ZANCO
ZANCO
Dial. Sanc. Cianingum, 909
[BSSS 27, doc. 39, p. 64; Settia
1983a, p. 18]; Zenengum, 1299 [ARMO, p. 39].
Abitanti: 290. Distanza da Casale Km 30 ‑ Altezza: m 258 s. m. Frazione di
Villadeati, provincia di Alessandria.
Parrocchia di S. Giorgio. Eretta nel
1584, distaccata dalla parrocchia di Villadeati. Il territorio di Zanco, parte della parrocchia di
Villadeati, passò dalla diocesi di Vercelli a quella di Casale nel 1474; la
parrocchia autonoma di Zanco andò alla diocesi di Asti nel 1805, infine tornò
alla diocesi di Casale nel 1817 [Bosio 1894,
pp. 134-41].
Chiesa parrocchiale, S. Giorgio martire: all’estremo meridionale dell’abitato, in posizione
panoramica. L’Ecclesia de Zonovereta (o Zenevreto) et de Zenengo è elencata senza titolo
nel 1299 (pieve di Castrum Turris), col titolo di S. Giorgio nel 1359
[ARMO, p. 39; Cognasso 1929, p.
230]. Andata in rovina, fu ricostruita
dopo il 1577 in un sito diverso dal precedente, consacrata ed elevata a parrocchia in data 8/2/1584; ancora
rifatta nel 1740 e consacrata nel 1747. Il campanile è del 1914
[Grignolio 1994, p. 117;
Monferrato 2000, p. 215]. Al 1948
risale la costruzione di una balconata antistante la facciata (arch. don Angelo
Verri); negli anni successivi il
prof. Nello Cambursano realizzò quattro affreschi (benedetti nel 1957) e vennero rinnovati il
battistero e il pavimento (alla veneziana). Nel 1953 furono acquistate
dalla ditta Mazzola tre nuove campane in mi maggiore. Nel 1971, per
interessamento del sindaco Giuseppe Oddone e del ministro
Franco Nicolazzi (che in queste zone aveva
combattuto come partigiano) si effettuarono lavori di consolidamento
all’interno; la parte sinistra e centrale fu rifatta in mattoni fino all’altezza
di 6 metri (Genio Civile di Alessandria). Nel 1987 si rinforzò la cella
campanaria (Giuseppe Scagliotti). Nel 1988 fu
rifatto il pavimento del piazzale con pietre di Luserna (ditta Pietro Rossi) [AD 1991, p. 232].
Elegante facciata in paramano con lesene e finestroni, di recente ripulita; bel
portone settecentesco costituito da 21 pannelli di noce intagliati (in alto c’è una coppia di
draghi, a ricordo di S. Giorgio), restaurato da Achille Pesce.
Sulla parete meridionale è presente un quadrante solare tracciato da Giulio Ferrandi su resti
di un quadrante più antico
[Mesturini 2008, p. 43].
L’interno ad una sola navata fu rinfrescato nel 1987 da Giulio Ferrandi.
Vi sono quattro grandi affreschi, due per lato in sfondati ad arco, di Nello Cambursano
(1950): l’Adultera,
la Maddalena che lava i piedi a Gesù, la Madonna di Fatima venerata da Pio XII e dal vescovo
Angrisani e Gesù fra i lavoratori nel paese degli uomini di buona volontà; tra i personaggi della scena con la Maddalena è raffigurato il parroco don Francesco Finazzi [Vanni 2015, p. 147].
Sulla volta è dipinto il Trionfo di S. Giorgio. L’altar maggiore in marmi
policromi è databile attorno alla metà del sec. XVIII (non corretta la notizia della sua costruzione nel 1840 da parte di maestri comaschi per la confraternita del SS. Sacramento [AD 1991, p. 232]); nel tempietto a colonnette appoggiato al
tabernacolo c’è una stauroteca. Il notevole coro ligneo intarsiato e dipinto del
sec. XVII, dono della famiglia Serra Madio, proviene da
Moncalvo (o dalla cappella di famiglia di Genova) [AD 1991, p. 232;
Grignolio 1994, p. 116]; sopra il
coro sono sistemate quattro tele settecentesche con santi domenicani (Vincenzo Ferreri, Pietro martire, Domenico e Tommaso d'Aquino).
