ALFIANO NATTA
ALFIANO
NATTA
Dial.
Alfiàn. Alfianum, 836 [BSSS 28, doc. 6, p. 8]; lo stesso documento dell’anno
836 indica la dedica a S. Marziano (leggendario primo vescovo di Tortona del
sec. II). Al nome Alfiano fu aggiunto nel 1863 il determinante Natta, nome della
famiglia di origine astigiana investita del feudo nel 1531 [Manno
1906, vol. 21, p. 28; R.D. n. 1160, 1/2/1863].
Abitanti: 370. Distanza da Casale Km 22 ‑ Altezza: m 280 s. m. Provincia di
Alessandria.
Parrocchia di S. Marziano. Non risulta la
data di erezione [AD 1991, p. 88]. Tra gli anni 836 e 886 divenne pieve della
diocesi di Asti (la prima pieve ad essere citata in Piemonte) [BSSS 28, doc. 18,
p. 24]. Passò alla diocesi di Casale forse fin dal 1474, e in ogni caso prima
del 1577 [Settia 1991a, pp.
374-75]; nel 1805 tornò alla diocesi di Asti e nel 1817 rientrò definitivamente
in quella di Casale [Bosio 1894,
pp. 134-41].
Chiesa parrocchiale, S. Marziano:
in piazza Vittorio Emanuele. Una chiesa precedente fu
saccheggiata nel 1614; quella nuova venne costruita negli anni 1648-56, e a
sua volta subì un saccheggio nel 1653 [AD 1969, p. 32;
Grignolio 1994, p. 8]. La vecchia sacrestia
fu costruita nel 1790 con i materiali risultanti dalla demolizione della chiesa
di S. Nazario. Varie modifiche successive. Giovanni Bosco vi tenne nel
1837 la sua prima predica da chierico [Alfiano
1989]. Nel 1929 vennero realizzate la gradinata che sale al piazzale della chiesa
e la sottostante piccola grotta di Lourdes. Alla prima metà degli anni '50 risale
un'importante ristrutturazione con ribassamento del pavimento di circa un metro
e costruzione della nuova sacrestia e di due corpi avanzati ai lati del portale
[Alfiano 2010, pp. 195, 232]. Nel 1970
è stato donato un quadro raffigurante S. Marziano, opera di Ettore Raimondi. Ultimi interventi di restauro sono terminati nel 2011.
Facciata settecentesca in mattoni a vista, ristrutturata negli anni trenta del
sec. XX, con coppie di lesene in due ordini e corpi laterali avanzati; bel
portone in noce; al secondo ordine c’è una falsa serliana, realizzata negli anni
'50 del Novecento; in una nicchia del timpano è posta una statuetta
di S. Marziano. Interno a pianta centrale. Le decorazioni delle vele
risalenti al 1866 furono restaurate dal prof. Raffaele Panizza (1970)
[Alfiano 2010, p. 234].
Il presbiterio è rialzato di tre gradini e delimitato da una balaustrata marmorea settecentesca; l'altar maggiore pure marmoreo, ma più tardo, ha un tabernacolo a tempietto. Nel coro vi sono nove scranni, residui di un frazionamento effettuato durante un restauro. Alla parete di fondo dell'abside è collocata una tela di scuola moncalvesca raffigurante la Madonna col Bambino e S. Giovannino; al di sopra è posta una tela ritraente un Papa che regge la croce e un libro (sec. XVIII). Sulla volta dell'abside è affrescata la Vergine venerata dai Ss. Marziano e Lorenzo. Alle pareti del presbiterio sono appesi due quadri che vennero rubati il 22/10/1995 e fatti ritrovare l'11/3/1998 davanti all'ingresso della curia di Casale [Cantamessa 1998]: quello di sinistra raffigura la Madonna col Bambino e angeli coi Ss. Defendente e Antonio Abate (tela già attribuita al Moncalvo, proveniente dalla chiesa di S. Defendente, dove fu vista nel 1877 [Niccolini 1877, p. 332]), restauro nel 1985 (Nicola); a destra è posta la Pietà, di scuola moncalvesca. I due altari laterali prossimi al presbiterio presentano decorazioni a stucco sei-settecentesche: notevole quello di sinistra intitolato alla Madonna del Rosario, databile alla seconda metà del '600, arricchito da colonne tortili nere, angeli cariatidi, statue di S. Caterina da Siena e S. Domenico; nella nicchia centrale è collocata la Madonna del Rosario, statua lignea dorata di fine '700. L'altare contrapposto, dedicato al Sacro Cuore, presenta due dipinti ovali con S. Pietro e S. Paolo (sec. XVIII). Ad un pilastro sopra l'estremo di sinistra della balaustrata si trova entro una bella cornice in stucco una tela con Maria bambina e i Ss. Anna e Gioacchino (sec. XVII). Presso la balaustrata, sul lato destro, su una mensa lignea che costituisce l'unico resto del pulpito qui collocato nel 1837-38, è posta una statua di S. Giovanni Bosco
[Alfiano 2010, p. 77]. Si conserva inoltre una tela raffigurante la Madonna coi Ss. Luigi Gonzaga e Francesco Saverio (sec. XVIII) [Grignolio 1994, pp. 9-10]. Via crucis del 1805. Dai due pregevoli confessionali di
noce sono stati asportati angioletti scolpiti [AD 1991, p. 88]. La
neoclassica tribuna dell’organo è decorata con tube, trombe e cornici dorate.
