa del paese.
Già sede della confraternita omonima. Un oratorio della compagnia degli Apostoli era presente nel 1590, quando il vescovo in visita pastorale ne ordinava la chiusura temporanea [ASDC, Vis. past. Gonzaga, 457-461, f. 18r].
Edificio attuale del sec. XVIII; campaniletto in cemento degli inizi del sec. XX
[Carzino 2003, p. 103]. Sul
fianco sinistro su una pietra da cantoni è incisa la verosimile data di costruzione
(incompleta) «176 .» [Aletto 2004,
p. 76]. Come pala d'altare, inquadrata in una elaborata cornice marmorea, c'è una tela raffigurante la Madonna col Bambino venerati dai Ss. Carlo Borromeo, Pietro, Caterina d'Alessandria, Barbara, Giacomo e Francesco (sec. XVII). Entro una grata arcuata è collocata una statua
lignea seicentesca di S. Rocco. Sono invece depositati in Curia un Crocifisso
ligneo antico, varie suppellettili sacre antiche e una statua della Madonna,
acquistata recentemente [AD 1991, p. 119].
S. Rocco:
nei pressi della chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo. Citata nel 1590 come chiesa campestre, oggetto di grande devozione [ASDC, Vis. past. Gonzaga, 457-461, f. 18v]. Aveva una
statua di S. Rocco, ora nella parrocchiale.
S. Defendente:
piccola cappella collocata presso un quadrivio, nella parte alta del paese. Una chiesa di S. Defendente era in discreto stato nel 1724 [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 12, f. 419v]. L'attuale cappella è stata ristrutturata nel 2011. In facciata ha un moderno dipinto di S.
Defendente. Un esiguo campaniletto è collocato al bordo sinistro del frontone. All'interno vi sono un piccolo altare di marmo e la statua del santo contenuta in una nicchia vetrata [Carzino 2003, p. 106]. La piccola grotta di Lourdes che precede l'ingresso della cappella fu costruita nel 1986 da Giovanni Gozzano [Gozzano 2018, p. 22].
S. Martino:
su un piccolo poggio tra Cereseto e le cascine Raviara, verso Ottiglio. Nel 1724 la chiesetta era ben conservata, con copertura a volta e piccolo portico anteriore [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 12, f. 418r].
Facciata a capanna rivolta a ovest; nella tessitura muraria irregolare in mattoni e pietra, ricomparsa dopo lo scrostamento dell'intonaco, si nota ai lati del portoncino d'ingresso la preesistenza di due finestrelle tamponate. Interno ad aula
rettangolare, in buone condizioni, spoglia. Ha subito vari furti.
Cappella di S. Pietro:
al cimitero, ora sostituita da un pilone con recente immagine del santo. Ricorda
l’antica parrocchiale, documentata dal 1299 [ARMO, pp. 38, 112].
S. Cassiano:
pieve della diocesi di Vercelli, ricordata nel primo elenco di metà del sec. X
[Ferraris 1938, p. 92]. La pieve di
S. Cassiano fu forse smembrata dalla pieve di Rosignano nel sec. IX o all'inizio
del X [Ferraris 1995, p. 48]. Il
nome sopravvive nella cascina posta su un poggio circa 900 metri a nord-est di
Cereseto, dove fino agli anni novanta del sec. XX sotto un portico erano
visibili due colonne ricoperte di calce con rozzi capitelli sorreggenti un
architrave, ultimamente eliminate in lavori di ristrutturazione. Alla metà del sec.
XIV vi risiedevano quattro chierici [ARMO, p. 111; Cognasso
1929, p. 226]. Nella visita pastorale Pascale del 1619 era descritta come
«antica fabbrica sopra dodeci pilastri di mattoni et comportavi tre navi … alli
tempi passati detta chiesa era la parrocchiale di detto luogo»
[Bo 1980, p. 184]. Giuseppe De Conti lo considerava un antico
Priorato Regolare «da secoli conferito in Comenda sotto il titolo di abadia», di
cui all’inizio del sec. XIX restava solo la chiesa di una certa ampiezza prossima al disfacimento,
ma con una decorazione scultorea medievale di «buon gusto»
[De Conti 1809].
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