Bella balaustrata di marmo grigio di Francia con cancello di ferro battuto. La grande tela di fine '600 collocata sulla parete di fondo e raffigurante S. Giorgio e il drago è firmata da Stefano Consiglio [AD 1991, p. 232].
L’altare della Madonna del Rosario ha una statua lignea ottocentesca della Madonna e
15 pannelli lignei coi Misteri. All’altare del Suffragio è posto un
quadro raffigurante Gesù risorto coi Ss. Gregorio Magno e Caterina e le anime del Purgatorio [AD 1991, p.
232]. Entro nicchie sono collocate alcune statue: Sacro Cuore, Angelo
Custode, Addolorata, Ausiliatrice. Il battistero è decorato
con pitture murali di Gino Cappa e un
Battesimo di Gesù del milanese F. Manzoni [Grignolio
1994, pp. 115-16] (1948). Ai lati della cantoria,
da tempo privata dell’organo, sono affrescati angeli musicanti, del
Cambursano.
L’elegante pulpito ligneo,
la cantoria e la bussola sono stilisticamente avvicinabili ad opere di don
Tommaso Audisio nelle parrocchiali di Villadeati e di Guazzolo
[Rossato 2005, p. 230].
Alle pareti sono collocati due confessionali e pregevoli quadri della Via Crucis.
Bella serie di banchi in mogano realizzati dai fratelli Remo e Luigi Ferraris,
dono di Inge Feltrinelli [Grignolio
1994, pp. 115-17].
Una Pietà di bronzo è opera dello scultore torinese Giorgi [AD 1974, p. 148].
In sacrestia sono custoditi mobili antichi scolpiti e un bel Crocifisso seicentesco
[Grignolio 1994, p. 117].
S. Carlo:
nel centro del paese.
Piccola aula rettangolare, con esile campaniletto in facciata, su cui è visibile uno
gnomone perpendicolare, unico resto di un quadrante solare ricoperto dall'intonaco
[Mesturini 2008, p. 43]. Altare in marmi policromi con parti modellate in stucco. Alla parete di fondo è collocata una tela raffigurante la Madonna col Bambino venerati dai Ss. Carlo e Francesco (sec. XVII). Le stazioni della Via Crucis sono state dipinte negli anni 1956-57 in memoria del gallerista
Alessandro Fogliato da 14 pittori contemporanei (tra cui: Enrico Alimandi: Seconda caduta di Gesù sotto la croce;
Franco Assetto: Spogliazione; Giuseppe Bercetti: Incontro con la Madre; Mario Calandri: Crocifissione; Edgardo Corbelli: Gesù asciugato dalla Veronica; Teonesto Deabate: Condanna a morte; Piero Garino: Gesù aiutato dal Cireneo; Cesare Maggi: Prima caduta di Gesù sotto la croce; Carlo Musso: Sepoltura; Achille Parachini: Morte in croce; padre Andrea Pistarino: Deposizione; Felice Vellan: Gesù consola le pie donne)
[Grignolio 1980 p. 162;
Grignolio 1993, p. 124].
S. Pietro:
a Vadarengo (dial. Uadarèng). Nei catasti di Villadeati del 1765 il borgo è
indicato come Valdolengo [Ricaldone
1999, p. 1100]. S. Pietro corrisponde probabilmente alla chiesa di Gualdetango
/ Gualdalengo censita nel 1299 negli estimi vercellesi, pieve di
Castrum Turris [ARMO, p. 39]. È quindi la chiesa più antica della parrocchia. È
stata restaurata negli anni ottanta del sec. XX [AD 1991, p. 232].