L’organo è opera di Luigi Lingiardi del 1845
[Mischiati 1995, p. 5];
ha la trasmissione meccanica e una disposizione fonica detta
Romantico. La bella sacrestia in stile impero comprende quattro grandi armadi
risalenti a varie epoche: due sono probabilmente di inizio sec. XIX, uno di
inizio sec. XVIII e un altro di fine sec. XVIII [AD 1991, p. 88].
S. Defendente:
chiesa campestre, all’estremo est del paese. È indicata in una mappa del 1672
[Ferrari 1997, p. 215]. Ex parrocchiale (?) [AD 1969, p.
32], sconsacrata e di proprietà privata dal 1969. Cappella settecentesca con bel campanile. Nel 1861
don Bosco vi visitò la tomba di don Carlo Rossetti, qui ricordato da una lapide [Deambrogio 1975, p. 175]. Nel 1877 c’era una tela raffigurante la Madonna coi Ss. Defendente e
Antonio Abate [Niccolini 1877,
p. 332], in seguito portata nella parrocchiale.
S. Grato:
cappella appena a nord del concentrico, sul versante del bric Castello, dove
in passato si trovava il castello di Alfiano. Edificata nel 1896, su terreno donato
da Carlo Capra, sindaco di Alfiano [Alfiano
2010, pp. 193-94]. È stata restaurata nel 2003 da
Danilo e Marco Falcon (lapide sul fianco destro).
Piccolo edificio a pianta rettangolare con abside semicircolare. Le pareti esterne
presentano un recente paramento in mattoni a vista nell’abside, conci irregolari
di pietra arenaria sui fianchi, mattoni più antichi in facciata, che è in parte
intonacata. Una campanella è alloggiata sopra il timpano entro un piccolo
sostegno in muratura, su cui si legge la data «1979». All’altare è posta una
tela seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino venerata da S. Grato e
altro santo martire.
Ss. Rocco e Carlo: a Casarello (dial. Cažarè). Nel 1734 aveva il titolo del solo S. Rocco, però con due altari, uno dedicato a S. Rocco e con quadro raffigurante il santo titolare, l'altro dedicato a S. Carlo, a sua volta con quadro del secondo santo [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 12, f. 415v]. La chiesa attuale venne restaurata negli anni '80 del Novecento [AD 1991, p.
88]. Conserva una tela settentesca raffigurante la Madonna col Bambino ed i
Ss. Carlo e Rocco, restaurata nel 2005. Inoltre un quadretto ex voto
a ricordo del morbo epidemico del bestiame verificatosi nel 1714
[Alfiano 2010, p. 196].
S. Maria:
di proprietà privata; si trova accanto al cimitero di Casarello, presso il cosiddetto castello di Razzano (Ragianum,
861 [BSSS 28, doc. 8, p. 10]). La chiesa di S. Maria di Razzano è attestata nel 1266 e nel
1310 in dipendenza della pieve di Alfiano [Cotto
1987, doc. 68; BSSS
219, doc. 56, p. 176]. Nel 1734 minacciava rovina; all'interno c'era una sepoltura per i poveri, all'esterno il cimitero per i particolari di Razzano [ASDC, Vis. past. Radicati, 470-485, fasc. 12, f. 417r]. Interventi di ristrutturazione sono iniziati nel 2009.
Facciata rivolta a ovest. Impianto ad aula unica, con presbiterio e abside semicircolare. Un campaniletto a vela si alza al fondo dell'aula, sul lato dx.
S. Lorenzo:
scomparsa prima del 1980; era a sud di Alfiano, sulla strada per la stazione, a
meno di Km 1 dal paese, presso le cascine Caldera. Aveva un piccolo cimitero, che
venne abolito nel 1927 [Alfiano 2010,
p. 223]. Nel 1974 la chiesetta era fatiscente [AD 1974, p. 60]. Una chiesa di
S. Lorenzo si trovava nel villaggio di Uvilesengum, citato fin
dall’anno 861 [BSSS 28, doc. 8, p. 10] (il toponimo sopravvive nella cascina Lusengo,
situata 500 metri a sud del luogo in cui sorgeva l’ultima chiesa). Il
titolo compare nel 1285 [BSSS 26, doc. 152]. Nel 1345 faceva parte della pieve
di Alfiano [Bosio 1894, pp. 122, 524;
Eydoux 1994, pp. 39-40].
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