VALMACCA
VALMACCA
Dial.
Uarmàca. Gomarasca, 962 [MGH DD I, n. 251, p. 359; Settia
2011, p. 341], Varmacha, 1355 [Veglia
1930, p. 38].
Abitanti: 850. Distanza da Casale Km 12,5 ‑ Altezza: m 97 s. m. Provincia di
Alessandria.
Parrocchia Natività di Maria. Faceva
anticamente parte della diocesi di Milano, in dipendenza della pieve di
Frassineto; nel 1805 passò alla diocesi di Alessandria e nel 1806 alla diocesi
di Casale [Canestri 1835, pp. 8-9;
Settia 1991a, p. 373].
Chiesa parrocchiale, Natività della Vergine:
al centro del paese. Una prima chiesa a navata unica
fu eretta in parrocchia nel 1589 [Casalis,
vol. XXIII, 1853, p. 672] e consacrata dal cardinale Federico Borromeo il 24/6/1605
[AD 1969, p. 89; Rossi 2000, p.
103]. La chiesa attuale fu realizzata nella seconda metà del sec. XVIII dopo un
pesante saccheggio. Nel 1786 furono aggiunte le navate laterali. Nel 1788 i Confratelli di S. Giorgio finanziarono la costruzione della nuova Cappella del SS. Rosario, in seguito smembrata. Nel 1860 fu
prolungato il coro. Nel 1893 venne eretta la cappella della Madonna Addolorata.
Nel 1982 fu ristrutturato il battistero [AD 1991, p. 220].
La bianca facciata neoclassica con otto semicolonne sorreggenti un grande timpano
triangolare ricorda la parigina Madelaine [Rossi 2000, p. 103] e la parrocchiale di Frassineto (opera di
Bernardo Lombardi, 1798). Interno a tre navate. Gli
affreschi delle volte (S. Carlo, S. Ambrogio, S. Siro, S. Evenzio;
nell’abside le tre Virtù teologali, S. Pietro, S. Paolo) sono stati
ritoccati negli anni quaranta del sec. XX da Gino Cappa. L’altar
maggiore marmoreo (sec. XIX) è sormontato da un grande Crocifisso in ceramica di
Luigi Bagna, cui si devono anche le
stazioni della Via Crucis bronzee (1966) e la statuetta di S. Giovanni
Battista, di rame, posta sopra il fonte battesimale (1982). La mensa di
rovere e ulivo dell’altare rivolto al popolo fu realizzata nel 1985 da Giuseppe Sbrissa, che nello stesso anno restaurò il portone d'ingresso. Il coro risale al 1860
[Grignolio 1994, pp. 107-108].
Sulla parete sinistra del presbiterio sono poste due tele di Tommaso Saletta
(1765): l’Entrata di Gesù in Gerusalemme nella domenica delle palme e l’Ultima
cena [Mazza 1980a, p. 136]. Di fronte, entro una cornice antica (da
cui è stata rubata una tela di bottega del Moncalvo) è collocata la riproduzione
di una Natività di Francesco Guarino. Bella balaustrata marmorea (1806). In capo alle piccole navate
laterali si aprono due cappelle: a destra la cappella della Madonna del Rosario
con la seicentesca statua lignea dorata della Madonna col Bambino in una nicchia, contornata da 15 pannelli seicenteschi coi Misteri (primi decenni del Seicento, bottega del Moncalvo); a sinistra la cappella di S. Antonio da Padova, con la statua del
santo che viene portata in processione per voto fatto in occasione
dell’inondazione del 18/5/1926. Sui lati ci sono due modesti altari (del Sacro
Cuore, a destra, e dell’Addolorata, a sinistra, datato 1893). Di rilievo sono il
pulpito intagliato con statuette dei quattro Evangelisti o dei Dottori della Chiesa (sec. XVII, restauro nel 2010)
e alcuni confessionali di noce. All’inizio della navatella sinistra si apre una
cappella invernale, al cui altarino è posto un rilievo in scagliola di Narciso Càssino (sono raffigurate due
sorelle valmacchesi, Maria e Ottavia Bussi, in adorazione
della Madonna) [Mazza 1980a, p.
136; Grignolio 1994, pp. 107-108].
Nella cantoria, sopra la porta d’ingresso, è sistemato l’organo, costruito da Alessandro Mentasti nel 1881 [AD
1991, p. 220], fatto restaurare dal parroco Giovanni Rigazzi tra il 1990 e
il 1993, ripulito nel 2005 da Franco Faia. In sacrestia sono notevoli un armadio del sec. XVIII in stile
barocco piemontese e due porte scolpite [AD 1991, p. 220].
Una tela di bottega del Moncalvo (ca. 1610-20) raffigurante la Madonna del
Rosario con santi (Domenico, Caterina, Francesco, Pietro martire, Pio V,
Orsola, Chiara e Maria Maddalena) [Natale
1985, pp. 416-17, 438], già custodita in sacrestia, venne rubata il
24/4/1996.
Madonna delle Grazie (dial. Madona d’la Gižietta): in via Frassineto (strada
Valmacchina). Prime notizie nel 1572; la chiesa originaria era più corta
dell’attuale; ampliamento e costruzione della nuova facciata neoclassica per
nuove esigenze di culto furono effettuati probabilmente nel sec. XIX. Le pitture
murali sono state restaurate da Pietro Vignoli nel 1984 e da Barbara Paggio nel 2005. La chiesa gode
di grande devozione popolare.
All’esterno sul lato destro c’è un giardino curato dalle donne del paese, un
tempo sede del cimitero dell’abitato. Aula con volta a botte; sulla parete di
fondo c’è un dipinto murale con la Madonna delle Grazie allattante e i Ss. Bovo e
Defendente, forse di fine XVI - inizio XVII secolo, molto ritoccato; la
spalla destra della Madonna ha una macchia che, secondo una leggenda,
sarebbe miracolosamente indelebile perché provocata da un sasso scagliato per
spregio nel 1640 da un soldato spagnolo. L’altare di travertino è di fattura
recente [Rossi 2000, pp. 106-109].
S. Giorgio:
in regione dietro Castello (dial. dré al Casté). Una primitiva cappella,
eretta accanto alla chiesa parrocchiale dalla confraternita dei Disciplinanti,
nel 1605 era pericolante [Robotti 2005,
pp. 25-26]; fu abbandonato nel 1667. Un nuovo edificio venne costruito sulla piazza e completato nel
1669; allo scopo di ingrandire la piazza fu a sua volta demolito nel 1930, quindi
successivamente ricostruito in una strada adiacente [Rossi
2000, pp. 30, 105].
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