Il piccolo edificio è preceduto da un sagrato pavimentato in laterizio, sopraelevato rispetto al piano stradale e a cui si accede attraverso una breve scalinata. Paramento in mattoni e arenaria. La facciata, rivolta a ovest, è delimitata da due lesene angolari e culmina con trabeazione e frontone triangolare; sopra la porta d'ingresso si apre una finestra semicircolare. Impianto ad aula rettangolare con abside semicircolare; paramento in mattoni e arenaria.
All’esterno sono murati quattro frammenti lapidei scolpiti, di cui tre sulla
parete destra: a) un frammento di marmo bianco (cm 27 x 31) scolpito a rilievo
con un grifo, probabile elemento residuo di una stele romana (un altro frammento
di marmo bianco privo di decorazioni è murato in facciata); b) un concio di
arenaria (cm 12 x 27) decorato ad intrecci; c) un concio di arenaria (alto cm
15) su una lesena con parte scolpita a girale vegetale parzialmente murata nello
spessore della parete; d) sull’abside un frammento di cornice in arenaria (cm 16
x 77) con treccia semplice a triplo vimini, riferibile ad epoca altomedievale [Silicani
1996, pp. 129, 134; Crosetto 2001a,
p. 57].
S. Defendente:
a Fontanina (dial. Funtanìn-a, Cà di mat). Nel 1725 viene descritta alle «Case de matti» una chiesa di S. Defendente di recente costruzione, con portico anteriore verso la strada [ASDC Vis. past. Radicati 470/485, fasc. 23, f. 739r].
L'attuale edificio in mattoni a vista, è preceduto da un piccolo sagrato, e ha una curiosa facciata con
guglie piramidali laterali, campaniletto a vela centrale e un oculo sopra la porta d'ingresso. Impianto ad aula rettangolare con parete absidale lievemente arcuata. Sul tabernacolo dell'altare di marmo bianco (primi decenni del sec. XX) è collocata una moderna statua di S. Defendente.
S. Andrea:
a Pavo (dial. Pàu.
Patiuengum / Paavengum, 1299 [ARMO, p. 39]). La chiesa è indicata
in una mappa del 1672; nel 1725 era in pessime condizioni, col tetto tutto rotto [Ferrari 1997, p. 215; ASDC Vis. past. Radicati 470/485, fasc. 23, f. 739v].
Pareti esterne in paramano. Facciata rivolta a est. Pianta ad aula rettangolare con abside semicircolare. Un piccolo campanile si eleva dall'angolo anteriore di destra dell'edificio. Sopra la porta d'ingresso, in una nicchia con vetrina è collocata la statua di S. Andrea. Conserva un
quadro raffigurante la Madonna [AD 1991, p. 232].
Nei pressi di questa
chiesa vennero alla luce negli anni settanta del sec. XX le possibili fondamenta
dell’antica chiesa di S. Giorgio, censita nella pieve di Castrum Turris
dal 1299 e forse già scomparsa nel 1577
[Bo 1980, pp. 215-16].
S. Grato:
all’estremo sud di Pavo. Ex chiesa di proprietà privata, in cattive condizioni
di conservazione e utilizzata come magazzino. Documenti storici conservati in
passato sarebbero andati bruciati nel corso della seconda guerra mondiale.
Ha
un’elegante facciata settecentesca con profilo superiore arcuato, sul cui margine destro si innalza il campanile.
N. S. Regina della Pace:
alla Quarta (dial. la Quàrta). Lavori di risanamento nel 2005.
Piccola e semplice cappella in mattoni a vista, a pianta rettangolare.
S. Sebastiano:
a Trittango (dial. Tritàng). Mancano notizie sulla sua origine. Citata nel 1619. Un “libro della chiesa di S. Sebastiano” fu iniziato nel 1717 [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 21, f. 670v].
Aula rettangolare con abside semicircolare;
paramento in mattoni; campanile a vela.
S. Maria:
cappelletta in località Turca (dial. La Türca), presso Trittango.
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